“La ballata di Bobbie Howard” di Davide Mana(epub)**

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“La ballata di Bobbie Howard” di Davide Mana(epub)**

Ho, diciamo, un’oretta per scrivere questo post.
Poi andrò a fare fare un esamino di lingua friulana a dei bambini delle medie e so già che sarà molto divertente, e anzi, vi faccio quasi quasi vedere il perché, più sotto, a fine post.
Che poi, avrei davvero mille modi di spendere questa ora, in modo più oppurtuno, visto che sto rimanendo indietro con il mondo e tutti i suoi fantasmi, in questi giorni, ma che ci volete fare, sono sempre stato farfallino e non mi riesce di non sfarfallare. 🙂
Tipo adesso, che dovrei ben mettermi a vedere se funziona questa benedetta password dell’inps per vedere questo benedetto cud che si scarica e questi benedetti contributi che mi mancano. Ma io no… figuriamoci… rimando rimando e rimando… 
Ho messo un A4 sotto la tastiera per scrivermi le cose da fare, un foglio tipo riquadrato che è già pieno per metà, ma ogni volta che penso di guardarlo per farne una… be’ mi spaventa e comincio a fare qualcos’altro.
Tipo adesso, insomma…
Ah, buongiorno!
Potete svegliarvi con i Them Crooked Vultures, come faccio io, oppure magari scoprire che c’è la canzone nuova dei 30 seconds to mars, che è un gruppo per bimbi minkia che però pubblica album con la regolarità stantia di un gruppo prog degli anni ’70 e fa dei video con la spocchia di un regista d’avanguardia fuso a uno di B movies… ma non lo farò.
Potrei addirittura spendere quest’ora del mattino a leggere, visto che ho mollato un libro del cazz (nel senso di P. K. Dick) per incominciare il libro nuovo di Pierluigi Porazzi, che mi sta prendendo già un sacco bene. Ma perché vi sto dicendo tutte queste cose? Ah sì, per dirvi di questo ebook monoracconto di Davide Mana, letto qualche settimana fa. 
Sì, lo so… è brevissimo (circa 20pagine) e non so che senso ha farne un post che rischia di diventare più lungo dell’ebook stesso, naturalmente senza parlare del racconto, ma di altre cose. E infatti lo sto facendo. 🙂
Dicevo… Davide Mana, che qui su questo blog ho già letto sia in un raccontino contenuto nell’antologia Ucronie impure, che mi era piaciuto, sia in una introduzione, mi pare, in un altro breve saggio di Girola sulle Navi fantasma, tutta roba che si legge gratis, è uno di quelli che mi mettono ansia e angoscia. Intendo blogger, quando dico uno. Perché?
Ma perché è uno di quei blog, il suo, che mi è impossibile seguire regolarmente, di quelli che ogni giorno pubblicano qualcosa di interessante e io, l’ho capito da decenni, non son fatto per le cose quotidiane. Ho sempre amato i libri corti perché penso che uno non possa avere mai, tanto da dire, e se ce l’ha, non lo voglio sapere, perché è troppo :). Ora questo non c’entra con il blog di Davide, perché solitamente lì ci sono stimoli e informazioni, e diciamo che è utilissimo per affrontare la complessità del mondo, quando uno ha voglia di affrontarla, e io ce l’ho solo ogni tanto. 🙂  
Dicevo, più che altro, che è un problema mio, quello dell’incapacità di affrontare l’iperblogging… ho talmente tanto da fare, fuori da questo monitor, tra direfarebaciarescoparelettera e testamenti, ma anche canigattiortogiardino e mare, ma anche correrebiciclettacamminarebere e mangiare, ma anche… si okay, avete capito. Non ce la farei a passare tutto quel tempo davanti un monitor. Questo però non vuol dire che ogni tanto non mi scarichi un ebook, tra le centinaia, forse migliaia, che i miei amici iperblogger producono, e che, quando capita, lo legga.
Qui è capitato, e capiterà ancora.
Mi piacciono quelli piccoli, ebook, monoracconto.
Come questo.
Ma sapete qual è il secondo problema con il Mana? Che ti senti ignorante. Io, per lo meno, mi sento ignorante… o meglio, no, non mi ci sento, ma so di esserlo. 
Per dire, per capire appieno e apprezzare questo racconto, dovete per forza, dico per forza, conoscere Robert Ervin Howard. Lo conoscete? Io no. Sì, sì, già sento i buuuuuu di disapprovazione. Potete buire quanto volete, tanto lo so benissimo che molti, là fuori, ne sanno quanto me di questo scrittore, padre del fantastico con lovecraft e compagnia belle e blablabla.
E vabbè, io non lo conosco, e non leggo centinaia di libri e articoli al giorno in tutte le lingue del mondo e insomma… dovete perdonarmelo, e non buite troppo sennò vi rispondo come fece Ronaldo a proposito della superiorità di Messi. 🙂
Ma veniamo al racconto va. 
Dicevo che dovete conoscere Robert Bob Howard perché questo brevissimo raccontino, La ballata di Bobbie Howard, ci racconta di come sarebbe stato, forse, se Bob fosse stata Bobbie (che poi, Bobbie, per me, è comunque maschile, ma io ci ho le orecchiette poco anglosassoni 🙂 e quindi femmina, e quindi, oltre a tutte le sfighe che possono colpire uno che scrive quel genere di “robaccia” fantastica, ha anche quella di essere donna – negli anni ’30 – così come la sua eroina, una tal signorina Lovecraft… 
Ucronia narrativa, insomma, ma più orientata al divertissement, che alla rivisitazione storica. Un raccontino senza pretese, da un certo punto di vista, che non vuole sperticarsi in trame complesse ma godersi il puro e semplice fatto della femminilizzazione. Il problema è tutto mio, quindi, perché non sapendo chi diavolo sia Roberts (okay, Conan non è certo un nome nuovo, ma finita lì, per me), a me, povero lettore ignorante, lascia del tutto indifferente leggere che sia donna o uomo. Anzi, avendolo letto in treno, e non avendo cazzi di wikipediare qua e là, sono arrivato alla fine non capendo cosa c’era di divertente in questo racconto, a parte H.P. femmina. Poi, wikipediando, ho capito. 🙂
E lo stesso dicasi per molti giochetti e citazioni interne al racconto che Davide ha pensato bene di spiegare 
Ecco, quindi insomma, il pregio è che adesso so una cosa in più, anche se non credo che in tempi brevi andrò a leggermi di questo Roberts. E quindi ringrazio Davide per una lettura che per me, in fin dei conti, non ha lasciato tanto a livello narrativo, ma ha lasciato parecchio a livello di cultura, visto che ora so cose in più. Ah, un appunto, questa Bobbie howards sarà anche donna, ma pensa e parla come un maschiaccio eh, il che, non è necessariamente un male 🙂
Il difetto, invece, è tutto nella mia ignoranza, che se fosse stato un racconto in cui si parlava di Adolfa H. sarebbe stato ovviamente più friubile. 🙂
Is the end, cari, vi metto una cattura del compito che darò tra poco e io vado a farmi una mega scodellona di latte e cereali cioccolatosi (che diventano cioccolattosi) aspettando buone nuove dal mondo dei corridoi in cui tutti aspettano, che non arriveranno, ma andrò io a prendermele con un fucile alla mano, o un’ascia, che quella – con una mano sola – mi son fatto bravo.
Voi, se volete altre letture di Mana, le trovate qui sul pub, dove trovate altre cose gratis… e sarebbe anche ora di trovare qualche nuovo pubber, se per caso siete dei lettori digitali.

Comments

  • 23 Marzo 2013

    Grazie per la citazione, e per avermi letto.
    Sì, è una storia scritta per far incacchiare gli howardiani duri e puri, e quindi chi non bazzica il genere, ci si trova spaesato.
    Mi dispiace.
    Solo una nota pedante.
    Bobbie è femmina, Bobby è maschio.
    Bobby Solo è il finto Elvis degli italiani.
    Bobbie Solo è la sorella un po' zoccola del pirata di Guerre Stellari.
    😉

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    • 23 Marzo 2013

      sì, sì, tranquillo, so che bobbie è femminile, anche se non riesco a capire di quale nome inglese femminile può essere vezzeggiativo. però a me, che non è che subito ci penso, quando ho letto il titolo mi è venuto in mente un maschio, e ho continuato a pensarlo per le primissime righe 🙂
      non causa problemi, certo, però potevi chiamarla roberta e festa finita… senti come suona bene, Roberta Howards… 😀 ti riempie la bocca 😀
      grazie a te della visita, caro. 🙂

      reply

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