"Nostra Signora delle tenebre" di Fritz Leiber****

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"Nostra Signora delle tenebre" di Fritz Leiber****

Io so, già da adesso, che dopo queste righe qualcuno verrà qui per piantarmi le unghie nella carne. Le mie, unghie. 

Lo so perché quelle quattro stelline lassù sono quattro solo per un pelo, e ci ho dovuto pensare un po’, perché ero tentato davvero di toglierne una.
Poi, a mente fredda, la ragione a prevalso.
Il grado di perturbante e la scia lasciata da un paio di immagini e idee che mi si sono conficcate nella memoria come le unghie di cui sopra, mi hanno fatto capire che questo Nostra Signora delle tenebre è un gran bel libro, sì. 
Però non, come dice lo sciamano, un capolavoro.
No, non riesco a trovarlo tale.
Sarebbe a dire che gli hai trovato dei difetti? si staranno già scandalizzando i fan di Leiber. 
No, no, per carità. 
Però ho fatto fatica, fino a metà libro, a entrarci, a farmi trascinare nelle pagine, a essere entusiasta della lettura. Non so, e senza dubbio colpa mia, mi mancheranno dei riferimenti, del background, ma se non fosse stato per la seconda parte e per il finale, tutte le idee che Fritz ha buttato dentro questo romanzo mi avrebbero fatto pensare “figo!”, mentre il capolavoro, quello vero, mi fa pensare: “ooooooooohhhhh”.
Non so se capite.
Comunque, non venite a cavarmi le unghie, vi prego, perché in ogni caso il libro mi è piaciuto molto.
L’unica cosa, forse, che non ho gradito, anche se non mi ha infastidito, è stato quell’eccessivo uso degli aggettivi accoppiati, per come sono stati tradotti. Quel continuo uso, per dire, di brunopallido, verdescuro, e via di questo passo, dopo un po’ mi suonava. Certo, in inglese, pale brown, (come nel titolo originario) ha tutto un altro suono, e quindi non posso certo incolpare l’autore di questo accoppiare aggettivi.
Per il resto mi è piaciuto tutto.
Tutto cosa? 
L’idea di fondo, la spina dorsale del romanzo, tanto per cominciare. 
Il protagonista, Franz, scrittore fantastico per una serie TV, con una matrimonio travagliato e finito alle spalle e una conseguente dipendenza da alcol, incontra un libro, che postula l‘esistenza dei paramentali, esseri/entità generate dalla grandi città, dalle Megalopoli. Il postulato è contenuto nel libro di Thibaut de Castries, che non è un pincopalla qualunque, ma pare avere avuto diversi rapporti con altri scrittori di genere, durante la sua originale vita, nonché aver studiato/combattuto e forse essere stato sopraffatto dalle creature di cui parla.
E qui si innesta la seconda idea centrale del romanzo. Questa è meno nuova, meno originale, ma efficace. Il prendere le vite di scrittori famosi (Lovecraft, Sterling, C.A.Smith…) e legarle a quelle di De Castries, costruendo aneddoti e situazioni, arrivando persino a costruire “un’amante fatta di libri” appoggiati nella parte di letto matrimoniale dove ormai non dorme più una moglie.
Su queste due intuizioni, intrecciandole, come se libri e città fossero al pari di quelli in carne e ossa, ecco che ci sono molti altri lati da esplorare. In poco più di 200paginette, Leiber riesce a darti qualche decina di spunti di discussione, e questo è senza dubbio un risultato maestoso. Certo, da lettore, devi volerlo, devi accettare che questa non è l’avventura di Franz Westen che affronta i paramentali non riuscendo nemmeno a capire se esistono o meno. Non scherziamo… questa è solo la carriola che porta avanti la storia. Lenta, cigolando, tanto che alla fine, se vuoi metterti lì a contarle, i momenti di tensione/azione sono tre, forse quattro. Se poi sei lettore di supercice, ti possono bastare, però chiudi l’ultima pagina con la sensazione di aver sprecato il libro, e che forse faresti meglio a rileggerlo. 
Se invece lo leggi senza aspettarti fuochi d’artificio, ma pennellate dipinte sul buio, è tutta un’altra cosa.
Prendo solo un paio di esempi.
Franz, a un certo punto, terrorizzato e inseguito, si rifugia a casa di un amico, che come lui pare conoscere i paramentali, e qui finisce per incontrare una bambina, una piccola lolita, per la quale già aveva provato emozioni e voglia in passato, in una libreria, anzi, nella libreria. Ed ecco che mettere quel personaggio lì, disegnarlo a quel modo, dipingerlo e tenerlo in scena poche pagine, è straniante, perché in quelle poche pagine, il lettore passa dal terrore al fastidio, all’irritazione, all’eccitazione e poi di nuovo all’ansia, all’inquietudine. E quella bambina, per dire, ai fini della trama, non è necessaria.
Altro esempio, la prima scena perturbante. Qui è più facile, certo. Franz sale su una collina, Corona Heigts, da lontano vede casa sua, la sua finestra e… c’è qualcuno, o qualcosa. La creatura brunopallida, appunto. Ma… è qui il pregio? No, questa è una bella idea, ben resa, ma un’idea normale. Il pregio è nel contorno, nella descrizione del piccolo parco che c’è su quella collina, nel modo in cui un evento di questo genere rende cupe e misteriose tutte le presenze ordinarie, le cose di ogni giorno, che non sono certo come le vediamo. Angoscia, si prova in quel momento, e non per ciò che (forse) è lontano, ma per ciò che si nasconde vicino, intorno. Questo passaggio, davvero, l’ho trovato tra i migliori.
Poi ci sono tante piccole idee su cui ci si potrebbe cavare un romanzo. 
Il personaggio di Cal, la ragazza che Franz si tromba ogni tanto, sembra saperla fin troppo lunga sul potere della musica per dominare il soprannaturale, e mi ha riportato subito all’idea su cui si regge conjure wife, che le donne, di soprannaturale, ci capiscano molto più dei maschi.

Insomma, credo di capire.
A mettermi qui, adesso, a riflettere, mi sembra che in ogni angolo ci sia un’ideuzza, un lampo da cogliere, una sfumatura che è accennata e calzante ma che, volendo, potrebbe essere estratta come una costola per creare qualcos’altro di più ampio.
Vabbè, ho capito, mi arrendo: è proprio un buon libro.
Ti ci devi mettere, devi guardarlo da più parti, ma è davvero un buon libro.
In ogni caso, questo è indubbio, per la formazione di uno scrittore/lettore di fantastico, è imprescindibile.

Comments

  • 12 Dicembre 2010

    Insomma alla fine ti è piaciuto.
    Meglio così, tu sai che nel caso la recensione fosse stata differente ti saresti ritrovato cumuli di Leiber-fans fuori la porta più inkakkiati degli zombi di Snyder? 🙂 🙂 🙂
    Ed in prima fila ci sarebbero stati Davide Mana,Matteo ed il sinceramente vostro? 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
    No a parte gli scherzi,però questo libro ha un particolare che fa passare sopra tutti i (soggettivi)difetti che hai riscontrato:la sua atmosfera,Leiber in questo è stato un maestro -)

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  • 13 Dicembre 2010

    sì sì, piaciuto assai, ma quell'altro sciamannato gridata al miracolo letterario e insomma…

    comunque sì, l'atmosfera d'inquietuine è davvero riuscitissima.

    reply
  • 13 Dicembre 2010

    inquietudine! ziolupo! manco battere sulla tastiera, mi riesce più.

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  • 13 Dicembre 2010

    Per la miseria Gelo, sei una miniera di informazioni. Questo libro mi ispira e mi sa che me lo accatterò per natale. Solo che mi tocca rinunciare a qualcosa (la crisi, le cavallette, ecc, ecc); pensa che volevo comprare "l'invasione degli ultracorti" ma, vabbè, mi toccherà rinunciarci…

    reply
  • 13 Dicembre 2010

    allora posso stare tranquillo :)))
    questo non lo trovi così facilmente!
    edizioni nord dell'80
    cerca su ebay, che fai prima 🙂

    reply
  • abo
    13 Dicembre 2010

    Eh, di Leiber non ho mai letto nulla, shame on me, shame on me.
    S'ha da recuperare, prima che tutte le copie della Nord si decompongano…

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  • 13 Dicembre 2010

    Sei pazzo!?!

    ti prego, smentisciti subito, dì che scherzavi…

    rischi grosso… gira gente cattiva, da queste parti, contro chi non ha letto leiber!

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  • 13 Dicembre 2010

    Mannaggia mi hai fregato! L'ho trovato ma costa un botto (sai com'è, la crisi, le cavallette, ecc, ecc). Mi sa che mi butto sugli ultracorti! 😉

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  • 13 Dicembre 2010

    ahahahaha
    son qua che ti aspetto 🙂
    Corteggiami! :))))

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  • marco
    13 Dicembre 2010

    rischi grosso… gira gente cattiva, da queste parti, contro chi non ha letto leiber!

    Eh, ma lui non ha l'ardire di parlare di fantastico senza aver letto Leiber.
    E' a questi figuri che riserviamo la tortura coi gerbilli.
    Comunque ti sei salvato che se gli davi tre stelle come il romanzetto adolescenziale coi Marlene Kuntz, mi incazzavo sul serio 😉

    Rimane che il meglio lo dà nei racconti, dove è anche più libero di fare quel che vuole (molti romanzi hanno avuto pubblicazione travagliata) e devi imparare l'inglese e leggerteli in originale.

    reply
  • abo
    13 Dicembre 2010

    "gira gente cattiva, da queste parti, contro chi non ha letto leiber!"

    Infatti quando Elvezio ha lanciato il suo "Cosa ne pensate di…" mi sono guardato bene dal confessare la mia ignoranza.
    Qui invece ho calato le braghe, esponendomi ai gerbilli. Spero che il mio gatto ne sia ghiotto; nonostante le rassicurazioni di Marco meglio non abbassare la guardia…
    Andata per la lettura in inglese, scartabello un po' su Amazon.

    PS: sta cosa del romanzo adolescenziale/MK mi fa pisciare dal ridere; te lo rinfacceranno in eterno, mi sa.

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  • 13 Dicembre 2010

    voi avete una visione ristretta

    100 adolescenti in più che leggono un romanzo marlenekuntz a 16 anni
    portano a
    70 che leggono king a 20
    che portano a
    50 che leggono bradbury a 25
    40 che leggono matheson a 30
    30 che leggono leiber a 35
    e sarà un mondo migliore.

    togliete quei 100 di cui sopra e lasciateli tutto il giorno sul faccialibro e arrivete solo a
    40 che leggono le meyer, a 18-20 e 30 anni. 🙂

    reply
  • 13 Dicembre 2010

    🙂
    ogni tanto bisogna pur
    lasciarsi andare
    ecchecosè

    io tante cose
    in un solo libro
    da friggersi la testa di idee
    non le avevo mai trovate
    ergo per me è un capolavoro
    nel genere

    fine 🙂

    reply
  • 14 Dicembre 2010

    Nostra Signora delle Tenebre è un romanzo strano.
    La prima volta che mi capitò di leggerl (stavo spazzolando tutto il Leiber che riuscivo a trovare) mi dissi, si, vabbé…

    Ma c'è quella maledetta scena della salita alla collina, che ti rimane addosso.
    E allora, un annetto dopo, ti dici, mah, lo rileggo…

    Sono il primo a dire che Leiber è al suo meglio nei racconti.
    Eppure… Our Lady of Darkness è un romanzo del '77…
    Esce in contemporanea con Shining, del trentenne Stephen King, ed è l'opera di un sessantasettenne con alle spalle una lunga storia di alcoolismo (quasi un decennio di inattività) e strapazzi…

    Non c'è una parola sprecata.
    Non c'è una riga di riempitivo.
    Sono 200 pagine perché quelle ci volevano per raccontare quella storia.
    Non c'è pagina che, letta ad alta voce, non suoni meravigliosamente.
    Ci sono abbastanza idee da salvare la carriera di chiunque – e nessuna viene abusata o "bruciata".
    Ha del miracoloso.

    Non è un capolavoro?
    Hai degli standard molto alti.
    Però Leiber, come tutti i grandi, "Wow!" te lo fa dire sempre e solo dopo, mai durante.

    reply
  • 14 Dicembre 2010

    @matteo
    ma infatti io mi sono messo in discussione per primo. qui, sul genere, sei tu l'esperto. Io leggo di tutto e volutamente, quindi mi piego volentieri ai giudizio altrui, in questo caso.

    @sì
    in effetti, già rileggendo me lo gustavo diversamente
    lo rileggerò tra un po' 🙂

    e comunque concordo sul discorso del wow vero solo ex-post

    reply
  • 16 Dicembre 2010

    La mia ignoranza leiberiana si somma con vergogna a quella di abo… ebbene sì, nemmeno io ho mai letto nulla di Leiber. E dire che "Nostra signora delle tenebre" ce l'ho lì da un po' eh… devo solo sistemare il file, cavarne fuori un epub decente e schiaffarlo nell'iPad.

    @abo: temo che le copie Nord si siano decomposte già da un bel pezzo…

    reply
  • 16 Dicembre 2010

    @so che è di difficile reperibilità, però io me lo son fatto regalare ad agosto mi pare a prezzo quasi reale, comprandolo su ebay da un tipo di vicenza o comunque del veneto, azzieme a un casmith.
    questa collana, comunque, è bellissima. 🙂

    reply
  • 16 Gennaio 2011

    "Ho fatto fatica, fino a metà libro, a entrarci, a farmi trascinare nelle pagine, a essere entusiasta della lettura."

    Ecco, è la stessa fatica che sto facendo io. Però, però… c'è qualcosina lì sotto, un rumore di fondo…

    reply
  • 16 Gennaio 2011

    sarai ripagato dai 🙂

    reply

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