
"Notte rock al jungle garden" di David Metzenthen***
Oramai l’ho letto domenica scorsa, questo simpaticone di libretto, che all’inizio mi piaceva perché aveva una gran qualità: era frizzante.
Poi però si è un po’ perso non tanto perché sia diventato meno frizzante, quanto perché scivolato in un paio di clichè davvero troppo clichettosi (la figlia di discografico riccossimo con stravilla galattica ma triste che si ddroga e ha tutto ma le mancano le piccole cose e l’affetto… e insomma, ci siam capiti) e perché la frizzanteria del protagonista comincia a diventare un po’ pedante e la sua falsa modestia va prendendo la via della boria.
Poi però si ravvede, e il finale, per quanto scontato, doveva essere così e diciamo pure che il forse, piuttosto del E vissero tutti felici e contenti, diventa quello che mi ha fatto mettere tre stelline, invece che due.
Di bello, tra i personaggi, il batterista con un braccio solo,
di noioso, la bassista strafiga, che però, alla fine, è talmente figa che non dà fastidio.
Due parole sulla storia?
Ma sì dai.
C’è il protagonista che fa il tecnico di un gruppo rock australiano. Buono eh, il gruppo, fuori ma non troppo, droghe sì ma poi han smesso che non fanno bene, e tanta voglia di sfondare e bla bla bla. Chiaramente, e qui la parte un po’ gnegne, quando suonano al Jungle Garden, locale il cui proprietario è un discografico. Chiaro, la figlia fa la cameriera, ma il nostro Josh, giovanotto contento di fare il tecnico, in quanto il musicista lo farebbe volentieri ma è proprio negato, non lo sa, e sfigato com’è, le risulta pure simpatico. Certo, quasi nessuno gli crede quando racconta che suo fratello è il cantante, vuoi perché quello è un figo, vuoi e soprattutto perché sono figli di padri diversi, e quello di suo fratello era scuro. No, non di carattere, proprio aborigeno.
Anyway, dopo tutto questo buonismo, alla fine, il libro lo salvo lo stesso. Alla fine parla di rock, e a me va bene. E per questo solito post inutile, cosa vi lascio?
Non lo so.
Posso dirvi per esempio che – a proposito di rock – è uscito il nuovo di frusciante, John, quello dei Red Hot, e se è vero che ha smesso con le droghe, dev’essere solo perché ha trovato cose migliore per sballare. Provate ad ascoltare i primi minuti di Enclosures e capirete…
Poi potrei dirvi che domani faccio uno spettacolo che mescolo storia e narrativa.
Racconti brevi inseriti su un impianto storico per ricordare l’anniversario della Prima Guerra Mondiale, i 100 anni, e voi direte, ma no, gelo, i 100 anni sono nel 2015. Per voi, forse, qua in friuli non eravamo sotto l’italia, per un pezzo di regione, e quindi quel pezzo era già in guerra dal ’14, e insomma… facendola corta, domani sera, alle 18.00, se siete di queste parti, a San Giorgio di Nogaro, lì della biblioteca, A 99 o 100 anni dalla Grande Guerra, tutto in friulano, eh, letture di racconti che inframmezzano una parte storica, ma che coi libri ha molto poco a che fare.
Alcune cose, se fossi in voi, le leggerei anche se non siete friulanofoni. Per esempio queste tre storie, che trovati qui sull’osteria, e che rendono un po’ conto di come ci siano stati – e non se ne parli molto, o comunque non come per la guerra successiva – strupri di guerra dopo il ’17. Gli orfani dei vivi, è un concetto che fa rabbrividire… perché si sa, se non è tuo sangue è merda, per i molto poco umani esseri del ’17 e seguenti… ma vabbè.
poi? boh… Vi dico che ho scoperto che nel 2012 è uscito il film del Lorax, e dev’essere meraviglioso.
vi lascio qualche immagine:
e per oggi basta, e magari vi racconto già del Lorax va, ma non oggi.