Agosto 2013

Volevamo fare i marinai, gli esploratori, Gli scrittori, I medici; Volevamo prendere sottobraccio la vita, Avere pensieri attenti E rigogliosi, piuttosto che ombre, o sfumature. Invece siamo muratori. Costruiamo, Non facciamo altro, E costruiamo da mattina a sera, E di notte, E persino - se non di più - di domenica E nei

Oggi sono uno di quelli, Uno di quelli con più tasche, Che mani, E con più fame che sazietà. Uno che viene dal sacco [di corda e carta e vesti In cui conservano quelli che hanno Da dire Ma non l'han detto ancora. Che si sono litigati le

Passa Ferragosto, Col chiasso incollato ai piedi Nudi, La faccia sporca di gelato e un sorriso Triste, Di chi ha già dato tutto il meglio, Per quest'anno O questa vita. Lui passa Ormai non suda più, Non spalanca le finestre; Tiene in mano Una manciata di bottoni, Alcuni scuciti, Scompagnati,  Altri nuovi, da attaccare.

Non siamo stati attenti, Non abbiamo ricordato, né portato con noi L'occorrente. Ci siamo sentiti a disagio, imbarazzati, miseri. Siamo stati quelli in disparte, cone le mani sperdute a cercare Una posizione, una preghiera che non sia Nelle tasche. Abbiamo ammazzato senza pietà Sbadigli, puzze, starnuti. Seppellito i loro