Tabi (breve racconto horror)
Tabi
«Tabi!», grida la nipotina di Daniele, indicando l’oscurità del salotto e artigliando con l’altra mano il divano. Ha poco più di un anno e sta meravigliosamente imparando a parlare, straziando le sillabe.
«Che c’è Cristina?» chiede sua madre, chinandosi per prenderla in braccio.
«Tabi!» ripete ridendo la piccola e costringendo lo zio a fissare l’oscurità della propria stanza, senza capire cosa stia indicando.
«No, no, cucciola. Non ci sono i cartoni là». La donna la tranquillizza con una carezza. «Sicuro che non ti sia entrato un gatto? Ha visto qualcosa…»
«Non ho gatti», risponde soprapensiero lo zio, abbassandosi per sbirciare sotto il divano. I bambini piccoli sono strani: per loro anche una tenda che si agita è degno di attenzione, pensa.
Passa più di un mese prima che l’uomo avvisti uno di quegli esseri.
Lo sorprende a sbirciare da un angolo della porta del bagno, mentre lui, davanti allo specchio, si sta schiacciando un brufolo sul sopracciglio.
È una specie di omone obeso, vagamente a forma di pera gigante, color rosso lambrusco. Alto fino al soffitto, sulla testa un’antenna circolare, possiede un corpo acquoso e lucido, come un’enorme caramella gommosa. Solo la faccia è di carne, con occhioni azzurri da fumetto giapponese e un’espressione perennemente sbalordita.
Tutte queste cose le nota dopo, è chiaro, le nota poco a poco, le volte successive.
La prima volta, vedendosi, urlano entrambi, a squarciagola, agitando le mani come tortore legate a un filo. La voce della creatura ha un che d’infantile, inquietante, ma Daniele impara subito a sopportarla, perché tutto ciò che sa pronunciare era una specie di “poo”, e fa tanta tenerezza.
Ovviamente non ne fa parola con nessuno: c’è tempo, per quello.
Vuole prima capire. Ci fa amicizia e la sua vita cambia.
Pulire, rassettare, far da mangiare… Basta chiedere. Anzi, basta pensarlo! La creatura dice “pooo”, entusiasta, e subito si mette lavoro.
Guarda la cappa del camino, quanto unto, pensa lui prima di uscire a lavorare, e quando rientra è lucida come uno specchio.
Come mi mangerei una buona carbonara, adesso, ed ecco la creatura che spadella allegra, impiattandogli una pasta da far invidia a uno chef.
E le cose addirittura migliorano, quando ne compare un’altra, di quelle creature. Non si capisce come e da dove.
Simile alla prima, è color canarino, ha un’antenna a ricciolo, e ripete continuamente Laa, con la stessa voce cigolante e gli stessi occhioni spalancati.
Sono talmente affettuose e mansuete che comincia a farle dormire accanto al suo letto, accucciate.
E a lui scappa di pensare a come sarebbe se… sentendole ridacchiare ogni volta.
Quando una notte, al chiarore dell’abat-jour, ne compaiono altre due, una verde e una blu, Daniele sorride di piacere, incollato al dormiveglia. Forse è un sogno, forse no.
Si mette a sedere e accende la luce.
Sono più grandi delle precedenti, gli occhi di un colore diverso, più acceso. Si avvicinano, come per annusarlo. Lui saluta, incuriosito. Solo dopo il primo morso, vedendo Po e Laa Laa rosse in viso, rannicchiate in un angolo della stanza, realizza che sono due femmine.
Urla di dolore, si divincola, ma gli altri due sono più forti e non hanno denti.
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Sto rimettendo a nuovo il blog, e cancello un sacco di post. Restano solo i libri, in pratica. Però quando ne trovo uno vecchio in cui c’è un raccontino, magari uno scarto, non lo butto. Ne faccio una piccola storia di gelo. Questo, forse, qualcuno se lo ricorderà. Era uno scarto, un divertissment. Lo è ancora, certo, ma ora ha un suo disegno, gli ho cambiato il tempo e l’ho allungato. Dovrei chiamarlo Tabi reloaded, o qualcosa di simile. Con il disegno si capisce benissimo chi sono i mostri della storia.,. chissà, magari ne avete paura anche voi. I bambini li adorano, ma se io ne trovassi uno, a casa, con lo sguardo cattivo, mi cagherei in mano! E poi, in ogni caso, un horror coi teletubbies è divertente.
Davide CervelloBacato
Mica male! Hanno un design davvero strambo 🙂 Tenerezza e ansia insieme. Certo vedendo dei cosi del genere mi cagherei addosso, altro che farci amicizia!
Davide CervelloBacato
Ah, mi sono accorto ora che sono Teletubbies, con l'immagine e ricordando i nomi. Uff me li ero immaginati un po' più spaventosi, ma fanno ansia comunque.
gelostellato
oddio, mi stai dicendo che c'è ancora qualcuno che legge le piccole storie vecchie di gelo 😀 ? buon per te!
e comunque quelli veri a me fanno paura, c'han le facce di porcellana!
Davide CervelloBacato
Sono un po' inquietanti sì… dicevano pure che i bambini che guardavano i Teletubbies diventavano tutti gay!