“Calavera” di Marco Siena (epub)**(*)

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“Calavera” di Marco Siena (epub)**(*)

Voglio essere breve! Mi obbligo stavolta… anche perché porcapassera, è un ebook da una cinquantina di pagine scorrevolissime che si può leggere, per dire, mentre andate in treno a Trieste a vedere la mostra di Dracula, quindi in un’ora e mezza o poco meno, ecco.
[che poi, non me lo ricordavo, gli impalati da Tepes erano impalati con tanta cura e ammmore che duravano vivi per giorni, a volte anche una settimana e morivano di fame sete o perché i corvi gli mangiavano occhi e lingua… ah, altri tempi!]
Ed è godibile, dài, questo proprio non glielo si deve negare.
Perchè ci sono torte, che son sempre quelle, sempre gli stessi ingredienti, e sai già di cosa sapranno, epperò, se son fatte bene, con cura e una certa eleganza, te le mangi volentieri.
Più o meno è fatto così, questo Calavera, di Marco Siena.
Gli ingredienti sono i soliti, di quelli che prendono un suicida, la cui vita è andata a puttane (senza nemmeno trovarle) e oramai non ha più niente da dire al mondo se non addio. Lo prendono, lo chiamano Mickey, lo mettono davanti a un cappio e aspettano che arrivi qualcuno, a interrompere l’esiziale gesto, proponendo, offrendo, modificando, in qualche modo, la strada che oramai pare segnata. 
Considerato che le calaveras sono i teschi di zucchero messicani, quelli per festeggiare il giorno dei morti, che provengono dalla canna da zucchero, la stessa, sì, da cui si fa il rum, quello buono, che poi è la prima cosa che ti offre un tizio ben vestito, che comprare di punto in bianco tra te e il tuo cappio.
E insomma… dài, l’abbiamo capito tutti chi è Calavera, anche con la variante di essere un caliente e messicaneggiante – e losco, of course – figuro. 
Però insomma… diciamo che questo è il difetto principale dell’ebook, ma è anche un difetto assolutamente annullabile, ovvero, un non-difetto, se lo sapete prima, e io ve l’ho appena detto.
Ve lo spiego così:

– E’ per caso una torta di mele, quella lì sul tavolo?
– Sì, sei cieco, si vede.
– Ah.
– Sì?
– E… è buona?
– Sì, squisita.
– Ah…
– Posso averne una fetta?
– E prenditela, scemo! E’ gratis!

Avete capito? No? Non importa. Comunque, questo Calavera è così. Vi racconta una storia che saprete quasi subito di cosa parla e sospetterete fortemente di sapere come va a finire (e andrà a finire proprio così, com’è giusto che sia), però questo non vi impedirà di gustarvela, perché gli ingredienti sono mescolati ottimamente, buona struttura, lettura scorrevole, poco spazio alle menate e una struttura che parte in media res e rielabora con un paio di lunghe analessi i fatti che portano all’epilogo e la descrizione del villain che – come non poteva essere diversamente – fra le righe mette sotto accusa la categoria dei banco-finanzieri, con una visione, se Marco mi permette, fin troppo manichea, che insomma, ‘sto Cave, pura essenza della cattiveria, mentre a volte, temo, i banchieri ti mandano sul lastrico senza nemmeno accorgersene, in this-is-business way.
Conclusioni?
Che è una buona lettura, ma non dovete aspettarvi che sia originale, e allora ve la gusterete.
E poi è gratis e, credo, apprezzerete come ho apprezzato io (anche nell’altro suo ebook) una caratteristica della scrittura di questo figlio del grunge: la scorrevolezza nella semplicità. Pochi arzigogoli (cazzo di parola è, arzigogoli? erano settordici secoli che non la usavo!) e molto diretta, senza badare granchè agli abbellimenti. In una storia come questa è un pregio non da poco.
Leggetelo, quindi, se avete un ereader da riempire.
Poi?
Chiudo ringraziando Marco per avermi fatto provare spotify, di cui ora sono diventato dipendende. Gli chiedo come sia possibile che io lo stia seguendo due volte, su spotify, e gli dico, se non lo ha ascoltato, di ascoltarsi il disco dei Mad Season ri-edito (grazie gigi), con le versioni live e i gli inediti.

Comments

  • 15 Aprile 2013

    Lo dovrò provare, poi ti farotti sapere.
    Orevuà! 🙂

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  • 15 Aprile 2013

    Grazie per la recensione di questa novella, che in fondo considero sempre il mio figlioletto minore, quello in cui ho dovuto togliere qualche componente che amo, perché il concorso per cui fu scritta non l'avrebbe accettato. Manca l'ironia, la battuta, che ho comunque provato a inserire nel modo di fare di Calavera, ma che alla fine non mi soddisfa del tutto. In fase di editing, dopo due anni da quando lo scrissi, provai a ideare qualche ritocco, però poi ho lasciato stare. Va bene così, tutto serioso 😀
    P.S. Su Spotify mi segui 2 volte?

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  • 30 Aprile 2013

    Adoro la torta di mele! Prenderò volentieri una fetta di questo e-book.

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  • 30 Aprile 2013

    e fai strabene!

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