"La lucina" di Antonio Moresco****
Stamattina ho trovato una farfalla morta, tra la zanzariera e la finestra, dove è rimasta evidentemente intrappolata senza che io me ne accorgessi. […]
Ho aperto la finestra. L’ho presa per un’aluccia stecchita e sono andato a buttarla nel gabinetto. Ho tirato l’acqua, ma non è stata inghiottita. Ho aspettato che la vaschetta si riempisse e ho tirato di nuovo l’acqua. Continuava a volare là dentro, in fondo al water, nel mulinello dello sciacquone.
E’ andata avanti così per un giorno intero. Tornavo ogni tanto a vedere se la farfalla cera ancora, se si era finalmente dissolta. Ma era sempre là, a filo d’acqua, leggerissima ma indistruttibile, neppure un frammento delle sue ali che sembravano così fragili si era staccato. Orinavo nel water, colpendola col getto, dall’altro. Ma non si rompeva. Tiravo di nuovo l’acqua, la farfalla riprendeva a mulinare là in fondo. Quando l’acqua finiva di scrosciare nel piccolo spazio dello scarico, la farfalla era ancora là, galleggiava a filo d’acqua con le sue ali aperte, stecchite: indistruttibile, intatta. […]
Prima di andare a dormire, sono andato a guardare un’ultima volta dentro il water. La farfalla era sempre là. Ho tirato di nuovo l’acqua. Ha turbinato un po’, nel mulinello dello sciacquone. Poi è riemersa, con le sue ali completamente allargate, immobilizzate nel punto della loro massima espansione.
Mi sono chinato, ho allungato la mano dentro lo scarico e l’ho tirata fuori dall’acqua. Con l’altra mano ho staccato alcuni segmenti di carta igienica e li ho avviluppati due o tre volte attorno al corpicino irrigidito della farfalla, per fargli acquistare peso.
Ho tirato un’ultima volta l’acqua.
Solo allora, avvolta nel suo sudario, la farfalla si è finalmente inabissata.
Elisa Sala
Che vuoi che ti dica? Io ho dato la mia interpretazione, tu dai la tua. Lui non poteva lasciare quel bimbo solo… E' un libro che lascia il segno.
Un giornalista scrisse:
. La lucina ha per Moresco un vero e proprio valore testamentario, è lui stesso a dichiararlo, proprio per le caratteristiche intime e segrete del testo. Un libro da rileggere e meditare, forse non per capire, ma per coltivare l’irrinunciabile stupore per il mondo, per i mondi. “C’è solo, da ogni parte, questo disperato pullulare di vita e morte attraverso il tempo, lo spazio, questo disperato fantasticare…”.
gelo stellato
già, alla fine sì, anche io mi sono fatto l'idea del non poter lasciare solo il bimbo, alla fine c'è malinconia, ma non tristezza, sia nella vita sia nella non vita, ma la scelta è arrivata perché ogni tanto si mette davanti gli altri, a se stessi. Sì, un libro denso. Grazie per il consiglio. 🙂