“Condominio Italia” di AAVV***

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“Condominio Italia” di AAVV***

Noemi mi ha mandato questo e io l’ho letto.
Noemi mi ha mandato questo perché ha vinto qualchecosa, tipo essere pubblicata qui, per essere arrivata seconda a questo concorso e io manco lo sapevo. E poi quando mi ha spedito per posta questa cosa ho scoperto che la terza era Fiorella.
Wow! mi sono detto.
La mia fan numero uno e una delle mie donne che scrivono preferite nello stesso libro!
Lo leggo.
E infatti l’ho letto e loro due mi sono piaciute. Noemi parecchio.
Credo sia la miglior cosa che ha scritto, anche se okay, non è che io ne abbia lette poi tante, ma questa era bella. Il miglior racconto dei tre.
Il primo invece proprio non mi è piaciuto. O meglio, l’idea, in po’ di inquietudine te la poteva mettere, ma era troppo lungo e non finiva più, non riuscivo ad andare avanti e avrebbe potuto esprimere le stesse cose in metà spazio, e soprattutto evitando una selva di frasi fatte e retoriche da far accapponare la pelle. Infatti, non riuscendo ad andare avanti, mi chiedevo, Cats, ma figurati come sono gli altri due se questo è così… Poi per fortuna erano belli.
Anyway, parliamo del libro.
E’ una bella pubblicazione, nel senso che il libro è piccolino e ben fatto, e i tre racconti, alla fine, soddisfano e nel complesso è stata una lettura piacevole e rapida.
Ecco, mi sono interrotto, giorni fa, e finisco oggi, giorni dopo. Troppe cose. Ho visto escher e scritto cose sulle dita, tradotto cose e visto i disegni a Sarmede, e scritto CS e post e stretto accordi e disegnato nella testa e boh, insomma, ora basta, per qualche minuto e finiamo questo post.
Le vacanze son finite. Il cartello per la partita è fatto. Ero riuscito a vuotare la mail ma adesso ne ho due da risolvere, poi?
Niente… finiamo questo post, dai. Ah, sì, è arrivata la neve, bello!
Si diceva del libretto.
Dunque, il primo racconto è un’ipotetico colpo di stato in Italia, O meglio… si prende l’italiano medio, lo si descrive declinandolo in salsa stereotipo, e si mostra come sia la sua indolenza a causare, o meglio, non evitare il declino, la decadenza. E’ un racconto che può far paura, ma come dicevo è lungo, un po’ troppo, e le descrizioni annoiano, soprattutto quandi dipingono tanti personaggi basandosi sull’idea stereotipata, che, proprio in quanto tale, la conosciamo e poteva essere ridotta. Per farvi capire, se io vi dico “il palestrato” a voi viene in mente un certo tipo di stereotipo. se poi io ve lo descrivo e vi descrivo esattamente il palestrato che avete in testa, voi un po’ vi annoiate, o meglio, ve lo aspettavate. Una volta può andare, ma se arrivo in doppia cifra vi stufate. Poi è vero, siamo indolenti, ma se tutti sono così non si capisce chi siano quelle migliaia in piazza a protestare…
Il racconto due, di noemi, è strapieno di idee, idee poetiche, immagini, fantasie, tanta tenerezza. Ma stavolta, è anche inserito in una bella storia, molto disarmante, e ambientatissima nella sua sicilia. Brava dai, anzi, vi prendo un pezzetto, perché mi va.

Paoletto aveva sette anni ma era alto come uno di dieci, quindi poco più basso di me, che ne avevo undici. Era magro come un insetto stecco e i capelli erano ricci, così quando c’erano i pidocchi ne prendeva più di tutti.
Gli feci un cenno e lanciò nella busta due arance, suo zio aveva l’agrumeto.
Subito accanto c’erano Turi e Peppino, gemelli così uguali che ci avevo speso tutta l’infanzia, per imparare a distinguerli, e solo con l’adolescenza ci stavo riuscendo.
Perché ero diventato più saggio, e Peppino più grasso.
Loro avevano portato del formaggio e Giorgio un bel vasetto di marmellata. Secondo me aveva il papa inglese, anche se sua madre lo negava, perché era tutto biondo con gli occhi azzurri e la pelle chiara.
Infine c’era Tommaso, il più piccolo di tutti, il mio preferito.
Aveva cinque anni e i capelli rasati come un soldato.
Gli occhi erano grandi, verdi, e sorridevano più della bocca, che pure non faceva altro.
Suo papa stava sempre al fronte e sua madre gli aveva cucito una tuta militare dai pantaloni di una vecchia divisa, perché così glielo ricordava di più.
Tommaso aveva anche preso l’abitudine di marciare, così sembrava un soldatino strano, tutto ligio
al dovere ma allegro. Come altra peculiarità adorava catturare le lucertole -e le ranocchie]- aggiungeva ogni volta.
Mise nel cesto delle uova.
«Le ho bollite, le ho bollite!» cinguettò.
Gli strizzai l’occhio, orgoglioso.
Una mano un po’ più esile scivolò nella cesta, facendo cadere qualche noce.
Anna aveva la mia età e, anche se era più bassa, in viso sembrava più grande, come se sapesse più cose della vita. Aveva i capelli fino al sedere, la pelle sempre abbronzata e occhi nocciola, un po’ tristi anche se rideva.
Ordinai a tutti di sedersi, spartii il cibo.
Mio padre lo faceva sempre, alle riunioni della sua banda: diceva che tutto andava condiviso, che non importava chi aveva portato cosa, chi aveva contribuito più e chi meno, perché combattevano tutti la stessa battaglia e ognuno faceva quello che poteva.
E quando qualcuno non poteva portare nulla, mangiava lo stesso.
Io ero ancora piccolo, per fare il separatista, ma da grande lo sarei diventato.

Bello, vero? Ambientato nel ’46 è sì un bell’omaggio ai ragazzi della via Pal, in un certo modo, ma è lontano dai soliti racconti gnagnosi sulla guerra che hanno come protagonisti i bambini.
Poi c’è Fiorella.
Come stai Fio’? Dai, è da tanto che non ci sentiamo. Scrivimi, se mi leggi.
Il suo è un bel racconto, che ti può strappare il cuore, a un certo punto, ma è telefonato, una cosa facile, mettiamola così. Sappiamo un po’ dove si andrà a parare, ma ci resta una pregevole costruzione dei personaggi, delle analessi e una storia che, in poche parole, è densa di varie umanità. 
V&V, per dirvi della trama, ovvero Violenza e Vendetta.
E’ tutto, dai.
Io vado avanti a leggere le poesie di diego, che mi ha mandato stasera, bevo liquore alle noci, medito che dovrei andare a letto, e non sto facendo nè la doccia nè la barba, nè un sacco di altre cose…
Delle cose che non sto facendo posso riempire il mondo, insomma 🙂
Anzi, mi spiace salutarvi così, sapete che faccio? Vi regalo una foto dei disegni che ho fotografato oggi, a Sarmede, e anche vi linko qui il cartello per la partita di domani, tanto per.

Comments

  • Anonimo
    16 Febbraio 2016

    Grande Noemi!
    Ti ho citato nel mio blog, Gelido Man, ma i Fun Cool non li fai più?
    Ma perché non posso commentare con l'account Google, boh?
    Munzic

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