"Rosa ruggine e altri racconti" di Giorgio Scerbanenco****
L’angelo capì che gliel’avevano fatta. Dette un addio a Fragusi, che si era rivelato un ladro invece che un buon partito, e fece un breve viaggio in un paese vicino a Milano, dove abitava una sua sorella. Quasi tutte le donne belle hanno una sorella brutta. La sorella dell’angelo, Elisa, ascoltò in silenzio, il viso reso ancora più brutto dall’attenzione, il racconto poco edificante ma tutto vero che l’angelo le fece. Aveva creduto di potersi sposare, diceva la bella sorella. Invece niente.
E poi, poco dopo:
Elisa, la sorella brutta, stava per rifiutare, quando il pensiero le corse a Martino. Martino era il giovane medico condotto del paese, e la curava da tempo per certe forme nervose non molto chiare, o forse anche troppo chiare.
«Va bene», disse, e tenne l’anello.
L’anello, nel suo bellissimo astuccio verde coccodrillo, venne mostrato come per caso al dottor Martino, durante una delle visite che faceva a Elisa.
«Vorrei venderlo», disse Elisa malinconica, «fa parte della mia dote, ma ormai non spero più davvero di sposarmi».
Il dottor Martino aveva avuto il padre perito in preziosi, e aveva un’idea abbastanza precisa sul valore di quell’anello.
«Devo essere proprio brutta», continuò Elisa, «perché non ho solo questo di dote, ma anche le terre, e una fattoria, eppure nessuno mi sposa…». Aveva un sorriso mesto, infelice, e pieno di intelligente rassegnazione.
«Lei non è brutta», disse il dottor Martino con dolcezza.
Io guardavo la mamma, era lei che doveva decidere. La mamma era una vecchia donna disfatta dalle gravidanze. Aveva messo al mondo sedici figli tra maschi e femmine, io ero il più giovane e avevo ventidue anni. Le femmine si erano già tutte sposate, i maschi si erano dispersi ognuno per conto proprio, e nessuno, s’intende, mandava un soldo alla mamma. L’unico sostegno di famiglia ero io, col mio lavoro di calzolaio imparato da papà. Papà era un uomo finito, malato di cuore, passava le giornate a girare per casa da una sedia all’altra, livido di paura, aspettando l’ultimo colpo che l’avrebbe ucciso. Capivo bene che la mamma era contraria a mandarmi con quell’uomo. Ma prima di dire di no, si rivolse a me.
Nick
Scerbanenco è praticamente lo scrittore che ha creato il giallo nel nostro paese, anche io ho letto solo pochi racconti suoi, però sempre di alta qualità.
Luca Filippi
Bel post, complimenti, hai saputo cogliere e trasmettere lo spirito che anima la produzione di Scebarnenco. Di lui, ho letto "Le spie non devono amare". Anche in questo caso nero + rosa, un po' fotoromanzo come quelli che leggevano le nostre nonne, ma comunque un libro quasi poetico.
Alla prossima!
Roberto
ok, leggo…
gelostellato
BOB! chi si rivede! ma ciao!
e pure Luca delle filippiche, che non si sentiva da un pezzo
e Nick, no niente, Nick niente, lui si sente spesso 🙂
Ciao a tutti cari.
😀
Angelo
Vladimir Scerbanenko era semplicemente il massimo per le produzioni tra il giallo e il noir, trattati con levità e un linguaggio che mi incanta sempre.
gelostellato
come non concordare…
Anonymous
Merita ricordare che Scerbanenco prese casa e residenza a Lignano e che qui vive la figlia Cecilia.
http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2011/08/05/news/lignano-rende-onore-a-giorgio-scerbanenco-l-archivio-in-biblioteca-1.760294
Mandi
Giovanna (DoneBete)
Anonymous
Ora ho letto anche i post precedenti e in particolare dove si legge:
"Scerbanenco ambienta questa storia tra Lignano Sabbiadoro e Latisana, nel 1960, e vi assicuro che lo fa così bene che leggendo mi è sembrato di sprofondare nella giovinezza di mio padre e mia madre."
Giovanna
Frank Spada
Ben trovata Giovanna!
E proprio ieri è morto l'arch. Aldo Bernardis, che ha contribuito con le sue costruzioni a popolare la "Florida del Friuli" inventata negli anni Cinquanta dall'arch. Marcello D'Olivo.
Che tempi!
Anonymous
I racconti del Sole di Scerbanenco sono piaciuti anche a me.
Lo stile elegante e sobrio mi ha ricordato i film di Hitchcock: tratto pulito, niente eccessi, tutto ben dosato.
C'è equilibrio, ecco.
L'Anonima Maiuscola
gelostellato
Mandi Giovanna,
sì, in effetti è piacevole ricordare la friulanità di scerbanenco, anche se leggendo le sue interviste si trovava bene sia qua, sia nel lombardo;
Mandi FranK!
Anonima,
già equilibrio, sì, in effetti è proprio una sua dote, sia nei racconti sia nel romanzo che lessi.
Scerbanenco è sempre sulla mia lista.