Sotto il mio portone
C’è un uomo che non sembra un uomo
Sotto il mio portone.
Non ha cercato riparo: le minacce possibili teneva già dentro.
Non cercava nessuno, non ha suonato il campanello.
Non aveva gambe per andarsene.
Né orecchie per ascoltare il toc toc del gallo e della rondine.
Indica il Sole, le stelle, le bottiglie di birra, il pane,
E ha perso un dito,
O l’ha scordato da qualche parte.
Comunque sia c’è quest’uomo, sotto il mio portone.
Spalanca la bocca, ammutolisce un grido.
Cerca la fuga, invano, bestemmia,
Non mi rimprovera, tuttavia.