"Delitti esemplari" di Max Aub***

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"Delitti esemplari" di Max Aub***

Lo uccisi perché ero sicuro che nessuno mi vedeva.
Ecco, sì, penso che lo farei anche io. Ci sono persone, lo dico sempre, la cui morte è senza ombra di dubbio un guadagno netto per l’umanità in generale, nel senso che il benefici della loro assenza superano di così tanto i dolori della loro perdita che non c’è da discuterne. 
Qualche esempio? Mmm… non so… basta leggere i commenti a qualche post di argomento animalista e ne escono a bizzeffe, anche se più spesso è l’ignoranza, a dominare. O pensare a gente coma la Brambilla, la Santaché o Salvini… gli ingannatori che cavalcano, insomma.
Ma la frase, in ogni caso, non l’ho scritta io.
E’ di Max Aub, quel tipo lì del libro della Sellerio, cortissimo, 40 pagine effettive o anche meno, fatto di delitti, o meglio, confessioni di delitti. Confessioni immaginarie, immaginiamo, ma nessuna è non credibile. Perché hai ucciso? sembra che qualcuno chieda, e noi abbiamo le risposte.
Mi è piaciuto? Mmm… non so. Non mi ha entusiasmato, o meglio, non quanto pare averlo fatto con il resto del mondo, o per lo meno a qualcuno.
Ma perché l’ho letto?
Dunque… diciamo che mi è capitato in mano questo, qualche settimana fa, sugli scaffali del banco del libro, e boh, insomma, lo sapete che sono attratto dai libri corti e se sono raccontini anche meglio.
Ed ero un po’ lento nel leggere Romain Gary, molto bello, che sto per finire, e allora mi sono messo a leggere questo, in un’ora buca, a scuola, e l’ho finito. 
Si sta poco.
E non lo rileggerei, anche se ho visto che c’è gente che lo fa.
Questo non leva che il libro e lo scrittore siano personaggi curiosi. Max Aub ha ben poco di tradotto in italia, è spagnolo, ha pubblicato questo libro nel 1982, quindi è vecchio di vent’anni, sto libercolo.
Aub è famoso, più che altro, per aver scritto la bio di Jusep Torres Campalan, un pittore. Una bellissima biografia, e i quadri di Campalan, ve l’assicuro, sono bellissimi. Peccato che non sia mai esistito. Detto questo, torniamo al libercolo.
Io ve lo descrivo così: facendovelo leggere un po’.
Perché in rete trovate il pdf di una sua rappresentazione teatrale, che è ottima da dare in pasto a un palio studentesco, visto che è come una serie di tanti piccoli monologhi.
Eccovene alcuni:

Quell’attore era così cane, ma così cane che tutti pensavano — ne sono sicuro — “bisognerebbe
ammazzarlo”. Ma nel preciso istante in cui pensai io, cadde qualcosa dal sipario e lo fece secco.
Da allora vivo nel rimorso di essere stato io il responsabile della sua morte.

Questo mi secca
Questo mi secca: che voi crediate che non mi ero accorta del semaforo. Invece si. Mi fermai, anche
se nessuno può testimoniarlo. Io frenai, e l’auto si fermò. Subito dopo si accese il verde e io
proseguii. La guardia fischiò, e io non mi fermai perché non potevo pensare che fosse per me. Mi
raggiunse subito con la sua motocicletta. Mi parlò in malo modo: — Cosa crede, perché è donna,
che il Codice della strada sia stato fatto solo per chi porta i pantaloni? — Gli assicurai che allo stop
mi ero fermata. Glielo dissi, glielo ripetei. E lui, che se volevo… Mi ribellai. La bugia era così
evidente che mi fece ribollire il sangue. So bene che non voleva più di uno o due pesos, tre al
massimo. Mi sta bene pagare una tangente quando si è commessa un’infrazione, oppure se si cerca
un favore. Ma in quel caso lui era in piena malafede. Io avevo rispettato i segnali!
E poi il tono: siccome sapeva di aver torto era andato in bestia. Aveva visto una donna sola ed era
sicuro di spuntarla. Io tenni duro. Ero decisa ad andare al Comando di polizia e piantare una grana.
Io ero passata con la luce verde! Mi guardò sornione, si piazzò davanti alla macchina e cominciò a
prendere il numero della targa. Non so di preciso cosa successe, ma quell’uomo non aveva alcun
diritto di fare ciò che stava facendo: avevo ragione io.
Furibonda misi in moto e partii di scatto… 

Era il mio migliore amico. Su questo non ci sono dubbi, ed io ero il suo migliore amico. Ma in
questi ultimi tempi non potevo più sopportarlo: indovinava tutto quello che pensavo. Non c’era
modo di sfuggirgli. A volte mi diceva persino ciò che mi balenava nella mente prima ancora che si
concretasse nei miei pensieri. Era come vivere nudo. Organizzai tutto per bene, ma evidentemente
lasciai il corpo troppo vicino alla strada.

Il goal era ormai fatto! Bastava dare appena un calcetto al pallone, con il portiere già spiazzato… E
lui invece l’ha spedito sopra la traversa! E quel goal era decisivo. Li avremmo fregati in pieno quei
cornuti della Nopalera. Se quel calcio che gli diedi lo spedì all’altro mondo, che impari li a tirare in
porta come Dio comanda. 

Sono carini, suvvia. Se affermate di trovarli sciatti e banali siete in malafede. Ecco, lo avete affermato… e io non sopporto le persone in malafede, se una fede deve essere dev’esser buona, altrimenti meglio nessuna fede. Ecco! E quindi? Meritavate di morire, anche se ammetto che rovinare un mouse per soffocarvi è stato un gesto scellerato.
No, tranquilli, quest’ultimo l’ho scritto io. Ma se io dovessi uccidere qualcuno sarebbe soprattutto per sofferenza, e lo farei con una forchetta. Un po’ alla volta, che ne so, una forchettata all’ora, roba così, quando mi gira. E pace se non è esemplare come delitto. E penso che sia comunque un po’ liberatorio, leggere questi delitti. Alla fine, per la maggior parte, uno pensa “be’, okay, fatto bene”.
Piuttosto, oggi questo post lo faccio corto, ma se volete leggerne ancora fate qua, e penso solo a una considerazione. 
Siamo peggiorati. E tanto.
Questi delitti, qualche decennio fa, facevano spesso sorridere. Non si ucciderebbe mai per una cosa così, ti veniva da pensare. Avete presente alcuni film comici dove si estremizza un tic, o un vizio, o una irritabile sciocchezza fino a portare qualcuno fino alle estreme conseguenze (l’omicidio). Hitchcock ci marciava con queste cose.
Ebbene… ora la maggior parte di questi delitti sono accaduti davvero. Il libro sembra esser diventato da immaginativo a descrittivo. Il piacere di una prosa secca ed efficace si conserva, ma in molti casi non c’è più lo stupore. Non sto a dire che sia bene o male, forse è solo la comunicazione che è cambiata, nel senso i delitti assurdi ci sono sempre stati, ma ora si vengono a sapere, e vengono iper reclamizzati. Boh… non è poi importante, era pour parler.
Io stasera mi finisco Gary, nell’ora buca. Poi vedrò. Voi vedetevi di diffondere il verbo dei PEM, che fa bene a tutti. 🙂

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