“Stati d’amore” di Giacomo Trevisan***
Sì, lo so, è da una vita che non leggo più libri e sono a pagina 70 di quello che sto leggendo da novembre, e allora?
Faccio cose, vedo gente.
E le fa con me anche Giacomo Trevisan, l’autore di questo piccolo grazioso libro che non potevo non stimare, visto che va a inserirsi alla perfezione nei libri di cui sapete sono fan.
Libri di racconti brevi, brevissimi, da leggere mentre stai sul cesso, diciamo, con racconti così, che arrivano e vanno, di botto, che durano da poche righe, come questi, a una pagina.
Ce la farò a scriverne uno così pure io, vedrete.
Per ora mi sono limitato a leggere questo.
Che poi, direte, com’è che hai letto questo se dici che non leggi?
Vero… avete ragione.
E’ successo per una serie di cause.
La prima: non l’ho messo nel cesso, ma siccome ho cominciato a leggerlo al primo semaforo dopo aver salutato Giacomo il giorno che me lo ha dato, è andata a finire che l’ho tenuto lì, sul sedile,
E l’ho letto mentre guidavo, lo confesso. Codroipo Sclaunicco 3-4 racconti, Sclaunicco-Udine 2-3 racconti… eccetera, vengono già una 15 di racconti al giorno.
Ma sono 365, le micro storie d’amore, e non avrei finito in così poco tempo, due settimane.
E’ successo che un giorno avevo consiglio di classe o salcats cosa e mi avanzavano tre ore buche da passeggiare nel parco.
Ebbene, avevo tutto preciso in testa, ovvero di prendermi il pranzo e portare via libro ecc ed ecco che il giorno prima mi svegliano alle 3.39 per emergenze che codroipo (l’anagramma, non il paese) se sono divertenti e allora mi capita di andare dritto al lavoro senza dormire a casa e a ritrovarmi a passeggiare per Codroipo (il paese, non l’anagramma) con solo questo libro e una banana e a farne fuori un centinaio e passa. E insomma… Queste cose unite hanno causato la lettura.
E vi dico anche, se vi capita di leggerlo, di non fare come me, di non leggerne cento di fila: sono racconti che trovano la loro ragione d’essere non solo nella brevità, ma anche nella posologia, nella modalità di assunzione. Sono migliori se li mangi uno alla volta, e non come faccio io ogni tanto con le caramelle gommose, che ne butto in bocca namanciata.
Ma insomma, il libro com’è? Carino!
Carino soprattutto per l’idea, che sfrutta e ha ben sfruttato il crowd fonding e io, come al solito, ora che ho pensato di “caz devo ricordarmi di foungare questo progetto, devo ricordarmi di” alla fine non ho dato un cats come al solito. Lo so, sono una merdaccia… ma Giacomo mi perdonerà. Anzi, mi ha già perdonato, visto che mentre io gli ho regalato solo un libro, lui me ne ha dati due, ovvero anche quello serio!
Stati d’amore, comunque, lo ha pubblicato nonostante quelli come me che non sostengono le cose valide che hanno intorno, ed è un buon prodotto, anche dal punto di vista editoriale e grafico.
C’è una copertina semplice ma sensata.
Ci sono i disegni dentro, qua e là, adatti.
E’ fatto bene e non ti si scioglie in mano, che insomma, è bene sapere che anche i siti per autopubblicazione hanno fatto molti passi avanti. Quindi, se volete un libro pieno di storielle lunghe quanto gli aggiornamenti degli stati di facebook, da leggiucchiare, o regalare, o così, leggere ad altri, ecco, avete trovato questo.
E le storielle come sono? Bè, sono tante ed essendo tante, anche se si vede subito l’intenzionalità di renderle tutte diverse, è quasi fisiologico che non ci si riesca, e che qualcuna possa dare la sensazione di mipardaverlettonasimile, così come è abbastanza fisiologico che sia proprio così.
Tra le storielle troverete molti calembour, citazioni, battute, molti ribaltamenti finali, molte prime persone. Troverete le sfumature che vanno dall’amore cinico all’ammmore zuccheroso, dal tragico allo sbrilluccicoso e da quello immaginato a quello che amore non lo è.
Ovvio… non vi possono piacere tutte, ma è nella natura di un progetto simile. E’ proprio come la scatola di cioccolatini gumpiana…. non sai mai quello che.
Vediamo… lo sapete che non mi piace parlare senza farvi leggere.
Facciamo così, vi cerco una pagina con racconti corti e ve la scanno. non dico presi a caso ma quasi.
Le piglio dove vedo un disegno… così vede anche quelli.
Ecco:
Quindi l’effetto cioccolatino è più o meno così. Li mangi eh…
– Buono questo!
– non è male…
– mmm… proviamo questo.
– originale questo
– no questo non mi piace
– e vabbè.
– ahahahahaha
– mmm carino, dai.
– Ah, questo lo fotografo e lo mando a [inserire nome di soggetto a cui si darebbe un colpetto]
Insomma…. direi che avete capito.
Poi certo, qualche difettuccio magari lo trovate, è evidente. Come qualche titolo, – tutti formati da una parola con hashtag – che fa un po’ troppo da spoiler, quando cominci le prime parole del racconto, e si sa già dove si andrà a parare. C’è qualcuno che finisce proprio come sai già che doveva finire dopo le prime parole, e qualcuno invece no, ma è bello che sia così.
Dài, direi che posso chiuderla qua e dirvi che è un bel libro, adattissimo per tutti quelli che pensano che nella letteratura breve c’è valore anche quando la usi per il divertimento, per un easy writing fruibile che dietro a un paravento di giocosità nasconde comunque una organizzazione, un progetto pensato nella sua intierezza e valido, alla fine.
E, ve lo dice l’uomo de I Corti, se vi son piaciuti quelli, vi piacerà anche questo.
Vi saluto, ovviamente, con un altro scan, preso a caso da.
Munzic
Vedi di chiudere anche il Fun Cool, pigrone che non sei altro!