“Condominio Italia” di AAVV***
Paoletto aveva sette anni ma era alto come uno di dieci, quindi poco più basso di me, che ne avevo undici. Era magro come un insetto stecco e i capelli erano ricci, così quando c’erano i pidocchi ne prendeva più di tutti.
Gli feci un cenno e lanciò nella busta due arance, suo zio aveva l’agrumeto.
Subito accanto c’erano Turi e Peppino, gemelli così uguali che ci avevo speso tutta l’infanzia, per imparare a distinguerli, e solo con l’adolescenza ci stavo riuscendo.
Perché ero diventato più saggio, e Peppino più grasso.
Loro avevano portato del formaggio e Giorgio un bel vasetto di marmellata. Secondo me aveva il papa inglese, anche se sua madre lo negava, perché era tutto biondo con gli occhi azzurri e la pelle chiara.
Infine c’era Tommaso, il più piccolo di tutti, il mio preferito.
Aveva cinque anni e i capelli rasati come un soldato.
Gli occhi erano grandi, verdi, e sorridevano più della bocca, che pure non faceva altro.
Suo papa stava sempre al fronte e sua madre gli aveva cucito una tuta militare dai pantaloni di una vecchia divisa, perché così glielo ricordava di più.
Tommaso aveva anche preso l’abitudine di marciare, così sembrava un soldatino strano, tutto ligio
al dovere ma allegro. Come altra peculiarità adorava catturare le lucertole -e le ranocchie]- aggiungeva ogni volta.
Mise nel cesto delle uova.
«Le ho bollite, le ho bollite!» cinguettò.
Gli strizzai l’occhio, orgoglioso.
Una mano un po’ più esile scivolò nella cesta, facendo cadere qualche noce.
Anna aveva la mia età e, anche se era più bassa, in viso sembrava più grande, come se sapesse più cose della vita. Aveva i capelli fino al sedere, la pelle sempre abbronzata e occhi nocciola, un po’ tristi anche se rideva.
Ordinai a tutti di sedersi, spartii il cibo.
Mio padre lo faceva sempre, alle riunioni della sua banda: diceva che tutto andava condiviso, che non importava chi aveva portato cosa, chi aveva contribuito più e chi meno, perché combattevano tutti la stessa battaglia e ognuno faceva quello che poteva.
E quando qualcuno non poteva portare nulla, mangiava lo stesso.
Io ero ancora piccolo, per fare il separatista, ma da grande lo sarei diventato.
Anonimo
Grande Noemi!
Ti ho citato nel mio blog, Gelido Man, ma i Fun Cool non li fai più?
Ma perché non posso commentare con l'account Google, boh?
Munzic
gelostellato
Sì, hai ragione! devo fare un altro fun cool!
e lo farò