"Compagno orsetto" di Mario Rigoni Stern**

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"Compagno orsetto" di Mario Rigoni Stern**

Non è questa, la copertina del libro che ho letto, ma la minestra non credo che cambi molto. Direi che è questa, l’edizione. Più che altro la domanda è: perché ti metti a leggere un libercolo bambinesco di Rigoni Stern?
Be’, mettiamola così.
Immaginate di lavorare  vicino dove ci sono delle postazioni dell’internet gratuito. E immaginiamo che ogni tanto passino di lì alcuni borderline.
C’è, per dire, quello che parla da solo, usa i floppy, si impara  a memoria i risultati della pallavolo femminile dell’est europeo e fa anche le vocine.
E c’è anche, magari uno che continua a guardare auto e farsi preventivi o qualcosa di simile.
Ecco, mettiamo che quest’ultimo non sia proprio uno stakanovista dell’igiene personale. Allora capita che magari piove, e come succede per i cani, il bagnato accentua. E come succede per Attila, ogni cosa che usi l’olfatto nel raggio di 2-3 metri viene distrutta.
Io ero potenzialmente quella cosa.
Come salvarmi?
Di solito lascio dei libri da ricollocare. Libri strategici, per dire. Che ne so, i francesi e la poesia italiana, che come tutte le cose che ti stanno antipatiche, sono collocati lontano, all’estremità di un angolo buio dove non va nessuno. Ma ieri è successo che non avevo lasciato robe da ricollocare tranne quella che stavo andando a metter giù, ovvero questo.

“Compagno orsetto” un libro dal titolo comustissimo, per bambini, di Mario Rigoni Stern, con delle illustrazioni tipo questa, e una storia di orsi e bambini. E di grandi, ovviamente, sempre a rompere.
Di cosa parla? Di questo:

Nella periferia di una grande città della Siberia ogni pomeriggio i ragazzi del quartiere si ritrovano a giocare nei giardini che confinano con una grande foresta di pini e betulle. Giocano con le slitte, costruiscono pupazzi, fanno gare di corsa con gli sci e battaglie a palle di neve. Che cosa succederà quando si avvicinerà incuriosito un orsetto? Che cosa farà la sua mamma, un grosso bestione immobile nella neve al limitare della vicina foresta?

Bene, vi dirò. E’ stato utile per salvarmi cinque minuti dal tornado di puzza, ma non mi è piaciuto.

Boh… non so perché. Forse perché è una storia troppo vera, anzi, per quanto ne so, e visto l’autore, probabilmente lo è, o comunque siamo molto vicino. Che ci vuole, dove ce ne sono, a che un cucciolo d’orso venga adottato dai bambini? Certo, la vedo un po’ più difficile che si prendano a zampate, perché per quanto piccolo, l’orsetto bianco, un occhio te lo cava, ma vabbè, il significato c’è.
Sì perché ovviamente gli umani pongono rimedio alla cosa, e viene istillata l’idea – e questo è uno dei motivi per cui non l’ho gradito granché – che gli adulti non capiscono la meraviglia di un cucciolo d’orso che gioca a palle di neve con una torma di bambini sciamanti e gaudiosi… soprattutto se mamma orso è al limitare del bosco.Bisogna chiamare le guardie e ciò fa apparire il tutto come una cattiveria, perché si sa, la guardie hanno il fucile pronto, anche se, si scoprirà, caricato di anestetico.
Insomma… alla fine sembra che l’intento sia di mostrare come “trattare gli animali con grande amichevolezza”, mentre ora, il risultato è: “Magari, li trattassimo così, gli animali!” 
Sì, perché alla fine, le guardie, non sono le solite cattivone, ma molto umanamente ristabiliscono l’ordine delle cose: orsi con orsi, bambini con bambini.
Ah, posso dirvi che c’è anche una appendice didattica, di domande e temini, visto che il libro è per bambini di 2-3 elementare, credo, o giù di lì.
Niente… basta così, per ora. Era un post inutile, lo so… più che altro vi avrò messo a conoscenza che Rigoni Stern ha scritto qualcosa per bimbini. Però dai, sono stato bravo, almeno non vi ho parlato di elezioni 🙂
Anzi, per farvi vedere che sono ancora più bravo vi saluto con delle immagini belle.
Sapete chi è Anton Semenov? No? Nemmeno io! Ma mi sono imbattuto in alcune sue illustrazioni, che vi regalo, perché sono inquietantemente belle… alla prossima.

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