“Nikita” di Carlo Lucarelli***
E insomma, continuo con la serie di questi libri corterrimi.
Ho cominciato Pinketts, che però siccome lo sto leggendo a voce altra mica l’ho finito, ché ogni volta ci addormentiamo come cinghiali, e allora mercoledì mi sono accorto che i Lucarelli erano due.
L’altro del violinista, e questo, che indovina indovina di chi parla? Di Coliandro!
E io ricordo ancora che non mi piacque, il Coliandro che lessi, eoni fa, ma che comunque, anche adesso, ha quel piglio da scapestrato e cafone che non te lo fa rimanere antipatico.
Qui, sul breve, vi dico che mi è piaciuto, questo poliziotto che è una via di mezzo tra un coatto bolognese, tuckelberry di scuola di polizia e un bacchettone sfigato, ma in fin dei conti onesto.
La storia?
Vabbè, un omicidio, due killer travestiti da naziskin e una storia che passa in rassegna tutti gli stereotipi delle derive giovanili di vent’anni fa, i punk, gli skin, i rappettari, e via avanti… se penso ad adesso, che dovremmo infilarci emo e hypster, mi vengono i peli dritti.
Coliandro lavora all’ufficio passaporti, declassato, ma si sa, il richiamo del poliziotto in lui è vigile ed eccolo fiondarsi sul luogo del delitto e interrogare, in modo molto poco professionale, Nikita, ovvero simona, una specie di punk dalle belle gambe. E via, in due, cercare di salvare il culo a un giovinastro, tra centri sociali e locali, tra concerti e rocambolesche figure di merda di Coliandro, che non ne azzecca mai una.
Il finale è poco chiaro, per me, perché non capisco cosa succede di preciso, ma per il resto, come impianto, la storia regge e devo dire che, pur non essendomelo finito a pranzo, come al solito, perché c’era troppo lavoro, ho fatto fuori le ultime 10, di questa 60ina scarsa di pagine, mentre aspettavo il consiglio di classe la sera e le ultime due la mattina dopo, perché figuriamoci se non mi addormentavo con gli occhiali in faccia.
Comunque, unica cosa che mi viene in mente, è che questi librettini corti, scritti per ragazzi, non sono male, come scopo didattico per iniziare alla lettura. Vi spiego… se avete di fronte il classico ragazzetto che i libri sono paragonabili a una malattia fatta di diarrea+scabbia+beriberi+emorroidi, ebbene, potete provare con la roba corta, che si legge subito, e che magari è anche un po’ scazzosa, come questa. Qui, la prima persona di Coliandro è simpatica, soprattutto quando fa le citazioni dei vari poliziotti da film. Certo… quanto un ragazzetto di adesso conosca l’ispettore Callahan e John Wayne, è tutto dire… ma non è necessario. 🙂
E’ tutto, direi, anche troppo per queste poche pagine. Al prossimo, che magari parliamo di Buzzati. 🙂
Anonimo
lucarelli, febbre gialla, edizioni EL / sempre per la collana I corti. 92 pagine
gelo stellato
ah, grazie, tre ce n'è… questo non c'era però sullo scaffale, ma posso vedere altrove.
Intanto leggerò altri… son simpatici. 🙂