"Le ore buie" di Vincenzo Barone Lumaga***

le-ore-buie-lumaga-gelostellato

"Le ore buie" di Vincenzo Barone Lumaga***

Sì, lo so… sono millantanni che non aggiorno. 
Non so perché… viene l’uomo nero che si chiama tempo e mi dice ciao, mi dice che ha dato via il mulo al Lavoro 1, al Lavoro 2, al Lavoro 3, alla Donna 1, la Donna 2, la Donna 3, e poi l’Amico1 e 2 e 3, e poi io gli dico, Ma devi smetterla di dare via il mulo! Perché è facile fare la mulattiera con il mulo degli altri, ma lui mi dici che lui è me e anzi, continua dicendomi che c’era la Scartoffia 1 da fare, la Corsa 1 e 2 e 3 alla quale non so rinunciare e poi… e poi… insomma, avete capito. 
Ho letto il libro del Barone tre settimane fa e solo ora ve ne parlo.
Solo ora, sì, proprio adesso che da pochi giorni è scaduto l’Horror T-shirt, e ho trovato il tempo di partecipare e buttar giù le mie cento parole (anche sennò perché non lo vinco mica il libro con Cristina, che per altro mi ha già lanciato la sfida per il 300) e Scheletri e il Barone sono due cose vicine.
Vicine perché ci siamo conosciuti lì, certo, secoli fa.
E ricordo benissimo che mi piacevano i raccontini del BlackBaron, e abbiamo fatto le fosse, e abbiamo pure collaborato un po’ col Micropulp, e pure mi ha fatto da giurato nel funcool e… ecco, ti accorgi che alla fine non hai mai visto uno in carne e ossa ma ci hai fatto un sacco di cose: beato terzo millennio!
E allora era chiaro che se lo beccavo io, da recensire, lo volevo, questo prima antologia di racconti brevi di Vincenzo Barone Lumaga, edita per la Milena edizioni e intitolata – con senso – Le ore buie (qui un’anteprima, se vi va).
E quindi come si fa? Come ve ne parlo? 
Semplice, lo risfoglio insieme a voi e vediamo.
Ah, ma prima vi posso dire che, come immaginavo, qualche lettura che avevo già visto c’era, poca roba, e forse era quella più datata, visto che quel paio di brani erano quelli che peccavano di qualche ingenuità maggiore. 
Ah, e poi voglio fare anche una premessa. Una cosa che magari ho detto già, una questione di onestà. Risale a un bel po’ di anni fa, e me la insegnò quello che allora era, e mai altri non saranno, il garzone di macelleria (ciao Luigi). La cosa riguarda i racconti che non sono originali e magari, causa inesperienza, peccano un po’ nella gestione dell trama, dell’originalità. Ecco… un racconto può essere non originale, eppure intellettualmente e narrativamente onesto. 
Ora, io non ve lo sto a spiegare, non saprei nemmeno come fare, ma questa onestà, dopo che hai letto qualche centinaio di racconti di underground letterario, la riconosci subito, e il Barone, questi racconti de Le ore buie, sono onesti. Ed è una bella cosa.
Dunque, l’edizione è carina e piacevolmente comincia con un brano poco conosciuto del Leopardi, che poi direi che vi posso anche copincollare:

Poco fa sulla mezza notte appunto, si e compiuto per la prima volta quell’anno grande e matematico, di cui gli antichi scrivono tante cose; e questa similmente è la prima volta che i morti parlano. E non solo noi, ma in ogni cimitero, in ogni sepolcro, giù nel fondo del mare, sotto la neve o la rena, a cielo aperto, e in qualunque luogo si trovano, tutti i morti, sulla mezza notte, hanno cantato come noi quella canzoncina che hai sentita.

E poi si parte con le ore buie, che come tutti sanno cominciano con Il crepuscolo, la prima parte di raccolta, che tra un raccontino brevissimo (e un po’ telefonato) e uno lungo, a tema misteriosi tatuaggi, trova qualcosa che mi soddisfa soprattutto in “L’ospite della Miramon” dove si ripesca un vero mistero per dargli una lettura orror-fantastica, piuttosto che in Brindisi per il morto, classicissima horror short story declinata all’italiana, (e vorrei ben vedere, visto la capatanta che ci facevamo con sta storia della declinazione italica delle ambientazioni), e alla fine, anche la crudezza de I volti, nonostante la sorpresa un po’ annunciata, è apprezzabile.
La seconda parte è dedicata alL’ora delle streghe, e se in Sid Tibi Terra Laevis, abbiamo un poliziesco, più che un horror, diciamo pure che in Ciò che resta di me, brevissimo, si ha di quell’horror semplice e incisivo – in seconda persona per altro – che piace a me. E poi, dimenticavo, come in “Assolitorna spesso il tema della musica, che sennò, il barone, mica è un bassista tanto per dire (e se non sbaglio ci sono citazioni musicali anche nei nomi, e sparse qua e là). Meno buono e più ingenuo (io non l’avrei messo) Tsantsas, con una storia piuttosto prevedibile e una prosa che non è (più) quella dell’autore, di solito più asciutta e meno impersonale. Carino anche Il bacio dall’abisso, che un brividino te lo strappa.
E la terza parte è Prima dell’alba, quando le ore buie stanno per finire, e si apre con Amadryas, non originalissimo, mentre migliore è Al largo della costa viola, dove l’ambientazione ripaga. Il campo delle ceneri, racconto forse più lungo, è anche quello che ha una complessità maggiore, a livello di struttura, regge bene, anche se a tratti si ha il sospetto di sapere già cosa succederà. 
L’antologia si chiude con altre 2 short story, tra gli alti e bassi soliti, anche se Stanza 106, secondo me, è il solito racconto sentinellesco, che però è bene confezionato, e qui, ecco, torno all’onestà di prima, perché non ti senti preso in giro e anzi, un piccolo “oh” te lo strappa.
Bene. 
Ce l’ho fatta.
Vi ho parlato di una antologia di 17 racconti brevi d’orrore underground e dopo secoli ho aggiornato il blog. 
Le ore buie è il secondo prodotto di questa casa editrice, se non erro, a ho due lance da spezzare. In un mondo dove succede questo pubblicare un libro di un esordiente, che si sa, con la raccolta di racconti solita venderà le poche copie che può nei suoi dintorni (di carne e di web) e poi stop, ma sbattersi per un prodotto comunque più che discreto a livello di editing, grafica, materiali eccetera, è un grande merito, e ancora migliore se, in un mondo dove l’inferno costa 25 euro, si propone il libro a 9euro. Condividetene tutti, che è opera buona e giusta.
Ho finito.
Grazie Barone.
Hai ancora da fare meglio, ma strappi la sufficienza, e questo è bene.
Alla prossima!

Comments

  • 3 Luglio 2013

    Altro libro da aggiungere alla liista, allora. Si trova anche in digitale?

    reply
    • 3 Luglio 2013

      mi par di no.
      ma è perché vuoi far del bene all'underground italiano o perché vuoi imparare dagli errorucci del barone? 😀

      reply
  • 3 Luglio 2013

    È per leggere racconti, che quest'anno non ne ho ancora letti.
    Ma prima devo sfoltire il mucchio. E siccome non ne parli male… prpvo a vedere come sono.

    reply

Post a Reply to Riccardo Sartori cancel reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.