
"Predatori dall'abisso" di Ivo Torello****
Scozia, 1890. La morte del paleontologo Alan Renwick apre le porte a una serie di eventi misteriosi e sinistri. Creature sconosciute cominciano a ringhiare nel buio, e una trama di incubi e coincidenze sembra spingere gli incauti protagonisti di questa storia verso una realtà estesa oltre la soglia del possibile. Fantascienza, horror, detective story e criptozoologia si mescolano nel primo volume delle avventure di Julius Milton e Thaddeus Walkley, esploratori dell’altrove.
Diciamo subito che è soprattutto fantascienza avventurosa, questo romanzo, e ottocentesca, e molto scottish. L’elemento criptozoologico c’è solo in nuce, perché viene via via a cadere con il proseguire dell’indagine e le derive fantastiche del nostri due protagonisti, che sono, devo dire, una piacevole coppia.
Soprattutto Julius, iniziatore e personaggio dotato di poteri non comuni, che sbarca il lunario dipingendo pessime scenografie, ma è abilissimo a dipingere soggetti che lui sogna, ma che, chissà, forse, non sono sogni ma visioni. E sarà proprio da questa consapevolezza che inizierà il viaggio di Milton, eroe che sarà accompagnato dal professor Walkley, benestante ed eccentrico professore inglese, appassionato di occulto e misteri.
Il libro parte davvero bene, lento ma non troppo, presentandoci via via una lista di misteri che appaiono collegati, ma di cui non vediamo il nesso, benché si abbia la sensazione – a tratti – che tutto sia chiaro, anche se invisibile. Ed è una sensazione data dal fatto che Milton e Thaddeus svolgono un’indagine prima di tutto scientifica, fatta di osservazione e di libri, di sopraluoghi e riflessioni, che paiono portare nella direzione giusta ogniqualvolta si abbandona i confini della ragione…
Perché sì, a Kirsdale, piccolo villaggio della scozia più antica, succedono cose strane e terribili, e paiono interessare ben poco, anche perché, alla fin fine, l’omicidio brutale di Alan Renwick, paleontologo (mezzo)rinnegato dagli scienziati che ha stabilito il suo quartier generale in una villa vicino a una torbiera, pare non essere poi un qualcosa di interessante da risolvere.
E come concludiamo? Boh…
Voglio scannarvi un pezzo, perché per conoscere bisogna leggere.
Vediamo… Trovato! Qui c’è un sogno di Julius, e poi l’incontro con Thaddeus, davanti a uno dei misteri che via via i due cercheranno di svelare:
Potè vederla per qualche istante soltanto: groviglio incomprensibile di tentacoli e spine, fauci e ali, grande quanto un’intera galassia alla deriva… si svegliò di nuovo, ancor più sudato di prima. Cerco a tastoni la candela, poi corse in bagno per la seconda volta, accompagnato sia da una colica potente che dal proprio terrore.
La mattina successiva era a pezzi. Visto che si sentiva ancora disturbato, a colazione non toccò nulla e si limitò a bere un po’ di té. Le visioni di quella notte avevano riacceso la sua follia: sentiva dentro di sé un gran bisogno di capire.
Fuori l’aria era freddissima, il cielo pulito e altissimo. Milton decise di passeggiare un po’, quanto meno per rinfrescarsi le idee. E si ritrovò a prendere la stradina che portava verso l’abbazia. Era una costruzione semplice, col caratteristico tetto a spiovente e un campanile senza grandi pretese: nell’insieme trasmetteva una sensazione di sobrietà e di pace. Il fatto che fosse stata intonacata di recente, comunque, non nascondeva l’età della costruzione. Milton aveva una infarinatura di chiese e di architettura, frutto della biblioteca di suo nonno, e azzardò che avesse anche più di mille anni. La porta d’ingresso era aperta.
L’interno si rivelò quello di una chiesa tutt’altro che accogliente. C’era altra gente: tre vecchie assorte in preghiera e, non lontano dal pulpito, un tizio dall’aria arcigna seduto su una seggiola. Con tutta evidenza costui era lo scaccino, e al momento ignorava le tre anziane donne e aveva occhi – minacciosi – solo per Milton e per un altro signore. Questi era lo stesso che Julius aveva già visto alla torbiera e la sera prima alla Murchadh.
Fra i vari quadri appesi alle pareti, questi ne stava ammirando uno in particolare. I due si scambiarono un’occhiata e l’uomo chinò leggermente il capo in un cenno di saluto. Milton si avvicinò.
La sua attenzione, però, si rivolse subito al quadro. La tela era immersa nelle ombre e parzialmente coperta da una tenda di velluto rosso. Gli occhi di Milton – ancora abbagliati alla luce del mattino – impiegarono qualche istante per vedere cosa rappresentava.
Il quadro era di eccellente fattura, e pareva l’opera di un maestro fiammingo. Pennellate minuscole, precise, un sapiente uso dei colori e del chiaroscuro. Ma straordinario era soprattutto il soggetto. L’impianto era sia quello di una caccia, sia quello di una battaglia, e i due temi sembrano sovrapposti come se una tela di Paolo Uccello si fosse mescolata a una di Albrecht Altdorfer.
«Una caccia dipinta come se fosse una guerra» mormorò Milton, pensando a voce alta. I suoi occhi si spostarono tra i tanti dettagli: cavalieri in armatura, alabarde, mute di cani dall’aria indemoniata. E poi i draghi. Era come guardare il suo sogno.
«Curioso, vero?» fece l’uomo accanto a lui. «Certo, se il sagrestano la smettesse di fissarci come se fossimo entrati in chiesa suonando la cornamusa, probabilmente mi sentirei più a mio agio e proverei a sollevare la tenda.»
Milton diede un’occhiata prima allo scaccino, poi all’uomo che aveva accanto. Lo sconosciuto sorrise appena percettibilmente. «Vi ho visto agli scavi, giù alla torbiera, ieri. Forse abbiamo interessi comuni. Mi chiamo Thaddeus Walkley.»
E’ tutto, cari. Alla fine è passata la mattina, io devo ancora fare metà delle cose che dovevo, ma mi sono divertito, a scrivere dei predatori dell’abisso e delle loro creature… lo rileggerei persino, magari badando meno alla storia e più alle citazioni.
Vi lascio il sito di Ivo Torello, da cui potete pure scaricare della musica dark (sì, è uno che fa un sacco di cose), poi vi lascio il link per l’acquisto su libreria universitaria, e il link per l’acquisto direttamente sul sito della Hypnos e un’altra recensione che mi è piaciuta, su fantasticoitaliano.
Daniele
Sai che volevo leggerlo anch'io? Con Ivo siamo pure amichetti su FB 😀
Ora lo prendo di sicuro.
PS: penso che fosse il cielo e non il ciclo a essere pulito LOL
gelo stellato
ma si, guarda, piglialo che fai bene
e grazie per il ciclo 🙂
corretto 🙂
Adele D.
Mi fido dal tuo consiglio, perciò mi segno subito il titolo del libro e appena possa vado in libreria ad acquistarla giacche la trama mi sembra molto interessante. Un abbraccio
gelo stellato
speriamo bene eh, poi non tagliermi i mignoli se non ti piace il libro 🙂