"Il nemico invisibile" di David Matzenthen**

uallabia

"Il nemico invisibile" di David Matzenthen**

E questo l’ho letto ieri sera. Anzi, notte.
Non dovevo, in realtà.
Venerdì sono stato a vedere la mostra su Pollock e gli irascibili (bella) e quella su Wharol (inutile) a Milano e colpa di quel cazzetti di babbioni (vampiro elvezio echo e munzic stronzi tutti) mi han fatto rientrare a casa alle sei di mattina, che poi pure avevo lezione, alle otto, e insomma… io non è che poi pomeriggio vado a dormire, figuriamoci, e nemmeno è che la domenica mattina mi piace dormire fino a tardi, anzi, e quindi fatto sta che ieri ero più o meno capottato e after doccia del pomeriggio a me piace tentare di leggere, mentre nudeggio nel letto, e non potevo certo leggere roba impegnativa e allora, visto che un capitolino (4pagine) l’avevo letto mentre la vecchia era al parco, e mi pareva quasi carino, come inizio, e poi ero tipo a un terzo, mi son detto, massì dai, leggiamoci questo ennesimo corto, che magari è buono..
E insomma, per farla corta, stanotte tipo a notte fonda mi sono deciso a finirlo, anche perché già non mi stava più piacendo tanto e quindi, siccome ho letto una ventina delle pagine centrali pure alla donna, sappiate che ve lo spoilero anche, così posso parlar male del finale, che non mi è piaciuto.
Peccato, perché secondo me delle potenzialità c’erano.
Allora, la storia è questa. Ci sono Karli, c’è Sarge (che è il cognome, perché poi lui è Jeremy) che vengono presentati subito e qualche motivo di interesse lo destano. Karli corre, corre tanto, fa atletica, le piace, è elastica e flessibile, e in fin dei conti piuttosto tesa all’essere popular, a scuola.
E poi c’è Sarge, molto borderline, grande grosso e muscoloso e tutto teso alla passione militare… piastrine al collo, libri militari, foto di elicotteri nell’armadietto. I due si incrociano perché aKarli, mentre si ferma all’oasi naturalistica, appena fuori il campus universitario, sparano.
Oh, tranquilli, niente di che, sparano vernice bianca, così come ai canguri.
Un pazzo in mimetica e passamontagna.
E allora ecco che i due, Sarge e Karli, cominciano ad andare a correre insieme e a indagare su chi diamine sia il pazzo in questione. 
L’individuo sfida sarge in una sorta di guerra per finta, a trovarlo, al buio, a tendersi imboscate, a fare, insomma, una sorta di battaglia che decreti se lui può o non può stare dentro quell’oasi.
Insomma… Sarge è preso bene, benissimo, perché finalmente capirà se è tagliato o meno per fare il milite. Non lo sa, e una prova è quello che ci vuole. Karli crede di saperlo, ma poi, sorpresa delle sorprese, è lei tutta gasata a trovarsi a desiderare di spaccare il culo al tizio. Insomma…. il tema è chiaro, i due cercano la propria identità, e mentre uno la trova, l’altra si vede messa in crisi. Ma cosa c’era che non andava?
Due cose soprattutto.
I dialoghi fanno schifetto. Cioè, dicono cose che paiono slegate tra loro, senza una logica e con poca parvenza di realismo. Non dico che siamo a livello del Che ora è, è giovedì, però non sono nè fluidi nè sensati. La seconda cosa fastidiosa è il finale, ridicolo. Prendono e smascherano il tizio e questi chi è?
Un giovanotto che dice di fare lo scrittore e che ha fatto tutto per hobby, perché gli è capitato, perché insomma era simpatico stare al gioco che gli era capitato mentre veniva a cercare ispirazione all’oasi.
E ti chiedi:
Scusa?
Con un fucile?
Scavalcando il filo spinato con una scala particolare e nascondendola?
Con un passamontagna e una mimetica?
E sparando proiettili di vernice ai canguri e agli esseri umani?
Ma andiamo!
Insomma… non regge, e questo irrita. Peccato, perché comunque il tutto si leggeva abbastanza bene e non è che, come quello là di Matilda, ti pesa leggerlo. Però non ci siamo, i “giovani adulti” saranno anche ingenui, ma la percepiscono, una incoerenza nella trama e si fanno domande.
E quindi è tutto.
E ora posso fieramente allineare questo libercolo nell’inutile post dei libercoli.
Almeno ho imparato cosa sono i uallabia, che poi, non sono nient’altro che canguri, più o meno circa quasi, tipo questi qua in parte. Dai, a domani, che vi divertirò coi plagi. 🙂

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