
"L'ombra" di Francesca Sarah Toich**

Questo “L’ombra” di Francesca Sarah Toich, non so perché, mi ha ispirato dalla copertina e forse anche dal ruolo dell’autrice, che prima di scrivere narrativa, mi sembra, sia attrice e insegnante teatrale (qui una sua intervista). Interessante, mi son detto, anche perché, anche a rischio di qualche ingenuità narrativa o formale, avrei probabilmente trovato idee e una costruzione del romanzo usata con criteri sceneggiatografici.
Direi, col senno di poi, che è stato così e ho incontrato entrambe.
Partiamo dalla storia e dalle sue caratteristiche principali.
Dunque… è un romanzo per ragazzi, pienamente di formazione, che sfrutta una partenza in pieno tema fantastico/weird (il protagonista vede i fantasmi) per pilotarci in una seconda parte vicina al fantasy, con tanto di mostri, piante magiche e mondi magici e misteriosi.
Il tutto ambientato a Venezia, o per lo meno, che parte da Venezia per passare a isole conosciute e isole misteriose, con tanto di “gruppo dei buoni” e “gruppo dei cattivi”.
Il destino di tutto, e non poteva essere altrimenti, è in Leonardo, il ragazzo vivo che, aiutato da Lora, una coetanea (che come lui vede i trapassati) dovrà riuscire a salvare Virginia, una misteriosa bambina rapita nel mondo di Mente Nera, il demone cattivissimo.
Lo schema, visto così, alla lontana, è piuttosto classico, con amici di Leonardo, dotati di buone qualità, inventiva e tutto ciò che di positivo c’è nei trapassati, e gruppo dei cattivi, sempre pronti a dare sfoggio delle loro doti negative.
E dov’è l’inventiva? Chiederete voi? Dove sono le idee?
Beh, tanto per cominciare nei personaggi. Non tanto i due protagonisti. Leonardo, infatti, è un bambino introverso, orfano e con uno zio libertino che lo caga poco e niente. Lui, senza il cellulare, passa il tempo coi fantasmi. Lora, in vacanza a Venezia dai nonni-mummificati, ha girato il mondo, è ipertecnologica, e almeno inizialmente è irritante come una Bratz sotto acido. Fin qui, tutto normale: sono due tasselli classici per impostare un viaggio/avventura che porti entrambi a crescere e diventare grandi nel giusto modo.
Ma ecco che arrivano i loro aiutanti e guide spirituali, che non sono solo gente normale, ma sono i trapassati celebri, che a Venezia spesso, hanno avuto un ruolo rilevante o curioso. Così troviamo Giordano Bruno, Giorgio Cini, Peggy Guggenheim, Mariano Fortuny e un po’ d’altra gente, anche famosa, di cui per altro è riportata una breve bio, molto utile, a fine libro.
Molto curioso e gradevole, quindi, l’utilizzo dei trapassati che hanno ancora un ruolo da compiere, e tra di essi, alcune idee sono azzeccate. Giorgio Cini che continua a fare l’aviatore facendo guidare la sua cagnetta, per esempio, o Ludwig II di Baviera, il quale, pazzo in vita, diventa Re after morte. Certo, qualche utilizzo pacchiano e banale c’è stato, come il fantomatico trapassato regista Tim B. che ha successo tra i vivi, ma nell’economia del romanzo è perdonabile. 🙂
Ci sono, quindi, un sacco di seconde letture filosofiche, dietro le vicende di Leonardo e Lora, che a tratti sfuggono, inglobate dai fatti, ma in certi momenti sono più chiare e piacevoli (La stessa “ombra” del titolo, che subito porta alla figura e dottrina di Giordano Bruno, ne è un buon esempio).
Altro lato positivo, nella seconda parte del libro, è stato quello di non aver lasciato certezza assoluta sul comportamento dei personaggi. L’idea di buoni che, in ogni caso, si comportano in modo furtivo, e di cattivi che, a tratti, sembrano più neutri che altro, contribuisce a una buona resa del romanzo in termini di non scontatezza. Certo, lo sappiamo fin dall’inizio come andrà a finire, ma almeno in questo modo non si dà la certezza completa al lettore sul chi farà cosa e come.
Passando alle note negative, una va sottolineata, perché è a un livello che supera la tara normale di ignorabilità. Mi riferisco ai piccoli errori formali che potevano (dovevano) essere eliminato con una normale correzione di bozze. Non parlo solo delle “d” eufoniche di troppo e dei frequentissimi “Bhè”, ma parlo anche di cose come spazi di troppo o mancanti, qualche a capo sbagliato e una gestione un po’ naive della punteggiatura… Diciamo che a ogni pagina c’è qualcosina, ed è un peccato, visto che senza queste piccole cose la lettura sarebbe stata più fluida.
Altra considerazione, infine, sulla gestione generale del romanzo. E’ diviso in due parti, e fin qui tutto bene. Ma si ha la sensazione, arrivati alla fine, che la seconda parte abbia cominciato a correre e correre e correre, mentre la prima si sia dilungata troppo. Un po’ come se arrivati a pagina 200, si sia detto, “Ehi! Non puoi superare pagina 300!” e quindi, una vicenda molto ampia e piena di azione è stata compressa sempre più. Abbastanza lampante, il fatto che l’antagonista principale, Mente Nera, faccia la sua comparsa effettiva nelle ultime trenta pagine di romanzo e non vi sia nemmeno qualche pagina di decompressione che tiri i fili delle vicende di ognuno. Si finisce, in effetti, nel luogo dove l’ultima avventura è stata compiuta, e forse qualche paginetta per riportare a casa gli eroi e rimetterli al loro posto, ci sarebbe stata bene, se non altro per non far sembrare il finale un po’ monco.
Comunque… nel complesso, le idee ci sono, e a parte una scrittura da limare un pochettino, le note positive ci sono. Il prossimo non può essere che migliore. 🙂
Vampiro
la roba coi personaggi celebri trapassati pare interessante.
per te vale la pena spenderceli sti 13 euro?
gelostellato
mah… dipende se non ti formalizzi con gli errorini e quelle cose lì e se ti aggrada la svolta fantasy del finale. L'idea dei trapassati, pur non essendo nuova, ha certi spunti originali.
Te lo posso anche portare a marzo e ci dai nocchiata.
Vampiro
fantasy: argh.
ok, portamelo a marzo, così soppeso.
gracias 🙂
Nick
Lo dico anch'io.
Fantasy :argh.
gelostellato
Dai su, non fate le pigne, un po' di deriva fantasy non ha mai ucciso nessuno… beh, forse Sauron, okay, ma era vecchio 🙂
Michela
Uhm…. notevole, sembra attraente 🙂
Siamo sicuri che sia "per ragazzi", ma non "per bambini"?
Per intenderci, è sullo stile dei libri di Moony Witcher o un po' più per grandicelli?
Sembra originale a ogni modo, direi che c'è da farci un pensierino 🙂
gelostellato
no, per bambini non direi, anche se non vedo controindicazioni. direi che l'età dei due protagonisti traina il target: 12-13anni quindi.
fantasmina
a me è piaciuto molto. l'ho comprato un po' per caso perchè mi piaceva la copertina. certo ci sono vari errori di battitura fastidiosi. però trovo che ci siano scelte molto originali: nuovi personaggi che spuntano in continuazione, trapassati famosi che dialogano nel mondo reale, atmosfere oniriche e un ritmo frenetico di eventi nella seconda parte. secondo me può piacere anche agli adulti. se è il primo libro dell'autrice mi sembra un ottimo inizio.