“La vita davanti a sé” di Romain Gary****
«Chi è il più grande tra voi?»
Gli ho detto che era Momò come al solito perché non sono mai stato abbastanza giovane per evitare le scocciature.
«Bene, Momò, adesso faccio una ricetta e tu andrai in farmacia».
Siamo usciti sul pianerottolo e lì mi ha guardato come si fa sempre quando si vuoi far compassione.
«Ascolta, piccolo mio. Madame Rosa è molto malata».
«Ma non avete detto che il cancro non ce l’ha?»
«No che non ce l’ha ma, francamente, è molto grave, molto grave».
Mi ha spiegato che Madame Rosa aveva addosso tante malattie che bastavano a parecchie persone e che bisognava portarla all’ospedale, in una stanza grande. Mi ricordo benissimo che mi ha parlato di una stanza grande, come se ci volesse molto spazio per tutte le malattie che aveva addosso, ma ho pensato che dicesse così per descrivere l’ospedale a tinte incoraggianti.
Io non capivo i nomi che il signor Katz mi elencava con soddisfazione, perché si vedeva che aveva imparato molte cose su di lei. La cosa che ho capito di meno è stato quando mi ha detto che Madame Rosa era troppo tesa e che le poteva prendere un attacco da un momento l’altro.
«Ma soprattutto è la senilità, il rimbambimento, se preferisci». Io non preferivo niente, ma non era il caso di discutere. Mi ha spiegato che Madame Rosa si era ristretta nelle arterie, le canalizzazioni le si chiudevano e non circolava più come doveva.
«Il sangue e l’ossigeno non alimentano più adeguatamente il cervello. Non potrà più pensare e vivrà come un vegetale. Può durare ancora molto e può darsi anche che per anni abbia degli sprazzi d’intelligenza, ma non perdona, figlio mio, non perdona».
Mi faceva ridere con quel modo che aveva di ripetere «non perdona, non perdona», come se ci fosse qualcosa che perdona.
«Ma non è il cancro, non è vero?»
«Assolutamente no. Puoi stare tranquillo».
Era comunque una buona notizia e io mi sono messo a frignare. Mi faceva terribilmente piacere che si evitasse il peggio. Mi sono seduto sulla scala e ho pianto come un vitello. I vitelli non piangono mai ma l’espressione vuole così.
Il dottor Katz mi si è seduto vicino sulla scala e mi ha messo una mano sulla spalla. Con quella barba assomigliava al signor Hamil.
«Non bisogna piangere, figlio mio, è naturale che i vecchi muoiano. Tu hai tutta la vita davanti».
Cercava di farmi paura quel porco, o cosa? Ho sempre notato che i vecchi dicono: «Sei giovane, hai tutta la vita davanti», con un sorriso buono, come se gli facesse piacere.
Mi sono alzato. Be’, adesso sapevo che avevo tutta la vita davanti ma non me ne sarei fatto certo una malattia.
Ho aiutato il dottor Katz a scendere e sono risalito in fretta per annunciare a Madame Rosa la buona notizia.«E fatta, Madame Rosa, adesso è sicuro, il cancro non ce l’avete. Il dottore su questo punto è categorico».
Ha fatto un sorriso immenso, perché denti che le restano non ne ha quasi più. Quando Madame Rosa sorride diventa meno vecchia e racchia del solito, perché ha conservato un sorriso molto giovanile che le fa come una cura di bellezza.
C’è una sua fotografia di quando aveva quindici anni, prima degli stermini dei tedeschi, e non ci potevi credere che ne sarebbe venuta fuori Madame Rosa, quando la guardavi. Ed era la stessa cosa dall’altra parte, era difficile immaginare Madame Rosa a quindici anni. Non c’era nessun rapporto. Madame Rosa a quindici anni aveva una bella capigliatura rossa e un sorriso come se davanti a lei ci fosse un mucchio di cose buone e lei ci stesse andando. Mi veniva mal di pancia a vederla a quindici anni e poi adesso, nel suo stato. La vita l’ha sistemata, come no.
Certe volte mi metto davanti a uno specchio e cerco di immaginarmi come sarò quando la vita avrà sistemato anche me, ci provo con le dita tirandomi le labbra e facendo delle smorfie.
E stato così che ho annunciato a Madame Rosa la notizia più buona della sua vita, che non aveva il cancro.
Alla sera abbiamo aperto la bottiglia di champagne che ci aveva offerto il signor N’Da Amédée per festeggiare che Madame Rosa non aveva il peggior nemico del popolo, come diceva lui, perché il signor N’Da Amédée voleva anche fare della politica. Lei per lo champagne si è rifatta tutta bella e perfino il signor N’Da Amédée è sembrato meravigliato. Poi se ne è andato e nella bottiglia ce ne restava ancora. Ho riempito il bicchiere a Madame Rosa, abbiamo fatto cin cin e ho chiuso gli occhi e ho messo l’ebrea a marcia indietro fino a quando non ha avuto quindici anni come nella fotografia e così sono perfino riuscito a baciarla. Abbiamo finito lo champagne, stavo seduto su uno sgabello vicino a lei e cercavo di fare la faccia contenta per incoraggiarla.
«Madame Rosa, tra poco ve ne andrete in Normandia, i soldi ve li darà il signor N’Da Amédée».
Madame Rosa diceva sempre che le vacche erano le persone più felici del mondo e sognava di andare a vivere in Normandia dove c’è Tarla buona. Credo di non avere mai desiderato tanto di essere un poliziotto come quando stavo seduto sullo sgabello tenendole la mano, tanto mi sentivo debole. Poi ha voluto la sua vestaglia rosa, ma non si è potuto farcela entrare dentro perché era la sua vestaglia da puttana e negli ultimi quindici anni era troppo ingrassata. Io credo che non si rispettino abbastanza le vecchie puttane, invece di perseguitarle quando sono giovani. Io se fossi in grado mi occuperei unicamente delle vecchie puttane perché le giovani hanno dei prossineti ma le vecchie non hanno nessuno. Prenderei solamente quelle che sono vecchie, racchie e non servono più a niente, sarei il loro prossineta, mi occuperei di loro e farei regnare la giustizia. Sarei il più grande poliziotto e prossineta del mondo e con me nessuno vedrebbe mai più una vecchia puttana abbandonata piangere al sesto piano senza ascensore.
«E, a parte questo, cosa ti ha detto il dottore? Morirò?»
«Non particolarmente, no, Madame Rosa, non mi ha detto specificatamente che debba morire qualcuno».
«Che cosa ho?»
«Non ha spiegato, ha detto che c’era un po’ di tutto, che le so».
«E le gambe?»«Non ha detto niente di particolare per le gambe, e poi sapete bene che per le gambe non si muore, Madame Rosa».
«E cosa ci ho al cuore?»
«Non ne ha parlato in particolare».
«E cosa ha detto dei vegetali?»
Ho fatto il tonto.
«Come, dei vegetali?»
«Ho sentito che diceva qualcosa dei vegetali».
«Bisogna mangiare dei vegetali per la salute, Madame Rosa, e voi ci avete sempre dato da mangiare della verdura. Certe volte non ci avete fatto mangiare altro».
Aveva gli occhi pieni di lacrime e sono andato a prendere della carta igienica per pulirglieli.
«Cosa ne sarà di te senza di me, Momò?»
«Cosa volete che ne sia, e poi non è mica ancora detto».
«Tu sei un bel ragazzine, Momò, ed è pericoloso. Non ti devi fidare. Promettimi che non ti guadagnerai la vita col culo».
«Ve lo prometto».
«Giuramelo».
«Ve lo giuro, Madame Rosa. Per questo potete stare tranquilla».
«Momò, ricordati sempre che il culo è la cosa che un uomo ha di più sacro. Il suo onore sta lì. Non lasciar mai che nessuno ti prenda il culo, anche se ti paga bene. Anche se muoio io e a te non ti resta altro al mondo che il tuo culo, non ti devi far convincere».
«Lo so, Madame Rosa, è un mestiere da donna. Un uomo deve farsi rispettare».
Siamo rimasti così un’ora, tenendoci per mano e questo le faceva meno paura.
Ecco fatto. Vi è piaciuto?
Unknown
Mi intriga, già ordinato.
Grazie
gelostellato
che responsabilità! spero ti piaccia va.
devo anche venire a tv, devo devo devo!
gigi
l'ho comprato pochi giorni fa.
gelostellato
mi farai sapere… tu sei di gusti più difficili dei miei, penso 🙂
gigi
lo stavo per leggere (era sul comodino) quando ho visto il tuo post. Quindi ho aspettato a leggerti a libro ultimato.
Concordo in toto col tuo commento: un libro amaro e dolce che non risente degli anni, un melting pot più attuale che mai, auspicabile in questi tempi così dolorosi e attuabile forse solo in un microcosmo immaginario.
gelostellato
ah guarda, son contento che ti è piaciuto, perché a distanza di un po' mi sono accorto che mi è rimasto, come libro. Era davvero pieno di tenerezza ed è riuscito a sfuggire alla trappola in cui di solito si cade quando si fa parlare i bambini… sì sì, proprio un bel libro. E poi, attualissimo, anche.
TBMT
'Sto libro è un gioiellino, altroché.
TBMT
E ti lascio anche il mio link: http://tuttobenenellamiatesta.blogspot.it/2012/09/la-vita-davanti-se-romain-gary.html