Il diario segreto di Pollicino" di Philippe Lechermeier e Rebecca Dautremer*****
Questo è un libro strano. Un libro bello. Costoso, ma non costosissimo. Che si può regalare, e che è da possedere. Un libro che se non l’avessi lo vorrei e non è, non del tutto, un libro per bambini.
Vi dico che, ora che l’ho finito, ma già da quando l’avevo iniziato, sapevo già dove l’avrei riposto, nella mia libreria.
L’avrei riposto a fianco del Codex Seraphinianus, sì, in quello scaffale di libri belli, grossi, importante e per certi versi, visionari.
Non che questo, col codex, c’entri, anche se non me lo viene a dire, la disegnatrice – bravissima, Rebecca Dautremer, che non lo conosce, non le credo, anche se segue altri stili e direzioni.
Perché sì, grande merito ha l’autore dei testi, che da un’idea piccola piccola, tirar fuori un diario di Pollicino, segreto, aderente alla fiaba ma con un’esplosione di fantasia che dona le sfumature agli scheletrici fatti di Perrault, riesce a tirar fuori un risultato grande, con fantasie e simpatie. Si inventa i nomi dei fratelli, delle fidanzatine, degli amichetti, del professore di Pollicino. Sono personaggi che prendono vita e tridimensionalità, soprattutto nel caso di Popina, la matrigna, che è il vero, autentico villain della fiaba, molto più che la strega e l’orco, mai veramente pericolosi.
Si diceva dei disegni, quindi, che hanno qualcosa di più che bellezza e arte e che se sono piccoli quadri, a volte, con un guizzo visionario che trasforma le parole in immaginazione.
Insomma… abbiamo bisogno di questo, per le nuove generazioni. Che vedano oltre, che vedano realtà che non esistono a partire da quelle esistenti. Che lo facciano nelle fiabe, come abbiamo fatto noi, quando ci parlavano di Orchi e Streghe, di draghi dalle sette teste e acqua che balla.
Ma basta parole. ci voglio i disegni. Dovete vedere, di cosa si parla, quando si parla di visioni.
Già la copertina la dice lunga, tra l’altro, con questo androgino Pollicino che è ben terribile, per certi versi, ma buono come il pane, e soprattutto, lo sappiamo, piccolo piccolo piccolo, pieno di soprannomi, che ci annota con cura, classificandoli..
Vado per esempi precisi, per raccoglie una frase, una metafora, una similitudine, che generano visione. Prendete qui, dove Popina, la matrigna, risponde a male parole a Pollicino, che chiede cibo.
“Mi ha rifilato una sberla e la mia testa ha rintoccato come una campana.”
E prima, magnifica tavola, secondo me, quella che ritrae il maestro Macario, e viene da queste righe:
Infatti, da quando non c’è più niente da mangiare, la scuola è chiusa.
“Non si impara niente con la pancia vuota!” ha detto il maestro Macario, il nostro insegnante. E dopo aver ingoiato i nostri quaderni, se n’è andato. (Ha fatto un sol boccone del mio quaderno di poesia, fingendo che fosse leggere come la panna montata! Ma ha fatto fatica a finire quello di Bertoldo, zeppo di errori. Ha digerito male il manuale di trigonometria. Gli sta bene!)
Oppure ecco qua un disegno normale, cioè senza visione, che però è denso di meraviglia, perché una cosa è immaginare che “hanno appeso al soffitto un vecchio tappo sul quale sono comodamente sistemato” e un conto è vedere questo:
E poi, oltre ai disegni, ci sono i testi, che li creano. C’è questo impellente e bambinesco bisogno di Pollicino di scoprire il mondo, catalogarlo, analizzarlo, dividerlo e mescolarlo. C’è la conoscenza filtrata dal suo spirito ribelle e da un ottimismo elevato alla n. E così si incontrano tavole che ci devi mettere un giorno intero, a guardare, dovo ogni centimetro, ogni tratto, nasconde una scritta, un’ombra, una sfumatura… Guardate qua, quando Pollicino decide di disegnare le orecchie..
E poi? E poi basta.
Anzi no. Voglio lasciarvi ancora una tavola bella, anche perché sono duecento pagine, eh, quindi anche se non sembra, se lo aveste in mano, capireste perché ho impiegato mesi, per leggere la storia di Pollicino. Vediamo… una piena, a pieni colori, ci sarebbe l’orco, la dentiera di Popina, i fratelli, la strega, i magnifici stivali dalle sette leghe… cazzo, comprate questo libro, regalatelo a vostri figli dai sette-otto anni in su, leggetelo voi e imparate a vedere il mondo con gli occhi di Pollicino.
Ecco, ho trovato.
Immaginatevi nel bosco, in una casetta appesa a un albero, una mangiata di bambini che si racconta storie di mostri, di lup
i, di orsi e del terribile Barracuda del Nicaragua, che non sapendo com’è fatto, si inventa. Ecco come vi immaginate, quando intorno arrivano i rumori della notte…
i, di orsi e del terribile Barracuda del Nicaragua, che non sapendo com’è fatto, si inventa. Ecco come vi immaginate, quando intorno arrivano i rumori della notte…
E’ tutto. Vado a riporre questo libro, ma lo presterò. A chi lo vuole, a chi se lo merita.
Per voi ecco qua, fossi in voi lo comprerei, che adesso,
qui su libreria universitaria costa solo 15 euro invece che 20.
Compratelo… è una meraviglia.
Camilla P
Le illustrazioni della Dautremer sono bellissime: ho visto questo volume in libreria e l'ho sfogliato incantata. Le immagini che hai condiviso mi piacciono molto 🙂
gelo stellato
verissimo! e dentro c'è roba molto migliore!
Eddy M.
eh, la madonna! Mi sa che ci faccio un pensierillo… 🙂