“Dire mai e altri racconti” di David Foster Wallace*****

“Dire mai e altri racconti” di David Foster Wallace*****

Lo comincio così, questo post:

Se non fosse segno di maleducazione parlare degli affari privati di famiglia in pubblico come mi hanno insegnato i miei genitori quando ero piccolo avrei fornito a Cacio degli esempi di volte in cui storicamente ero stato infelice e gli avrei inoltre dichiarato che Gin Fizz secondo me è una ragazza eccezionale e spesso e volentieri mi rende felice facendomi i pompini e permettendomi di bruciarla, perché questi sono gli unici due eventi che mi fanno diventare felice, in materia di cicogne e foglie di cavolo. Purtroppo, anche se sono un ragazzo prestante e desiderabile agli occhi di molte ragazze che ho incontrato nel corso della mia carriera scolastica e della mia vita, il mio pene si rifiuta di diventare eretto quando vogliono compiere l’atto sessuale e diventa eretto soltanto se mi fanno un pompino, e se mi fanno un pompino io desidero moltissimo bruciarle con dei fiammiferi o col mio accendino e a quasi tutte le donne questo evento non piace e sono infelici quando vengono bruciate per cui hanno paura di farmi i pompini e desiderano soltanto compiere l’atto sessuale.
Però Gin Fizz non ha paura e me li fa. Inoltre Gin Fizz sa che la cosa che mi renderebbe il risolutore di problemi di responsabilità civile delle aziende più felice nella storia del pianeta terra sarebbe uccidere mio padre e infatti ucciderò mio padre e farò il bagno nel suo sangue non appena mi sarà possibile senza magari essere colto in flagrante o scoperto colpevole della cosa, magari quando lui sarà in pensione e mia madre sarà debole, e Gin Fizz promette di aiutarmi e di uccidere anche il suo patrigno e mi fa i pompini e a volte mi permette di bruciarla.

Non è devastante? 
Io ho letto solo un libro di Wallace, Oblio, raccolta di racconti che mi piacque, ma che, sono sicuro, all’epoca non apprezzai di certo per come avrei dovuto, troppo acerbo lettore ero.
Ora so che, prima o poi, in periodi diversi da questo, dovrei leggere Infinite jest, mentre più prima che poi, viste le dimensioni, vorrei leggere le interviste con gli schifosi.
Certo è che ho fatto passare questi tre racconti del sole 24 ore davanti a tutti gli altri libercoli e, anche se ho impiegato una vita per leggere il primo, continuamente interrotto dal sonno della mia cazzo di vita sregolata e senza direzioni, ma con il secondo e il terzo mi sono proprio messo lì, di impegno, e li ho letti un pochissimo.
Il brano che avete letto è tratto da “La ragazza dai capelli strani” che poi è anche il brano che dà il titolo alla raccolta della minimum fax da sono tratti i tre racconti.
Il primo è “Per fortuna il funzionario commerciale sapeva fare il massaggio cardiaco” è forse il più complesso, alla lettura, perché nella sua narrazione in iper-burocratese e nella sua mancanza di “a capo” non è certo qualcosa che scivola sotto gli occhi. Però certi anfratti, certa umanità, si nasconde tra le righe e se la scovi, quando la scovi, è un piacere tutto tuo. Vi cerco una frase, una soltanto, vediamo se la trovo.
Trovato!
Allora, badate, prima si dice, che:
Il Funzionario Commerciale e il Vice Presidente Responsabile della Produzione Estera si conoscevano appena, e solo di vista, […]
poi si dice questo:
[Il Funzionario Commerciale] Si stava preparando a provare quella sensazione maschile e particolare associata con l’obbligo di conversazione a cui si trovano sottoposti due uomini con qualche relazione professionale che si incrociano in ore notturne dentro un luogo sotterraneo altrimenti deserto e silenzioso ma di un silenzio fragile, molto al di sotto della sede altissima e vagamente pulsante di quella che è stata per entrambi una lunga e faticosa giornata di lavoro. Condividevano lo stesso dolore, anche se ovviamente nessuno dei due lo sapeva.
e infine, ecco qua, questo pezzo splendido:
Chinato sulla decapitazione del suo motorino, il Funzionario Commerciale stava scegliendo parole né liquidatorie né invitanti, né laconiche né invadenti; stava componendo un viso accuratamente disinvolto, restringendo le opzioni di saluto verso un «Salveee» che conteneva già un riconoscimento della distanza dall’altro e una serena disponibilità a conservarla. Chinato, compose la pelle del viso, diede forma a uno sguardo disinvolto ma disinvolto in maniera rispettosa e neanche lontanamente immaginabile come addolorato con cui incrociare l’inevitabile sguardo del Vice Presidente Responsabile della Produzione.
Ora, magari sono solo io che penso che Wallace sia geniale e profondissimo, nella sua scrittura finto-burocratica, finto-complessa, finto-vuota; magari solo io penso che sia l’unico, finora, che ha trovato il modo di usare gli avverbi in -mente in modo degno ed elegante, rendendoli quasi incollati alla sua prosa e musicali. Comunque sia, mi è piaciuto tanto, e trovo che abbia una sensibilità estrema, nella conoscenza delle persone, e un talento particolare nel cambiare registro in modo efficace. 
Alla fine, per dire, c’è questo terzo racconto.
Non del tutto tradizionale, Dire mai, che è fatto da un incrocio di punti di vista, di tre situazioni, in cui un protagonista, Lenny, buon padre di famiglia, si tromba la ragazza giovane del fratello e se ne innamora (?) mandando a puttane famiglia e figlia. Tutto normale, fin qui, chiaro. Quello che è magnifico è il modo con cui lo comunica a tutti, con una lettera, una lettera di una formalità struggente e geniale, non saprei definirla altrimenti, che non vi riporto perché estraendola ne ruberei fascino.
Credo sia tutto, mi pare. Sì, lo so che ho lasciato parlare più le citazioni che la mia tastiera, ma ogni tanto va così. Ci sono righe così significanti che fai prima a diffonderle, condividerle, mostrarle, piuttosto che a parlarne. In fin dei conti dovrebbe essere il vero obiettivo di chi scrive, no?
Chiudo con due considerazioni su quelle cinque stelline. 
Ne avevo messe quattro, all’inizio, perché mi pareva di aver faticato col primo racconto.
Ma poi mi son detto: ma dove ha sbagliato? Cosa cambierei? 
Niente. Niente di niente. E’ tutto corretto così, quel racconto. E’ questione di cose che fanno o non fanno per voi. Non voglio dargli una profondità che ha tratti non ha, ma è logico che prima di tirare un sasso, per sentire lo splash, devi costruire una pozzanghera. E questo Wallace lo fa.
Seconda cosa, pensavo, ci sono questi finali non finali, queste quasi interruzioni. Sono bozzetti di storia, fili tesi da una mano che non riesci a vedere e resti con quella gola. Come reagirà la ragazza dai capelli strani? E la mamma di lenny? Domande così, da lettore avido più di storia che di contenuti. Ebbene… se non avessero quei finali, ho capito, sarebbe stato un passo falso. Fotografie fatte di fotografie, diciamo, e in una situazione così non c’è una foto che inizia e una che finisce. Quindi cinque stelle, e stop!

Comments

  • 16 Agosto 2012

    Devo provarlo anch'io, prima o poi

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    • 16 Agosto 2012

      devi provare un sacco di cose, te,
      ma anchio
      e quindi siamo perdonati 🙂

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  • 25 Agosto 2012

    Belli, sì! Sono piaciuti un sacco anche a me. Il secondo, sopra tutti. L'ho trovato geniale. Per quel modo di raccontare che all'inizio ti chiedi: "Ma come cazzo scrive questo?", e poi, però, man mano che leggi, ti rispondi: "Oh, cazzo…". Fabtastico. Molto bello anche il primo. Il terzo l'ho trovato a tratti un po' palloso. Ma sono d'accordo con te: la lettera è qualcosa di eccelso! Specie quando fa il confronto tra la moglie e l'amante.

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    • 25 Agosto 2012

      oh sì, vero vero, la lettera era una meraviglia. quel confronto ora faceva pisciare dal ridere ora atterriva per esattezza e coraggio. 🙂 E anche il personaggio dell'amante giovane, da quel poco che trasparive, era molto particolare!

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  • 9 Dicembre 2012

    Ho insistito su Wallace. Ho preso la raccolte "La ragazza con i capelli strani" e "Oblio". Beh, sono giunto alla conclusione che non conoscevo quello che potrebbe essere il mio autore preferito! In attesa di comprare e leggere "Infinite Jest", un libriccino (due "c", vero?) di oltre 1200 pagine di cui alcuni dicono meraviglie e che altri (pochi, in verità) odiano.

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    • 9 Dicembre 2012

      Guarda, dopo questa lettura, La ragazza dai capelli strani anche a me è venuta una gran voglia di leggerlo,
      mentre infinite jest sono sempre un po' timoroso… però…

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