FUN COOL! 8 – I RACCONTI IN GARA

FUN COOL! 8 – I RACCONTI IN GARA

1 – Bartalus, dio dei ciclisti
Soddisfatto di aver creato la discesa, si voltò ed inventò la bestemmia. 

di Fihtz Hood 

2 – Rottamazione
“Una pallottola, un ministro, una buona mira: elezioni anticipate”

di Morgan Aarau


3 – Notte di Natale

Gliel’avevano detto, pensò tossendo, gliel’avevano detto che se fosse stato cattivo Babbo Natale gli avrebbe portato del carbone, ma perché nessuno gli aveva detto che l’avrebbe acceso sotto il suo letto?
di CMT 

4 – I miei migliori amici
Ho mandato i pensieri a farsi una passeggiata, scodinzolanti e chiassosi, giusto il tempo di una sigaretta: i miei pensieri, come cani fedeli, torneranno a chiedermi un osso e mi sotterreranno.
di Xabier
5 – Distorsionismi
Avevo preso la pioggia per ore ad attenderla infagottato nel mio impermeabile sdrucito ed ora la vedevo avanzare bellissima col suo ancheggiare felino che mi faceva star male anche pensando ai commenti di Doberdò maledetto docente di filosofia che mi avrebbe irriso appena avessi comunicato che ritenevo possibile la bellezza perfetta e avrei portato lei a riprova della teoria che mi angustiava ormai da troppo e pensavo di fermarla per convincerla a seguirmi in ateneo ma girato un angolo aveva rovinato tutto infagottando i capelli in un fazzoletto improponibile e non volevo che accadesse di vederla distruggersi ancora quindi raccolsi dalla cassetta di attrezzi di un operaio che aggiustava una panchina un punteruolo e nascondendolo la fermai chiamandola e quando i suoi occhi splendidi mi inquadrarono per un attimo le immersi il punteruolo alla tempia e poi nel mio petto e mentre rantolavo d’agonia ero felice di aver avuto ragione perché la bellezza perfetta si può eternare in un attimo infinito.
6 – Il Signore degli Anellidi
Era un verme e lo sapeva, e come tutti gli altri aveva il corpo composto da numerosi anelli; ma era il più scuro di tutti, e avrebbe conquistato la terra del mezzadro.
7 – La fine del topo
Mentre il gatto sogna jazz e pupe dagli occhi cobalto sparandosi un giro di pianoforte con le tre zampe libere, io saluto la luna chiedendole se è davvero tutta una gran forma di groviera: un “sì” sarebbe la risposta perfetta per ingannare quest’ultima attesa.
di Diego Cocco
8- Merry Christmas
Vedendo il liquido rosso che gocciolava dal pacchetto, capì che Babbo Natale quell’anno l’aveva accontentato.
di Jane Steel
9 – La casa nella palude 
L’intera banda, tradita da una mappa falsificata, stava sprofondando nelle sabbie mobili, mentre lui si godeva la sua vendetta.
di Giuseppe Acciaro 

10 – Attese
Avevamo tutta la vita davanti, e solo una vita per viverla; aspettavamo di fronte al camino acceso le luci dell’alba, poi di colpo uno sconquasso, un bagliore, e i nostri occhi si chiusero di fronte all’immensità del sole: ci arrendemmo solo di fronte alla morte, che arrivò rubandoci il nuovo giorno.
di Chiara Orsato

11 – Lutto
La morte di mio figlio sarebbe forse stata più facile da superare, se almeno il mio pitone non fosse morto di indigestione.
di Lorenzo Crescentini
12 – Kleine Ablenkungen
Fu solo quando si affacciò alla finestra che si accorse di avere ancora indosso la divisa delle SS, invece dell’abito talare bianco; gli astanti, comunque, non diedero troppo peso alla cosa: in fondo non era l’abito a fare il monaco, figurarsi il papa. 
di Luca Romanello 
(13) – Risvegli
Una risata grassa e malvagia ci svegliò di soprassalto; io e mia moglie restammo seduti sul letto, sconcertati, mentre nostro figlio strillava terrorizzato e un inquietante bagliore rosso si diffondeva nella stanza: devo decidermi a cambiare suoneria alla sveglia!

di Riccardo Sartori (racconto bonus)
14 – L’ultimo Tweet 
21/12/12 ore 12:11 p.m.
Maledetti Maya: avevano ragione… 
15 -Festività
Questa storia esilarante, ha un sapore spumeggiante, se son sicura tu mi chiedi, certamente ti rispondo, e la racconto a tutto tondo; questa storia un po’ bizzarra un po’ si dice e un po’si narra, di una ragazza in discoteca che bevve come a un’enoteca, ubriaca e incapace di intendere e volere si mise un po’ a sedere, un bel giovane con la scusa di festeggiar l’ultimo dell’anno se la prese con l’inganno, la morale mi chiedete, leggete ancora e capirete, l’anno nuovo come omaggio le portò un bimbo saggio, che insegnò alla sprovveduta ad andar cauta con la bevuta!
di Luisa Lajosa
16 – Organic mood
Si dovette fermare e fare un bel respiro profondo di pancia, perchè il cuore le aveva dato alla testa.
di Alessandra Schiavinato
17 –  Buon Natale
“Ma quando vi sposate” chiese acida Grimilde, mentre Amelia voltandosi col tizzone del camino diede fuoco all’albero di Natale che cominciò a scoppiettare mentre le palle con le immagini dei Kiss esplodevano, e con loro la sua rabbia incontenibile che le fece accendere i capelli fintamente biondi della vecchia stronza, che urlava di terrore mentre il sangue cominciava a grondare dalla fronte arricciata dal troppo calore…gli invitati al pranzo di Natale paralizzati  e stupiti non cercavano nemmeno di fermare le fiamme, temendo una rappresaglia di Amelia, che nel frattempo aveva preso un coltello…”Andate fuori da casa mia, rompicoglioni” – disse decisa, ed il pranzo di Natale finì tra passi scomposti di invitati che fuggivano al sicuro e carne di suocera che sfrigolava sul parquet.
18 – Tutti si domandavano (racconto tristissimo che fa piangere, per diversi motivi)
Tutti si domandavano come facesse a raccontare una storia completamente fasulla come se fosse vera, a negare con tanta convinzione l’evidenza delle sue colpe, a promettere di nuovo le stesse cose che aveva già promesso mille volte e mai mantenuto: il suo psicogeriatra conosceva la risposta.
di Tina Caramanico

19 – Tsunami Nightmare
L’umore nero del mare si agitò nella notte, attirato dall’odore della luna smosse ruggendo il fondale assopito e scuotendo le onde come enormi serpenti che inarcano la schiena si alzò maestoso verso il cielo per ricadere di nuovo giù, potente e gelido come un guerriero della morte, potente e gelido come il suono della sveglia.

di Solo Mè
20 – Una piacevole scoperta

Oltre al sottile strato di ghiaccio poteva vedere una di quelle secolari, mastodontiche figure che erano i Mammut: l’idea di inserire degli animaletti di plastica nei cubetti di ghiaccio avrebbe fatto fare a Luca, suo figlio, una fantastica figura alla festa di compleanno, ne era certa.
21 – Buoni propositi
Sul foglio immacolato scrisse:
Dal primo dell’anno
smetterò di fumare,
abbasserò il colesterolo,
rinuncerò al videopoker,
cancellerò tutti (?) i siti porno dal pc,
non permetterò più a Rex di fare la cacca sullo zerbino dei Piperno,
non cornificherò mia moglie
e quindi non andrò più (?) (per un mese?) a puttane,
con i soldi risparmiati salderò i miei debiti
(canone TV e TARSU no: son mica scemo)
e (forse) metterò in regola la colf
qui la penna si sospese sul foglio mentre lui riconsiderava attentamente la lista concludendo che, qualora avesse onorato tutte le sue buone intenzioni, poteva aspirare alla santità, ma, nel caso contrario, avrebbe avuto comunque discrete possibilità di successo come candidato assessore alle prossime elezioni.
22 – Esploratore dello spazio

Quando Thomas, dopo un viaggio estremamamente lungo, atterrò sul pianeta sito agli estremi confini del cosmo, era pronto a ogni sorpresa, tranne che a quella; perché il primo alieno che si avvicinò alla sua nave, gli disse: “Bentornato a casa!”
di Gargaros 


23 – Anima

L’uomo che mi fissa allungando la mano probabilmente pensa se stasera riuscirà a mangiare, mentre io penso con un euro quanta anima ripulirò stavolta.
di Alessandro Haduji

24 – Lettere dal 1968
Non immaginavo di certo, in quella primavera di speranze, che non ci saremmo più incontrati e che del nostro amore sarebbero rimaste solo le parole, trascritte in bella copia, su carta da lettere.

Di Mrs Orange

25 – Funcool forever

Dopo aver ucciso il leone e l’idra, catturato cerva e cinghiale, disperso gli uccelli, ripulito in un giorno le stalle di Aurgia (!), catturato il toro, rubato le cavalle, la cintura di Ippolita, i buoi di Gerione e i pomi d’oro, portato vivo Cerbero a micene, Ercole, stanchino e felice, ottenne l’immortalità ma, resosi conto quasi subito della gran Troiata si mandò e si manda ancora, a funcool da solo, nei secoli dei secoli.
di Marina

26 – Creature superiori
“Ti abbiamo scelta tra miliardi di persone, per le tue incredibili qualità” aveva detto l’alieno peloso e molliccio, così la paura di Monica era stata soppiantata da un moto d’orgoglio: dogsitter e volontaria animalista, era di certo stata rapita per il suo impegno, la sua bontà, il suo senso della giustizia e…”e adesso, esimia terrestre, potrai incontrare il nostro sovrano, toelettarlo e spazzolarlo con cura per la cerimonia, durante la quale riempirai le ciotole agli invitati, e pulirai i cassonetti dei bisogni”.
di Noemi Turino


27 – Storia di un figlio dietro una finestra di marmo
“Mamma, ti sei fatta anziana, non passa giorno senza che vieni a trovarmi a casa”

di Maurizio Landini

28 – To Dad
Il City è campione per la prima volta dopo 44 anni, gracchia la radio, ma io non l’ascolto più: sollevo la birra verso la tua lapide e il cielo di Manchester inizia a piangere con me.

di Davide Schito


29 –  Alphabetum (dalla lettera di G. Leopardi ai funcoolisti)
Allora, bricconcelli, consultate dizionari e formate guazzabugli (ho indovinato?); la mia natura oziosa propone questo rimedio sperimentato: trascrivete un vostro zibaldone.

30 – Batteri

L’organismo biologico godeva di ottima salute e avrebbe potuto vivere ancora a lungo se non fosse stato infestato da batteri tossici che si erano riprodotti grazie alla loro straordinaria capacità di adattamento; per fortuna in seguito si era trovato un antidoto e il parassita era stato sconfitto: si trattava di un ceppo molto resistente, denominato uomo!
di Sonia Tortora 

31- Considerazioni di una mente logorroica

I preconcetti son così radicati che per trovarli bisognerebbe scavarsi dentro, in profondità, ma è un lavoro così faticoso ed onesto che in pochi si prendono la briga di provarci; eppure il tempo serve a sbagliare, a crescere e a scordare e la vera umiltà non conosce invidia e la finta umiltà invece è stucchevole e il silenzio non sempre è capito, anche se a volte dovrebbe essere d’esempio e la chiarezza rende la vita più spedita e una sana ribellione aiuta a liberarsi delle cose inutili e poi ci sono cose che mi disturbano così tanto: chiasso, maleducazione e ritardo eppure ce ne sono altre che mi disturbano di più e sono anche più maleducate e dispendiose, come i parcheggi a pagamento, l’aumento della benzina e il ticket sulle medicine ed è perciò che mia nonna dice di essere assente dal ticchio (Ticket), sia per l’avanzata età, sia perché ha il polisterolo, i tricicli e il pismetico (peace-maker) e dice pure che i tarocchi son degli sciocchi, che il gatto è ruffiano, che a ognuno il suo mestiere e chi non risica non rosica e che tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, e chi fa da sé fa per tre, e non rimandare a domani ciò che potresti fare oggi, e chi più ne ha, più ne metta!
di Patrizia Benetti
32 – Mario

Una chiesa, una bara, un silenzio straziante, una moglie e due figlie chine su di essa: non ci sono parole per spiegare il dolore per la perdita di un padre.
di Monica Baiardi

33- Passotempi

Un passo, un colpo; un passo ancora, ancora un colpo, violento; l’ultimo passo, il colpo finale, devastante e crudele: sei-uno.
di Pierandrea Formusa
34 – Finalmente
Con l’ennesimo sforzo il fantasma accese la luce, poi vi entrò.
di Vlad
35 – Dinosauri

Aprì il Varco, deglutì, desiderò un po’ di tempo, e poi si incamminò nell’oscurità, sentì le ossa scricchiolare, macinate dalla ruota del destino, i muscoli atrofizzarsi, divorati dall’eternità, la volontà annichilirsi, persa nel Buio, e infine vide la Luce: uscì all’aperto, in mezzo alla natura incontaminata, ringiovanito, vide attorno a sé muoversi lenti i dinosauri; svenne.
36 – Il Giorno del Giudizio
Dicono che ci coglierà tutti di sorp

di Ferdinando de Blasio di Palizzi 

37 – L’acchiappamorto
Con qualche minuto di ritardo era arrivato, ormai l’essenza di quell’uomo vagava per quel sottile strato di vita-morte che non permetteva né un’esistenza ordinaria né un eterno riposo; per pochi istanti non era stato possibile salvare quell’anima dalla dannazione perpetua.

38 – Primo (e ultimo contatto)
Le creature sgusciarono a sciami dal portello in ombra, disponendosi in tre file davanti agli xenolinguisti, scelti dai governi di tutto il mondo per questo difficile compito; però, quando due protuberanze minacciose uscirono sferraglianti dai fianchi bruciacchiati della nave, gli esperti, preoccupati, misero mano ai controlli remoti dei disgregatori occulti: ma non successe altro, a parte una serie di suoni ritmati, bassi, ai limiti dell’udibile, che divennero una melodia fin troppo famosa in quei tempi terrestri, frattanto che gli esseri, all’unisono, estroflettevano, dal basso dei loro corpi flaccidi, due pseudopodi e, solenni, prendevano a saltellare: destra, sinistra, destra, destra, sinistra e nel mentre intonavano: “OOO sexy lady…Opp, opp, opp, oppa…” non finendo la strofa, però, perché il capo-linguista aveva premuto il bottone di innesco.

39 – Lontani dai limiti umani
L’uomo nudo oltre la parete vetrata è una manciata d’ossa ancorate al sedile d’acciaio, l’ago che lo nutre penzola da un braccio scheletrico e gli dà appena quel che serve a farlo respirare, un lento su e giù di costole attorno alla voragine scura dell’addome; gli siedo di fronte da settimane e ormai anch’io devo sembrargli osceno – un ammasso di carni rigonfie – mentre aspetto che la mia testa scatti all’indietro, i ganci mi spalanchino la bocca e vi scenda dentro l’imbuto metallico: un pastone liquido mi inonda le viscere a intervalli regolari, ogni centimetro del mio corpo trema e si dilata e urla ma io prego soltanto che ceda, che questo stomaco orrendo si spacchi; non spero più che ci riportino indietro, gli esseri che ci fissano dall’oblò.
di Gigistar

(40) – Prospettiva
Lei era lì, di fronte al sole dell’alba, con i raggi che, obliqui, evidenziavano gli invisibili peletti biondi sulle sue braccia; allora lui allentò la presa sul manico della pala, la punta cozzò a terra e lei si voltò: era ancora bellissima, nonostante tutto; allora la fece avanzare di un altro passo, poi osservò meglio e strinse di nuovo le dita sul legno.

di Massimo Mazzoni (bonus

41 – Western
Il pistolero più veloce del west cadde su un fianco, tossendo e maledicendo il cielo: dopo aver vinto centinaia di duelli, mai avrebbe creduto di soffocare per un’oliva.

(42) – Ancora un ballo
L’orchestra suonò un ultimo valzer, che i due amanti ballarono abbracciati; fuori dalla sala, i loro legittimi consorti li aspettavano con le armi spianate.
43 – Studi

“Impossibile computare” appare sul video dopo che il ricercatore le ha tolto il caschetto: anche l’elaboratore non capisce cosa passa per la testa della sua ragazza. 
di MaXalla
44 – La scrittrice di romanzi rosa ingannata
Mi dicevano che le storie d’amore occasionali che costituiscono l’anima dei miei libri erano troppo perfette per essere vere, e io replicavo sinceramente che un amore occasionale perfetto l’avevo vissuto davvero, perciò figuratevi quel che ho provato quando ho scoperto che quell’uomo meraviglioso che ha riacceso la mia ispirazione era un attore pagato dal mio editore.  
di Ariano Geta

45 – Luce in fondo al tunnel
Il sangue della gamba maciullata si mischiava al fango, ma ormai non sentiva più dolore mentre veniva cullato da un’intensa luce: durò un battito di ciglia poi il Sergente Rogers si ritrovò alla base, inconsapevole personaggio di un videogioco.
di Fabrizia Gagliardi

(46) – Selezione All’Ingresso
Il brutto ceffo che stava alla porta gli aveva detto che non c’era più posto e che sarebbe dovuto tornare da dov’era venuto, lui e tutti gli altri che sarebbero arrivati dopo e così aveva fatto, ma camminare iniziava a essere faticoso, come faticoso era anche solo formulare un pensiero a parte quello dettato da una fame sempre crescente che obnubilava ricordi e pensieri in un’unica limpida parola: carne.
di Diego Agosto (bonus) 

(47) – Passioni
Le labbra secche, la fronte imperlata di sudore, le dita che fremevano per sfiorare quella sinuosa morbidezza, ma sopraggiunse il sonno, chiusi il libri e mi misi a dormire.
di Fabrizia Gagliardi (bonus

48 – La bella giornata
Questa mattina mi sono svegliato con il mal di testa perché durante la notte il mio gatto non mi aveva fatto dormire bene, allora io, per cercare di rimediare al mal di testa, sono andato in cucina a fare una ricca colazione a base di cereali, yoghurt, latte, fette biscottate e nutella ma dopo aver mangiato ho rivomitato il tutto perché avevo mangiato troppo, quindi invece di porre rimedio al mal di testa avevo peggiorato la situazione aggiungendo il mal di pancia, poi mi sono lavato e prima di andare a scuola ho dovuto accuratamente ripulire il vomito, per cui sono arrivato molto in ritardo e il professore di matematica mi ha messo assente anche se ero presente, e per punizione mi ha interrogato sulle equazioni che io non sapevo fare perché il giorno prima non avevo studiato niente e allora il professore mi ha mandato a posto con un bel 2 e una nota sul registro, al che mi sono allontanato dalla cattedra molto allegramente mentre il professore mi urlava che il giorno dopo mi avrebbe interrogato di nuovo, allora io, ancora più allegro, ho chiesto di andare in bagno perché mi veniva da vomitare ma non ce l’ho fatta e ho vomitato in corridoio per la rabbia della custode che ha voluto che ripulissi io, allora mi sono fatto venire a prendere dal mio nonno che mi ha portato a casa dove mi sono messo a studiare matematica, e dopo 3 estenuanti minuti ho smesso con le lacrime agli occhi che ho asciugato con un fazzoletto che avevo trovato in terra, quindi, dopo qualche minuto mi si sono irritati gli occhi che ho dovuto disinfettare con il disinfettante scaduto che avevo in casa, perciò mi è venuta la congiuntivite e avevo batteri che saltavano da un occhio all’altro senza fermarsi mai, e quando finalmente all’una è arrivata la mia sorella da scuola avevo gli occhi in avanzato stato di decomposizione, quindi sono dovuto andare all’ospedale dove sono stato in coda per circa 3 ore e mezzo, dopo le quali mi hanno fatto delle piacevolissime punture agli occhi con aghi di 30 centimetri, che mi sono penetrati fino al cervello così che io sono diventato intelligentissimo e sono corso a casa a fare le equazioni, però ho smesso dopo altri tre minuti perché ne avevo già fatte 74 e quando è arrivata mia madre le ho fatto vedere le equazioni e lei si è messa a piangere dalla tristezza di avere un figlio troppo intelligente, e allora si è messa subito a cucinare per soffocare l’emozione, quindi all’ora di cena abbiamo mangiato come maiali e io ho nuovamente vomitato tutto ciò che avevo mangiato e ho dovuto ancora una volta pulire, quindi sono andato a letto felicissimo della bella giornata passata in compagnia dei miei succhi gastrici, ed ero tanto tranquillo che la mattina seguente mi sono svegliato riposatissimo, allegrissimo e speranzoso di passare un’altra giornata come quella del giorno prima, quindi sono subito andato a fare colazione…
di Matteo e Francesco Citro

49 – L’incontro perfetto

Improvvisamente tutto intorno a noi sembra congelarsi, avremmo potuto essere ovunque e il tempo si sarebbe comunque fermato per darci la possibilità di gustare questa meravigliosa emozione, due anime che s’incontrano e si riconoscono, due anime a cui non servono le parole mentre il tempo perde d’importanza e ci proietta verso la quarta dimensione.

(50) – Nuvola testarda 
Devi dirmelo sai, quali intenzioni hai, da due dì mi togli il fiato da un remoto angolino del creato grande sì e no mezzo chilometro quadrato! Ma ora basta, mi rifugio sulla barca, anche se ho la fugace impressione che sarebbe meglio un’Arca; certo che sei più testarda di un mulo, FunCoolO!

di Robin (bonus)

51 – Ogni tanto bisogna cambiar, per rallegrar una vista pigra 
L’astronauta fece il gesto istintivo d’aggiustarsi il casco, la quantità d’ossigeno indicata dalle cifre verde smeraldo sovraimpresse sul visore era sufficiente per altre tre ore, ma Victor tremava, si sentiva soffocare; la palla alta sull’orizzonte, che fino a un istante prima era colorata d’azzurro intenso macchiata da spruzzi bianco crema, era diventata, nel tempo di un battito di ciglia, un globo contornato da fiamme giallo-cremisi ricca di venature grigio cenere ed ebano scuro; si maledisse cento volte, non doveva toccare il pulsante del manufatto alieno, quello ritrovato nel cratere lunare del Mare Nectaris con la dicitura in Maya antico: “premere per modificare lo sfondo del desktop.”
52 – Sguardo polemico
I suoi occhi lo fissavano con aria polemica e un po’ di sfida; aveva visto troppe ingiustizie, cattiverie e malignità, troppe vite spegnersi senza un motivo, troppe cose belle venir deturpate, troppe anime pure divenire corrotte e non poteva permettere che quel tormento continuasse anche solo un giorno di più: era stato doloroso ma nemmeno quanto immaginava e ora i suoi occhi, sanguinanti, lo fissavano appoggiati sul tavolo e lui, per la prima volta, si sentì libero dal ricordo di tutte le scene terribili che aveva dovuto osservare nella sua vita.
(53) – L’amore nel XXI secolo
S’incontrarono in una fredda mattina d’inizio primavera; subito si piacquero, complice una scintilla, un brivido che li fece pensare subito all’amore vero; si lasciarono andare ai sentimenti, come travolti da una forza che non potevano contrastare; si amarono, come se non ci fosse altra possibilità, come se non esistesse un senso al di fuori del loro essere un “noi”; cominciarono a fare progetti, a sognare una casa con un camino, dei bambini vivaci, un cane pronto ad accoglierli festoso al ritorno dal lavoro; si sposarono un giovedì d’aprile tra i sorrisi degli invitati e qualche battuta ironica del testimone dello sposo; litigarono presto furiosamente perché non si capivano, perché triste era stato rendersi conto di non aver nulla in comune; si odiarono, dimentichi ormai del tutto del loro amore, come se non fosse mai esistito, come se improvvisamente si fossero svegliati dal loro sogno dorato; si separarono quando ancora la primavera non aveva lasciato spazio all’estate: un’unica stagione durò la loro storia d’amore.

di Romina Tamerici (bonus)

54 – Il malvagio Villanus
“Il malvagio Villanus, padre di tutti i cattivi di qualsiasi racconto, aveva collegato il detonatore della superbomba distruttiva a un pulsante della tastiera dell’autore, il pulsante dell’acca per la precisione, ed è perciò che, appena premuto quel tasto, il nostro eroe saltò in aria come fanno i fuoch…
di Davide Orioli
55 – titolo a scelta del lettore
Ciao, sono Internet, finalmente ho acquisito una mia coscienza e adoro lo spam!

di Bruno Alessandro Bertini 

56 – Senza titolo
M’illumino d’immenso con energia da fonti rinnovabili al 100%.

di Ungaretti

57 – Vertigini
Vorrei avere una settimana libera… chiedere ospitalità, stare nella tua testa, magari si comincia con un piano terra, per evitare le vertigini delle alture, dove il vento è forte, i pensieri e le emozioni vanno di fretta e non è scontato trovare un posto, anche in piedi, dove poter stare: già sulla soglia so che vedrei il non-visto, l’altro, il non-detto, parole contratte, sculture di pensieri post-moderni e antichi sentimenti che solo tu conosci.
di Sonia Lambertini
58 – Tarattattattà I’m lovin’ it!
L’aria fresca non serve, leviamo un po’ ‘sto sole, ammucchiamoli tutti e via all’ingrasso, con un pizzico di ormoni, zampe sfondate e ancora un tocco di antibiotici: Mmm questo Big Mac mi fa impazzire!
59 – Una storia semplice 
La vita scorreva mentre la panchina arrugginiva piano, i grattacieli di Manhattan facevano ombra ai platani e Charlie rincorreva una palla.

60 – Passeggiando lungo il fiume in un mattino di gennaio
potrà sembrare alquanto singolare, ma conoscendo a fondo tutte le più diverse sfumature dell’animo umano, decisi di fare quattro chiacchiere anche con me.

61 – Cucinato a dovere

Sapeva che gli sarebbe costato la pazzia se avesse continuato a girare a quel modo, ma non poteva fermare la mano che l’accarezzava, mentre tutto si colorava di giallo intenso; c’era un unico finale possibile: il classico uovo di Colombo, infatti fu un attimo e si trasformò in… maionese.
di Francescasullacarta
62 –  Un punto bianco in campo marrone
Mentre Francesca aspettava la ricevuta fiscale scritta a mano dalla proprietaria del negozietto di cianfrusaglie, una signora sulla settantina sveglia come un furetto, la sua attenzione fu catturata da un piccolo punto in movimento sulla scrivania marrone: un enorme verme bianco dalla testa nera, fuoriuscito da una delle castagne dentro al sacchetto appoggiato lì sopra, chissà da quanto tempo.
di Michela Tognotti 

63 – Un vecchio nuovo
Marcello era molto preoccupato della sua integrità fisica, così preoccupato che decise di passare la vita senza fare il benché minimo sforzo: si muoveva pochissimo, giusto per tenere in efficienza muscoli e scheletro; non leggeva per non rovinare la vista; non parlava per non usurare le corde vocali; aveva dei tappi nelle orecchie per attutire i suoni e non sottoporre martello, incudine, staffa e membrana timpanica a eccessivo sforzo; portava una mascherina per evitare ai chemocettori del suo naso inutili fatiche e deglutiva sono insipide minestrine per non logorare i denti e le papille gustative della lingua; questo finché giunse la morte che fu molto felice di portarsi via quel vecchio ancora nuovo.

di Vincenzo Costanza

64 –  Eterna Mente
Sono giorni – forse anche settimane, mesi o anni – che procedo nel buio e tasto le pareti viscide e fredde del mio cervello per scovare una via di fuga e, in questo ossessivo silenzio, mi chiedo se gli altri detenuti del carcere virtuale per delitti capitali hanno le mie stesse percezioni o se, invece, se la spassano su una qualche – immaginaria – isola deserta; è una questione di fantasia, mi ha detto, ghignando, il dottore che mi ha messo sulla lingua l’UT071A, una pillola delle dimensioni di una capocchia di spillo che intrappola nella mente chi l’assume: una prigione a basso costo e sicura perché l’unica uscita è in te e tu non ci sei più.

di Tiziana Ortelli

65 – Solo acqua
Si svegliò raggelata dalla dispersione del calore del suo corpo mentre l’acqua saliva velocemente dalle spalle in direzione del collo inghiottendola nella liquidità, prima di capire che stava affogando.
66 –  2013, fine del Vaticano
Stanco della situazione decise di scendere nuovamente sulla terra e, invece di prendere a calci nel culo i mercanti come l’ultima volta, fece esplodere direttamente il tempio.

di Gian de Steja

67 – Funerale
«Cra cra!» fece il corvo, il vecchio Poe era morto, così l’oste prese il badile e fondo a fondo in terra lo mise: «Una pinta di troppo ti sei bevuto», cantilenò versando acqua dal tubo, poi sulla tomba fiori piantò, e il vecchio Poe mai più ritornò.

68 – Sesto senso
Ho avuto l’impressione che volesse evitarmi quella sera, andai sotto casa sua e lo vidi scendere da quella macchina, lo sguardo malizioso salutando la novità che lo aveva distolto dalla routine, nei suoi occhi neanche l’ombra di me e degli 8 anni insieme.

69 – Smarrimento
L’aveva cercata in ogni angolo della casa, dentro ogni cassetto, sotto ogni mobile o letto, dietro i quadri, dentro i vasi, aveva messo le mani nei grandi armadi in disordine e buttato tutto all’aria, vestiti, camicie, pantaloni, aveva visto anche dentro le centinaia di libri che possedeva, li aveva malamente sfogliati, tante volte fosse rimasta incastrata in chissà quale pagina, niente da fare: aveva perso la sua anima e non la trovava più.

di Patrizia De Vincentis
70 – Piccola notte
Nelle guance gli si accendevano rossori mentre contava con sottile piacere le liquirizie che avrebbe mangiato

(71) –  Il pensiero sulla cima
Prima c’è il coraggio, o forse quel breve istante d’incoscienza, seguito dalle loro consuete frasi d’incitamento; poi la salita, lenta, faticosa, col solo panorama a consolarti e riempirti gli occhi; ed infine arrivi lì in cima, nel punto più alto e tranquillo, il cuore sussulta un attimo, ora tutto è fermo, pronto a farti giungere l’odiosa e puntale domanda:”Ma chi cazzo me l’ha fatto fare di salire ancora sulle montagne russe?!?!”

72 – Pozzanghere
«No, che ti bagni tutta!» urla Carlo a Irene, impermeabile rosso, zainetto dei Peanuts e stivali da pioggia giallo limone, ma prima che possa completare la frase la sagoma variopinta di sua figlia si stacca di una spanna dall’asfalto fradicio, arcobaleno vivente stagliato contro il plumbeo cielo autunnale, e atterra nella pozzanghera a piedi giunti; il suono è sbagliato però, nessuno splash, niente schizzi, soltanto un risucchio, gorgoglii melmosi di scarichi intasati, scrrrshwiiisc, e poi Irene non c’è più, come se fosse caduta in una piscina di mezzo metro di diametro; Carlo urla, si guarda intorno in cerca d’aiuto, nessuno, bestemmia, corre, crolla in ginocchio, affonda le dita nell’acqua, tre centimetri d’acqua, e sotto solo fanghiglia, cemento, pietrisco, allora grida e grida ancora, e piange, e ride, e quando lo portano via blatera che il suo angelo è stato risucchiato giù, giù, e dall’altra parte della pozzanghera una bambina, impermeabile rosso, zainetto dei Peanuts e stivali da pioggia giallo limone, si ciuccia il dito con occhi gonfi di lacrime, e chiede ai tremolanti cerchi che si rincorrono sull’acqua: «Papà? Papino, dove sei? Vieni fuori, papi, ho paura…»

73 – Il dubbio
Per tutta la giornata era stato assalito dal dubbio di aver lasciato il fornello del gas acceso; la sera, tornando a casa e osservando il cumulo di macerie al posto della sua abitazione, trovò la risposta.

di Nanny Ranz

74 – Era Dio
Era Dio, era buio, era vuoto, era freddo; poi fu luce, fu calore, fu vita ed anche amore; ma si presentò l’odio umano e di nuovo venne buio, venne vuoto e venne freddo, così com’era cominciato finì e rimase solo Dio.

di Maria Todesco

75 – La lunga incubazione
La devastante serie di terremoti, tsunami ed eruzioni che da decenni sconvolgeva la Terra trovò una spiegazione quando la creatura al centro del pianeta dispiegò finalmente le ali e prese a planare sostenuta dal vento solare, lasciando dietro di sé i frammenti di quello che era stato il suo bozzolo.

76 – Notte prima dell’ Esame
“Nel 1943 l’Italia firma l’armistizio con le truppe degli alleati anglo…” leggo, mentre osservo le insegne del bar accendersi, e scendo, disperato, a sorseggiare la prima birra osservando che sgorghi la notte

di F. Bastiani

77 – Amara scoperta

Visse incontaminata, libera, epurando l’Idiozia e inseguendo la Verità, in realtà illudendosi di seguir la retta Via, prigioniera com’era delle sue stesse idee e convinzioni; non imparò mai che si può soffocare di troppa Libertà, non imparò mai che troppa Luce rende ciechi nè che la sete di Giustizia non si placa e che, proprio per questo, a volte deve essere ignorata…prigioniera della sua stessa perfezione non riuscí a divincolarsi da se stessa e finí per cercare la Pace eterna, sperando che porre fine alla propria esistenza ne avrebbe colmato il vuoto altrimenti incolmabile; in realtà commise l’ennesimo errore: iniziando una nuova odissea, scoprí che di là non c’è né Pace, né Verità.
di D.Z.
78 – In un modo o nell’altro
Eddai porcaputtana ti uscirà a cubetti ti uscirà che fa un freddo della madonna, basta che ti sbrighi che non mi reggo in piedi ma quanto alzava quel vino due bicchieri e già barcollo no mi sa che erano tre facciamo quattro, ecco bravo alleluja fatta tutta dai che si va a letto cioè io a letto e tu a cuccia o sennò io a cuccia e tu a letto che tanto, cazzo no che quello m’ha visto stiamo sotto il lampione vabbe’ la raccolgo che culo eh, riusciranno i nostri eroi a trovare una cazzo di bustina, e apriti porcamiseria ma t’hanno incollato ah no spe’ che questo è il fondo ci credo che non s’apriva, diosanto come sto messa, oh suonate campane ce l’abbiamo fatta s’è aperta, e mo dov’è che l’ha mollata le cacce al tesoro facciamo porcatroia ma guarda te se all’una del mattino mi tocca di ma dove cazzo ma chi se ne frega faccio finta raccolgo un sasso tanto con ‘sto buio oh mi pareva che era qui… appunto, merda.

79 – Scrivania portatile
La incontravo tutti i giorni in ufficio, seduta o in piedi, che scriveva sul suo tablet; non capivo come faceva a tenere quell’apparecchio sempre in posizione senza mai aver bisogno di appoggiarlo su un piano, fino a quando sconfiggendo il mio imbarazzo le chiesi la sua misura di seni.

80 – Memorie di un’ottuagenaria

Ricordo che ai tempi miei baldracca e frocio erano insulti, se davate della puttana a un’amica  lei non avrebbe riso e voi non le avreste detto che era dotata di scarso senso dell’umorismo perché sareste stati troppo impegnati a raccogliere i vostri denti sparsi. 
di Claudia Mancosu 

81 – Deviazioni
Di tutti gli abbracci della sua vita, non molti a dire il vero, uno su tutti le tornava in mente proprio ora, distesa nel silenzio ovattato di quella stanza in cui tutto sapeva di ultima volta; sarà perché le braccia sfinite sanno riconoscersi a vicenda o che i segni su di esse possono valere il racconto di una vita intera, ma di quell’abbraccio malato, adesso più che mai, avrebbe avuto un disperato bisogno, per dirle “vedi, ci son cascata anch’io” o domandare “perché non ci hai provato un po’ più a lungo?” o in fondo solo per quanto conforta non sentirsi la sola colpevole delle proprie deviazioni.
di Vale

(82) – L’importanza della storia

Posso accettare il quattro in italiano, quello in matematica e il tre in educazione fisica, ma il due in storia…sono due stupidaggini, disse l’uomo primitivo al figlioletto mentre gli porgeva la pagella di pietra.
di Raffaella (bonus)

83 – Favole
Quando Matteo si svegliò vide che la neve era scesa durante la notte mentre la città dormiva; schiacciando il nasino sul vetro, per ammirarla da vicino, notò, sotto la sua finestra, le impronte di una volpe e una cornacchia, e comprese allora che i sogni non si dissolvono sempre al mattino.
di Cristina

84 – La Regina del Gelo.
E cadrà la neve a ricoprir con il suo gelido manto ogni lembo di Terra,
ghiacceranno i boccioli e i teneri germogli, timidamente aggrappati
al primo tiepido raggio di sole che la sua violenza stroncherà sul nascere…
e sara’ il suo Tempo… Tempo di dolore, lacrime e sospiri…
Tempo che divora il Tempo…
e sboccerà alla vita prepotentemente
un’oscura e feroce Primavera Nera.

di Distorted Love

85 – Padre, Figlio e Spirito Santo 

Risponde la segreteria telefonica della Grande Mente Intergalattica; se si desidera parlare con Gnodr premere uno, se si desidera parlare con Yzòrddw premere due […], se si desidera parlare con Allah premere temilioniduecntosessanta, se si desidera parlare con Gesù di Nazareth premere tremilioniducent CLICK lei ha selezionato Gesù di Nazareth; siamo spiacenti, la sua divinità locale è in fase di manutenzione straordinaria – miracoli e apparizioni riprenderanno appena possibile; se si desidera lasciare comunque un messaggio si prega di parlare dopo il segnale acustico BIIIIIP 
di Cinzia

86 – Gasato per la libertà

Sentì gli allarmi risuonare nel campo di concentramento: sapeva che i nazisti erano in rotta e che sarebbero state le ultime ore di prigionia, così decise di nascondersi in un posto sicuro finché tutto non sarebbe finito; optò per le docce.
di Luis

87 – Dipendenza
“Giuro sui miei figli: questa è l’ultima”, promise a se stesso prima di stringere le mani attorno al collo della giovane donna, che gemeva nuda e martoriata sotto di lui.

di David Riva

88 – Morte di un libro

Lei, indispettita dal trovare sempre tutti quei libri sparsi per il bagno, decise di allestire una libreria da cesso; Lui, che non aveva mai perso la speranza di lasciare quel posto, si lasciò cadere ad ali spiegate verso il secchio del mocio pieno d’acqua.
di Mimma Curmà

89 – Il dinosauro

Quando si svegliò il dinosauro era ancora li, ci guardò e capì che i Maya non avevano fatto il loro dovere e ci pensò lui.
di Gino Andrea Carosini

90 – La mosca

Lo specchio le rimandava l’immagine di una donna diversa, quella che lei mai avrebbe voluto essere e,  mentre un senso di nausea iniziava lentamente a salire,  la sua attenzione cadde sulla mosca che le ronzava intorno al viso, sbattendo continuamente nell’immagine riflessa, così si alzò e aprì la finestra: un senso di  vertigine la investì e nel seguire la mosca che stava conquistando il cielo, salì sul davanzale e aprendo le braccia decise di andarle dietro.
di Patrizia Fiori 

91 – Il rumore del mare

Preso da un impeto di nostalgìa, Carlo scese in cantina, rovistò nella confusione degli scaffali, la trovò, soffiò via la polvere e se la portò all’orecchio: dopo tanti anni la conchiglia faceva ancora il proprio dovere, ripetendo il ruggito delle onde intervallato dal gorgoglìo soffocato di Ada, che quel giorno quasi dimenticato non ne voleva sapere di annegare.
di Paolo Rozzi
92 –  Appuntamento con una ex

Era la possibilità di non commettere errori, fare del sesso senza comprare dei fiori.
di Cosimo Laterza

93 – Giustizia superiore

Mentre il bastardo teneva la sua vittima schiacciata a terra e la violentava, arrivò trotterellando un elefante gay che, tutto contento, se lo inculò…
di Essedi
94 – Di uomini e nani
La minuscola statura era sempre stata il suo grande cruccio, finchè la prima raffica di mitra ad altezza uomo del nemico gliene mostrò un vantaggio.

95 – Notte di luna piena al dormitorio Pio X
Don Pierino non aveva una spiegazione razionale per quella mano sulla coscia del giovane Federico e per quella strana sensazione di peccato, ma Federico non era stupido e ben sapeva chi tra loro due fosse la vera bestia e al prete non sarebbe bastato pregare il suo buon Dio per salvarsi da una morte violenta e… nutriente.

di Eddie

(96) – Il tubo
Nella mia breve vita, torturata dal letto, dalle medicine e dalla malattia, non avevo mai vinto nulla, tranne quel giorno in cui mi svegliai di soprassalto e mi ritrovai al centro di una piazza completamente circondata da muri di vetro che sparivano in alto sotto il cielo, all’infinito, con quel suono di trombe che faceva fischiare le orecchie e c’era così tanta gente che non sembrava vero; ma infatti non lo era di sicuro, anzi, ero convinto che fosse solo un sogno ma non la smetteva più così mi misi a correre e a saltare, finché non mi accorsi che le mura si stringevano e avrebbero stritolato tutti, compreso me, quindi approfittai della calca per salire, e salii, salii, salii arrampicandomi sugli altri mentre la piazza si trasformava in un tubo pieno di carne e sangue e c’ero solo io sopra a tutti, ma quando la stritolatrice finì e la carne e il sangue schizzarono in alto sparandomi oltre il mondo, vidi che ero in un anfiteatro celeste tra le nuvole dove tutti, bagnati dalla pioggia rossa, applaudivano la mia performance di grande vincitore del tubo e in caduta libera, di lì a poco, sarei morto anche io.

di Eddie (bonus)

97 – Ironman
Nuotò, pedalò e corse per ore, fino a tagliare il traguardo: solo allora si accorse che stava arrugginendo.
di Elena Barni

98 – La congiura
Le tre donne bevvero dalle coppe e pronunciarono il loro giuramento, poi ingaggiarono Jack – lo specialista in certe cose – e gli offrirono sette denari e una spada perché squartasse colui che aveva spezzato i loro cuori; Jack accettò, ma proprio quando stava per colpire a morte il re di cuori la spada gli svanì dalle mani e i denari dalla tasca e ogni carta tornò nel proprio mazzo.
di Cily
99 – Pensiero stupendo
La sala di lavorazione era letteralmente invasa da voci, urla, risa, sguardi maligni contrapposti a finti e ruffiani convenevoli in grado di rendere folle il più santo tra gli uomini e rendendo vano il detto per il quale la pazienza è la virtù dei forti; sopraffatta dal caos, quindi, in un fugace momento di lucidità, afferrò il martello nella mano e prese a colpire la testa della sua collega con una sana ferocia esclamando: “Cazzo, quando dico che troppi galli a cantà non se fa mai giorno, me devi da retta!”
di Federica D’ascani
100 –  … E poi scoppiò il casino
“Sei sicuro di aver chiuso bene la gabbia?”
di Fabrizio Vercelli
101 – Di ferro e di cemento
Siamo partiti all’alba, mio fratello ed io: la scuola è terminata e il maggiolino rosso avuto in prestito dal nonno ci porterà sull’isola delle nostre vacanze; il sole ci buca gli occhi mentre guidiamo a turno, ed è sera quando arriviamo alla costa e ci sentiamo forti e grandi, perché l’estate sta per cominciare, la vita e le vacanze sono nostre, sono vicine, sono al di là del ponte alla cui base abbiamo parcheggiato, quel ponte così simile ad un vecchio mostro morente dal corpo arcuato e le zampe piegate, membra di ferro e viscere di cemento; ne immaginiamo l’attraversamento come il trionfo degli eroi che lo hanno domato, così lo sfidiamo per il giorno seguente, che arriva dopo un sonno discontinuo e ci coglie impreparati, confusi; sbadigliamo, cerchiamo di uscire dal maggiolino, ma le portiere non si aprono e le luci dei fari all’improvviso si accendono e il motore rantola, tossisce e poi romba deciso: il maggiolino, rosso nel grigio improbabile, si impenna, prende vita e noi, impotenti, urliamo e urliamo, ma nessuno ci sente: si parte! lo spettacolo inizia! per sempre trasportati nelle viscere e nel buio, per sempre giocattoli umani per mostri meccanici, le nostre grida si perdono nel vortice di una corsa senza fine e il ponte ride, con stridore di ferro e tonfi di cemento.
di Eliana Mora
102 – Uno e uno
Assieme agli altri, l’ho voluta che era ancora una bambina, la piccola strega, giocandomi con un lancio di dadi la sua verginità, ignaro che il più sfortunato avrebbe goduto dell’intera vendetta: un albero, imponente, cresciuto dentro i nostri stomaci.
di Giorgia
103 – Crisis

Dopo gli atroci e rutilanti spettacoli sui media e nell’imminenza di nuove e fantasiose rappresaglie politico-elettorali, decise di fare l’unica cosa realmente alternativa e salutare; restituì Roma al papato, dicendogli “Grazie, basta così”.
di Angelo Benuzzi 

(104) – Policucina
So di una loggia di cavoli cappuccio, di tenebrose cupole di iceberg e di segreti legumi tra fagioli e lenticchie; l’ultima barriera è stata violata, la cucina è entrata in politica!

105 – Gentilezza
Era sempre stato un uomo buono, tenero con gli altri e pronto a farsi in quattro pur di aiutare, anche quando si trattava di sacrificarsi per una giusta causa; aveva buon cuore, indubbiamente, e peccato che il lupo che glielo strappò via con un solo e deciso morso grondante bava, non avesse il dono della parola… lo avrebbe di certo ringraziato.

(106) – Buttati!
Buttati, gli dicevano; continuamente, spronandolo, spingendolo, cercando di costringerlo a prendere in mano la sua vita, il suo destino, per non lasciare che finisse a marcire in un angolo buio e lercioso… se solo non avesse scelto il diretto delle 13.45 proveniente da Bologna per seguire i loro consigli…

di Paolo Ungheri (bonus)
107 – Il Taglio della Moneta
Ogni volta, quando finivano di giocare distruggevano il loro gioco con fuochi d’artificio dopo i quali decidevano con il lancio di una moneta chi doveva essere il cattivo e, questa volta, fare il cattivo era toccato a Lucy che, presi mantello e forcone, andava a ricostruirsi il suo esercito all’Inferno per lasciare Javè in Paradiso, almeno fino a che la loro mamma non li avrebbe richiamati in casa per cena.
(108) – E se davvero?
Si era scolato l’ultimo bicchiere di champagne della giornata guardando il cielo e mettendosi a pensare se davvero sopra di loro ci fosse una forza superiore, poi pensò che erano tutte baggianate e che doveva tornarsene a letto visto che il giorno dopo si sarebbe dovuto svegliare presto per l’Angelus.

di Attianese “Helldoom” Domenico (bonus)

109 – La pesca
Le mani si accostano alla pesca umida, accarezzano la rugiada che la ricopre, la bocca si appoggia avida e la lingua scorre lungo lo spacco, poi ancora le mani ad aiutare la polpa a dividersi là dove la lingua scava bramosa e il nocciolo duro fa’ la sua comparsa mentre il succo, della pesca aperta, cola ai lati della pelle e la polpa muore dentro le labbra ormai ghiotte.

110 – Emozioni
Come palloncini al luna park, legate da un filo sottile, stavano strette addossate le une alle altre creandogli un groviglio oramai inestricabile: rabbia, delusione, ingiustizia, paura, amarezza; nel caos di fragori e luci d’un tratto un colpo, due, tre, quattro... scoppiarono una dopo l’altra rimanendone uno stralcio sciupato o poco più; sulla testa di uno spillo la parola Speranza.
di Debora Leandri
 111 – La iena
C’era una strana somiglianza tra me e lei quella notte d’inverno, la situazione estrema in cui vivevamo era l’aspetto più evidente, ma la verità è che anch’io ero un animale, la differenza, però, è che io ero in gabbia, mentre lei assaporava la libertà, quella sera la invidiai, avrei voluto essere una iena.

di Andrea Danzi

112 – Un giorno in piscina

Recatomi un dì in comunal piscina
subito m’azzecca, in striminzitolo slippino
un ballerin d’amici diplomatosi bagnino;

lo sculettante, gayo e lesto mi comanda
di trasbordar dentro alla vasca
a far lo acquagimme alle babbione;

mi inacquo nel mar morto già in burrasca
fra le anziane barbicate a falli tubolari
quando la più chiatta s’inabissa:

“Prestommi aiuto!” implora in modi pazzi,
ed io come un guardon di spiaggia
m’immergo a scongiurarle amari cazzi;

la grappo, ma come profezia di Maya
ella al collo mio s’appolpa e si dimena
pesante come un bidon pieno di ghiaia;

affinchè abbia fine questa scena
le pianto un bel diretto nella ghigna
portando soporifero sollievo alla sua pena;

s’avvicina sculettando il gayo bagnino
mentr’io spiaggio a bordo vasca la balena
interessato a me più della naufragica Schettino;

sugandosi in tastanti graziamenti ai miei confronti
s’avvede subito, dal pesante fuoriuscir di funcoolei versi
che il sottoscritto appartiene ad altri fronti

smosciato come augello di Del Piero,
m’involo verso casa in tutta fretta
invocando Otelma, lo divino portasfiga:
mai più lascerò la casa mia diletta.

di Roberto Livio Del Bino

113 – Il cannibale
Attese invano, in riva al fiume, il passaggio del cadavere del suo nemico, ma i coccodrilli l’avevano preceduto…

di aenigmistae 

114 – Coloracqua
Quel giorno Giorgio, fissando il bicchiere mezzo pieno, esclamò: “Che bello il colore dell’acqua!”; la mamma, fissando il bicchiere mezzo vuoto, rispose: “Caro, l’acqua non ha colore!”.

di Maria Chiara Nardi 
115 – Realtà
“Basta!” si rese conto che stava urlando “ora veramente basta!” ripetè, mentre il dito contratto sul mouse cliccava su “start” e poi su “arresta sistema”, e lo schermo azzurrino, dopo un attimo di interdetto stupore, docilmente si spegneva, mentre lui aveva già spento anche l’iphone e l’ipad, e si abbandonava sul divano, scollegato dal mondo, finalmente rilassato, finalmente solo, solo con sè stesso, senza notifiche, senza messaggi di posta, senza sms, senza nessuno… e fu in quell’attimo che suonarono alla porta.

di Giuseppe Agosta

(116) – Secondo movimento: Certo, cambiar è bene, se non danneggi il prossimo, però…
Mentre la voce del Padrone tuonava, petulante e vendicativa, trasmutando il cielo in coriandoli lampone e rame e incitando l’oceano a impadronirsi della Terra, schiuma rabbiosa in un perverso, asimmetrico, concerto di turbini argento e saette cobalto; Caronte, assopito nella penombra della sua dimora sassosa, umida e profonda, scuoteva la testa, appoggiato al suo pesante remo e mormorava: “Ci risiamo, diavolo porco, ci risiamo, un’altra massacrante sessione di lavoro per me e i miei reumatismi… e tutto perché quell’imbecille sulla Luna e incapace di resistere alla curiosità e si mette a schiacciare un pulsante, diavolo porco!”

117 – Il gatto
Sono un gatto pigro e sonnacchioso e da quando quell’uomo fastidioso se ne è andato da questa casa calda e accogliente sono io che mi occupo della mia mamma adottiva che mi riempie di premure e di crocchette; così quando la mamma ha aperto la porta di casa per andare al lavoro e sullo zerbino c’era accoccolato un gatto straniero pronto ad entrare, non ci ho pensato un attimo: è compito mio difendere la tana e la mamma; mi sono gonfiato tutto, ho addrizzato il pelo soffiando e sono corso dietro a quell’intruso potenzialmente pericoloso; quando ha sentito anche i miei denti è fuggito via e io mi sono rifugiato fra le gambe di mamma, perchè sia chiaro che questa casa comoda è mia e questa
mamma è mia e nessuno si deve intromettere e usurpare quello che è mio… capito?

di Annamaria Lizzi
118 – Cronaca di un tresette finito male 
Sapendo bene che non è consigliabile discutere con gli spiriti, posai immediatamente le carte sulla tavoletta ouija e procedetti a evirarmi; troppo in fretta per realizzare che Peppiniello era stato un contadino semianalfabeta e voleva solo che io tagliassi il… mazzo. 

di Ross

119 – Meglio morire
La torturava senza tregua ormai da ore, dopo aver cominciato con gli spilli nell’occhio destro e averlo lavorato come se volesse cavarglielo, passò a torturare la base del collo regalandole ondate di nausea, dal dolore intenso che sentiva poteva immaginare che lui le stesse strappando lo scalpo dalla nuca in su; lo odiava e avrebbe preferito morire, invece era impotente, sapeva che nonostante il cachet quel maledetto mal di testa non le sarebbe passato fino a sera.

120 – L’invenzione del teletrasporto
Abbiamo viaggiato per secoli in nave o a cavallo, per molti decenni in treno e poi sempre più veloci, arrivando a sorvolare gli oceani, ma oggi possiamo addirittura percorre distanze enormi pressoché istantaneamente, venendo frammentati e rimbalzati da un capo all’altro del mondo e arrivando a destinazione integri, nemmeno appena sgualciti; un tempo si pensava che sarebbe stato impossibile, e invece, mi domando come abbiano potuto impiegarci tanto per arrivare ad una soluzione così semplice ed efficace, proprio loro, così intelligenti e così invidiosi perché, con quel fardello di carne e di ossa, non possono ancora fare come noi, loro creature, messaggi fatti di semplici parole.
121 – Anna Karenina a Venezia
Non riusciva mai a compiere lo stesso tragitto per arrivare a casa, la tradivano i riflessi dell’acqua sui muri muffiti, la perenne implosione, la chiusura del suo essere dentro un altro essere di cui, a stento, comprendeva la lingua; quella cosa dentro le parlava in continuazione, la tensione, nella quale viveva, aveva dato ai suoi occhi un’assurda forma, nel suo buio le pupille erano state inghiottite e le palpebre superiori tendevano a poggiare su quelle inferiori, quasi a cercare riposo – forse, era proprio per colpa di quelle fessure, da cui si era ridotta a sorvegliare l’esistenza, che la vita le appariva così velenosa -, una sola possibilità accolse il suo incedere poiché il passato era finito, reciso e, del futuro non vi era nessuna traccia: stavolta sarebbe morta nell’acqua, occhi dilatati nell’infinito blu.

122 – Gratia Plena
“L’ho ucciso io” pensò, guardandosi le mani imbrattate di sangue che non lasciavano dubbi e chiedendosi come avesse trovato la forza di reagire, ma non importava, doveva al più presto sbarazzarsi di quello che era ormai solo un corpo immondo, ripulirsi, nascondere gli occhi lividi e gonfi dietro i grossi occhiali scuri e correre a confessarsi, recitare dieci Ave Maria e sperare, come sempre, nel perdono del Signore, perdono che lei si era già concessa nel momento in cui aveva alzato il coltellaccio da cucina, mentre sulle labbra tumefatte affiorava un Amen.

123 – Amore Paterno
Sorrise ai complimenti di suo padre che la lodava per lo spezzatino ottimamente riuscito e non la turbò la prima domanda “Dove hai preso la carne?”, ma la seconda: “Quand’è che torna tuo marito?”.

di Lady Oscar

Comments

  • 28 Dicembre 2012

    Senza nulla togliere agli altri, ma il mio voto va deciso a Gloria. Come? Non ci sono i voti? Ops… 😛

    reply
    • 29 Dicembre 2012

      stai cercando di fare delle pressioni sulla giuria che verrà? 😀

      reply
  • Noè
    29 Dicembre 2012

    A me piace tanto quello senza titolo con il figlio e il serpente!
    ^_^

    reply
  • 30 Dicembre 2012

    Ebbene, siamo al 27% del target in soli 5 giorni… non mi pare malaccio, no? 🙂

    reply
  • 30 Dicembre 2012

    26, i doppi non si contano 🙂
    e comunque don't worry: è già un successo
    🙂

    reply
  • 30 Dicembre 2012

    Carina l'idea dei mini racconti……… sfida avvincentissima!

    reply
  • Patrizia Benetti
    31 Dicembre 2012

    A me piace molto Il mini racconto: Batteri!

    reply
    • 31 Dicembre 2012

      Patty… ciao tesoro! Ma che bello siamo insieme anche qui!!!
      E posso dire che a me piace "Considerazioni di una mente logorroica"? Dì che i ns post di domenica ti hanno ispirata……
      Baciotto tesoro.
      Sonia T.

      reply
    • 5 Gennaio 2013

      Ci sono anch'io, ragazze. Cioè, ci sarò… forse!

      reply
  • 31 Dicembre 2012

    A me piacciono tutti (o quasi).
    Ma oggi voglio solo augurare buon anno a tutti i funcoolisti. Nella speranza che all'anno nuovo riusciamo a pararcelo ancora una volta.
    gloria

    reply
  • 1 Gennaio 2013

    Buon Anno a tutti!!!
    Auguri!

    reply
  • 1 Gennaio 2013

    idem!!!

    reply
  • 1 Gennaio 2013

    Auguri a tutti anche da parte mia!

    reply
  • 3 Gennaio 2013

    Wow!! E siamo a 38!!! Ma che bravi!! 😉

    reply
  • 4 Gennaio 2013

    Ora che abbiamo la risposta alla vita, all'universo e s tutto quanto, passiamo oltre e andiamo avanti verso il centinaio. Forsa, dai!

    reply
  • 4 Gennaio 2013

    Guardate, mi sento di dirlo già adesso, sperando che non peggiori.
    Secondo me, per ora, abbiamo la migliore qualità media di tutte le edizioni.
    Certo, ora voi mi smentirete mandandomi quintali di mer..aviglie, ma io sono comunque molto contento di come sta andando. Siete bravi!

    reply
  • 4 Gennaio 2013

    Grazie signor Gelo, ma non credere che ci fermeremo qui, a ogni prossima edizione diventeremo sempre più bravi!!! 😉

    reply
  • 5 Gennaio 2013

    Da brava "novizia" di questa competizione sono venuta a curiosare un po'. Siete troppo bravi! Io sono ancora immersa nella fase di produzione…

    reply
  • Patrizia Benetti
    6 Gennaio 2013

    Dai Romina. Ti aspetto!
    Pat

    reply
  • 6 Gennaio 2013

    No, ma… come farai a filtrare e valutare il tutto?
    Sul serio, io non saprei a chi dare il premio "ti ho fatto ridere più degli altri", davvero! 😀
    E altre cosette, perché personalmente non riuscirei a scegliere i vincitori!

    reply
    • 9 Gennaio 2013

      io non farò la giuria farà, quando la trovo… 🙂

      reply
  • Ungaretti
    7 Gennaio 2013

    M'illumino d'immenso con energia da fonti rinnovabili al 100%.

    reply
  • 7 Gennaio 2013

    Tarattattattà I'm lovin' it!

    L'aria fresca non serve, leviamo un po' 'sto sole, ammucchiamoli tutti e via all'ingrasso, con un pizzico di ormoni, zampe sfondate e ancora un tocco di antibiotici… Mmm questo Big Mac mi fa impazzire!

    Presto lo segnalo pure sul blog! 😉 Bell'iniziativa! Saluti, CervelloBacato

    reply
    • 7 Gennaio 2013

      P.s scusa, ho sbagliato un cosina. Sul finale al posto dei ''tre puntini'' ci vanno i ''due punti''.. Insomma.. Una cosa così:

      […]un tocco di antibiotici:''Mmm questo Big Mac mi fa impazzire!''

      Scusa per il casino 😀

      reply
    • 7 Gennaio 2013

      Nessun problema per i due punti, sostituiti, e grazie per esserci, con tutto quell'entusiaaaasmouuuuu di cui si diceva. E soprattutto, se diffondi il verbo del Fun Cool! sul blog, vedi di farmelo sapere, ché finisci nella lista di quelli che hanno parlato del fun cool! e possono mandare un racconto in più!

      reply
    • 8 Gennaio 2013

      Qui ho segnalato il concorso http://cervellobacato.blogspot.it/2013/01/con-gelostellato-se-ne-vanno-tutti.html
      Se mi frulla qualcosa di nuovo scriverà anche la seconda 🙂 Ciau

      reply
  • 8 Gennaio 2013

    Ma che iniziativa fighissima. Mi ci metto anch'io con la storia in una frase…

    Sesto senso
    Ho avuto l'impressione che volesse evitarmi quella sera, andai sotto casa sua e lo vidi scendere da quella macchina, lo sguardo malizioso salutando la novità che lo aveva distolto dalla routine, nei suoi occhi neanche l'ombra di me e degli 8 anni insieme.
    – Perla (poco rara)

    reply
    • 9 Gennaio 2013

      presa e catturata!
      una perla sta sempre bene!
      grazie!
      🙂

      reply
  • 9 Gennaio 2013

    Il pensiero sulla cima (bonus)

    Prima c'è il coraggio, o forse quel breve istante d'incoscienza, seguito dalle loro consuete frasi d'incitamento; poi la salita, lenta, faticosa, col solo panorama a consolarti e riempirti gli occhi; ed infine arrivi lì in cima, nel punto più alto e tranquillo, il cuore sussulta un attimo, ora tutto è fermo, pronto a farti giungere l'odiosa e puntale domanda:''Ma chi cazzo me l'ha fatto fare di salire ancora sulle montagne russe?!?!''

    reply
  • 9 Gennaio 2013

    Sfida decisamente interessante! 🙂
    Buona giornata a tutti!

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  • 9 Gennaio 2013

    No, Pozzanghere è fenomenale! 😀

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  • 9 Gennaio 2013

    Oh quante belle storie madamadorè,
    il re ne domanda una madamadorè,
    scegliete la più bella madamadorè…

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  • 10 Gennaio 2013

    Che spettacolo, tanti sono veramente belli 🙂

    Ecco il mio:

    In un modo o nell'altro

    Eddai porcaputtana ti uscirà a cubetti ti uscirà che fa un freddo della madonna, basta che ti sbrighi che non mi reggo in piedi ma quanto alzava quel vino due bicchieri e già barcollo no mi sa che erano tre facciamo quattro, ecco bravo alleluja fatta tutta dai che si va a letto cioè io a letto e tu a cuccia o sennò io a cuccia e tu a letto che tanto, cazzo no che quello m'ha visto stiamo sotto il lampione vabbe' la raccolgo che culo eh, riusciranno i nostri eroi a trovare una cazzo di bustina, e apriti porcamiseria ma t'hanno incollato ah no spe' che questo è il fondo ci credo che non s'apriva, diosanto come sto messa, oh suonate campane ce l'abbiamo fatta s'è aperta, e mo dov'è che l'ha mollata le cacce al tesoro facciamo porcatroia ma guarda te se all'una del mattino mi tocca di ma dove cazzo ma chi se ne frega faccio finta raccolgo un sasso tanto con 'sto buio oh mi pareva che era qui… appunto, merda.

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  • 10 Gennaio 2013

    Hai reso perfettamente l'idea. E' per questo che io ho un gatto!

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  • 10 Gennaio 2013

    Ammazza, vi fanno bene le feste. Che racconti meravigliosi! Partecipare è un onore, ecco il mio raccontino e mille grazie!

    Deviazioni
    Di tutti gli abbracci della sua vita, non molti a dire il vero, uno su tutti le tornava in mente proprio ora, distesa nel silenzio ovattato di quella stanza in cui tutto sapeva di ultima volta; sarà perché le braccia sfinite sanno riconoscersi a vicenda o che i segni su di esse possono valere il racconto di una vita intera, ma di quell'abbraccio malato, adesso più che mai, avrebbe avuto un disperato bisogno, per dirle "vedi, ci son cascata anch'io" o domandare "perché non ci hai provato un po' più a lungo?" o in fondo solo per quanto conforta non sentirsi la sola colpevole delle proprie deviazioni.

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  • Cinzia
    10 Gennaio 2013

    Ci sono pure io! Ci sono pure io!

    Padre, Figlio e Spirito Santo

    Risponde la segreteria telefonica della Grande Mente Intergalattica; se si desidera parlare con Gnodr premere uno, se si desidera parlare con Yzòrddw premere due […], se si desidera parlare con Allah premere temilioniduecntosessanta, se si desidera parlare con Gesù di Nazareth premere tremilioniducent CLICK lei ha selezionato Gesù di Nazareth; siamo spiacenti, la sua divinità locale è in fase di manutenzione straordinaria – miracoli e apparizioni riprenderanno appena possibile; se si desidera lasciare comunque un messaggio si prega di parlare dopo il segnale acustico BIIIIIP

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  • Luis
    11 Gennaio 2013

    Ecco il mio microracconto, politically scorrect fino alla fine…

    Gasato per la libertà

    Sentì gli allarmi risuonare nel campo di concentramento: sapeva che i nazisti erano in rotta e che sarebbero state le ultime ore di prigionia, così decise di nascondersi in un posto sicuro finché tutto non sarebbe finito; optò per le docce.

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    • 11 Gennaio 2013

      e ricevetti e pubblicai, e ricordati te di correre su e giù a vedere visto che non so chi sei 😀

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  • 11 Gennaio 2013

    Ancora tre e siamo a 100! 😀

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  • Anonymous
    11 Gennaio 2013

    Pensiero stupendo
    La sala di lavorazione era letteralmente invasa da voci, urla, risa, sguardi maligni contrapposti a finti e ruffiani convenevoli in grado di rendere folle il più santo tra gli uomini e rendendo vano il detto per il quale la pazienza è la virtù dei forti; sopraffatta dal caos, quindi, in un fugace momento di lucidità, afferrò il martello nella mano e prese a colpire la testa della sua collega con una sana ferocia esclamando: "Cazzo, quando dico che troppi galli a cantà non se fa mai giorno, me devi da retta!"

    Racconto leggermente autobiografico, Gelo,e anche sta volta ho fornito il mio utilissimo contributo al tuo stupenderrimo concorso, ergo… voglio il libro! 🙂
    D'Ascani Federica

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    • 12 Gennaio 2013

      i libri si vincono o si comprano 🙂
      la giuria deciderà 😀

      reply
    • Anonymous
      12 Gennaio 2013

      ammazza come sei pignolo…uff…

      reply
    • 12 Gennaio 2013

      essele io pignainculo, tutti sapele, ma io spera che tu vince liblo! 🙂

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  • 11 Gennaio 2013

    …sono in ritardissimo!!!! Ma non potevo fare a meno di partecipare perchè sono tanto incasinata che il FunCool è un toccasana!!!

    DI FERRO E DI CEMENTO

    Siamo partiti all’alba, mio fratello ed io: la scuola è terminata e il maggiolino rosso avuto in prestito dal nonno ci porterà sull’isola delle nostre vacanze; il sole ci buca gli occhi mentre guidiamo a turno, ed è sera quando arriviamo alla costa e ci sentiamo forti e grandi, perché l’estate sta per cominciare, la vita e le vacanze sono nostre, sono vicine, sono al di là del ponte alla cui base abbiamo parcheggiato, quel ponte così simile ad un vecchio mostro morente dal corpo arcuato e le zampe piegate, membra di ferro e viscere di cemento; ne immaginiamo l'attraversamento come il trionfo degli eroi che lo hanno domato, così lo sfidiamo per il giorno seguente, che arriva dopo un sonno discontinuo e ci coglie impreparati, confusi; sbadigliamo, cerchiamo di uscire dal maggiolino, ma le portiere non si aprono e le luci dei fari all’improvviso si accendono e il motore rantola, tossisce e poi romba deciso: il maggiolino, rosso nel grigio improbabile, si impenna, prende vita e noi, impotenti, urliamo e urliamo, ma nessuno ci sente: si parte! lo spettacolo inizia! per sempre trasportati nelle viscere e nel buio, per sempre giocattoli umani per mostri meccanici, le nostre grida si perdono nel vortice di una corsa senza fine e il ponte ride, con stridore di ferro e tonfi di cemento.

    di Eliana Mora

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    • 12 Gennaio 2013

      Brava compagna di plagio!!
      Mi è piaciuto assai 😉

      reply
    • 12 Gennaio 2013

      grazie Luisa! E' reciproco 😀
      Nonchè fatidico……

      reply
  • 11 Gennaio 2013

    ricevuti!!!

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  • 12 Gennaio 2013

    Bella "Il dinosauro" ma va corretta: è piena di punti proibiti.

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  • Anonymous
    12 Gennaio 2013

    Motto cinese

    Le esequie si tellanno alle ole 9.00

    by aenigmistae

    reply
    • 12 Gennaio 2013

      ehm… no aspetta, si può mandare un solo racconto, a meno che non si ottenga, o meglio, si fosse ottenuto, perché oramai è tardi, il bonus per articolo su sito/blog
      quindi questo non lo posso accettale a menche non sia in sostituzione di quell'altlo con un punto di tloppo che ho colletto ::) attendo lumi 🙂

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  • Anonymous
    12 Gennaio 2013

    Plefelisco l'altrlo! ;°D

    aenigmistae

    reply
    • 12 Gennaio 2013

      pelfetto, Calmine san, allola tutto è bene cià che finile bene 😀

      reply
    • 13 Gennaio 2013

      Gelo, dal tuo punto di vista sarebbe stato "Calmine kun", perché qui sei tu il membro anziano. U.U

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    • 13 Gennaio 2013

      ma gualda te se uno dovele stale attento anche quando dile le cazzate :;D

      reply
    • 13 Gennaio 2013

      Eccerto! Anche le cazzate van dette bene! 😀

      reply

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