"Il profumo" di P. Süskind**

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"Il profumo" di P. Süskind**

Col tempo ho capito che quando le librerie cominciano a riempirsi di un certo titolo, con colonne che si ergono come torri e la copertina che sbircia dagli scaffali ornata di fascette o cartonati multicolori, di solito si ricade in due categorie: o il libro è normale o è mediocre.

Qui, ve lo dico subito, è la seconda che ho detto.
Anzi…
Qui c’è l’aggravante dello scoppio ritardato con effetto film.
Questo tipo di libri, che credo si chiamino best-seller, più o meno, tendono ad essere un po’ peggio quando sono stati pubblicati anni prima e vengono riesumati “perché ci hanno fatto il fiilm” come in questo caso.
Il risultato è che il libro è un po’ meno che mediocre.
Ma andiamo per ordine.
Vi dico subito che ho letto “Il profumo” di Patrick Süskind, in una pausa che mi sono preso da Morte a credito di Celine. Non so se questo un po’ ha influito sul giudizio, comunque, perché le mie critiche sono soprattutto a livello di struttura e trama, prima ancora che di stile e linguistiche. Io il film non l’ho visto e non so dirvi com’è venuto, però, a lavorarci sopra, credo che l’idea di fondo potesse essere buona per arrivare qualcosa. Purtroppo, visto che il 70-80 % del materiale decente sceneggiabile si basa sul lato olfattivo, e visto che ci vogliono i controcazzi per essere in grado di esprimere gli odori in cellulosa, credo che il film sia una mezza tacca. Qualcuno là fuori mi conferma/smentisce?
Del libro invece, va detto i primi ingredienti non sono subito sintomo di fallimento. Francia pre rivoluzione, bambino misterioso senza alcun odore, condizioni particolari che lo hanno generato… 
Sì, il mistero attorno a Jean Baptiste Grenuille ha gli ingredienti per interessare, e infatti la partenza è abbastanza buona, nonostante una scrittura che… boh, è un po’ troppo ingenua, iperaggettivata e farraginosa. Ma vabbè… andiamo avanti.
Si arriva alla parte in cui la infallibile percezione degli odori di questo personaggio ne traccia la via. Apprendista qui e là, finché arriva al negozio di profumi più rinomato, anche se in decadenza, di Parigi. La scena con cui Grenuille si presenta a Baldini, il vecchio profumiere, è senza dubbio la prima dove si vede tutto il buon potenziale dell’idea, inficiato da quella sottile inverosimilità che si farà sempre più densa, fino ad arrivare alla scena finale di fine libro, dove ci sono talmente tanti buchi narrativi e inverosimilità che si oscilla tra la meraviglia e il riso. 
Tanto per dire, a me può andar bene che nella Francia (e nell’Europa) in cui la gente non si lava e ha una percezione degli odori praticamente nulla, ci sia il protagonista che riesca a distingure qualunque cosa e riconoscere il mondo attraverso un olfatto fuori dal comune. Mi va meno bene, però, questa qualità sia estremizzata a tal punto da rendere il protagonista un percettore dell’infinitesimo, un infallibile che va ben oltre il fuori dal comune, ma lo supera, fino ad arrivare all’incredibilità. Nel senso che non gli credi, punto e basta.
Per farvi un esempio, che poi vale anche per diversi eventi a seguire, se io spruzzo un profumo composto da decine di essenze (affascinante, la descrizione, non lo metto in dubbio) e arriva Tizio che me le indovina tutte al millimetrjo… beh… avanti, diciamocelo, non ci sta. Non ci sta perché la sua infallibilità porta con sè il germe del fallimento: sapeto quante migliaia di odori ci sono in una stanza oltre la vostra puzza di cagnone in un dato istante? Ecco perché aggiungere qualche decina di odori a qualche migliaio è abbasta ridicolo, se uno li percepisce tutti. Ti farebbe un elenco di migliaia di odori, punto. 
E se in questo momento, lo confesso, la lettura scorre ed è affascinante, perché ci si perde nelle ricette dei profumi, nei richiami storici e professionali dell’arte della profumeria, subito dopo si arriva alla ripetitività dei concetti, con questo apprendisca senza odore che diventa serial killer (chissà perché, poi) e cerca per tutto il libro l’odore di una preadolescente (vergine, manco a dirlo) per poterla far fuori e rubarle l’odore. 
Poi certo, ci sono momenti degni di qualche piccola lode, a livello di contenuti. Il modo con cui Grenoille si esercita nell’arte della sintetizzazione delle essenze, piuttosto che la scena finale dove egli ruba l’odore alla donna dei suoi desideri. Anche il periodo trascorso lontano dalla civiltà, in una caverna a mangiar vermi, che pur aveva il suo appeal, non è stato sfruttato, ed è parso quasi un mero stratagemma per allontanare il protagonista da Parigi durnate i tumulti politici.
Se però, vi dicevo, la biografia di questo assassino profumo-oriented oscilla tra momenti noiosi e momenti avvincenti, è la parte finale che gioca un brutto scherzo. 
In una sola parola è, irritante. Il modo con cui il protagonista si comporta davanti alla forca e soprattutto la reazione della folla è così incredibile da infastidire. Si percepisce una volontà di chiusura del romanzo utilizzando i fuochi d’artificio, senza la minima abilità nel dosare l’esplosione. Ne risulta, al posto di scintille colorate e botti, un fumoso e rumorosissimo brusio, che non può accontentare.
Ora magari sono io che sono severo, non so, ma a leggere i commenti che inneggiano alla bellezza di questo romanzo, con 5stelle a destra e a manca, beh, no, dài… non è così. Col cazzo, direi.
Qualche spunto, certo, ma nel complesso un romanzo poco meno che mediocre.
Di bello c’è, e non lo sapevo, che è proprio a questo personaggio che è dedicata la canzone dei Nirvana, e io direi che è il caso di godersela… 
Ci sarebbe anche una canzone dei Rammstein, ma il post è già troppo lungo e ve la andate a guardare sul tubo, se vi interessa.

Comments

  • Anonymous
    27 Settembre 2010

    Ho letto "Il profumo" alcuni anni fa e ricordo di aver concluso la lettura con le tue stesse perplessità. Non è il libro che rileggerei. Mi permetto di consigliartene uno, che per certi versi lo ricorda, ma è infinitamente più bello: "Le voci del mondo" di Robert Schneider, Einaudi. In questo romanzo il protagonista ha sviluppatissimo il senso dell'udito e ha una sensibilità musicale incredibile. E' una storia di disperazione, amore, incomprensioni, visionaria e delicata, struggente e feroce. Per profondità di pensiero, stile e forza poetica, Schneider può essere collocato non spanne, ma chilometri sopra Suskind.
    Ciao, Fiorella

    reply
  • 27 Settembre 2010

    Sì sì, proprio un libro riuscito a metà. Peccato, in effetti.

    Schneider eh? non sapevo che avesse scritto anche libri… però sti calciatori d'oggi…
    :))

    reply
  • Noe
    28 Settembre 2010

    Io ricordo di aver visto il film e poi letto il libro anni fa…ricordo che mi erano piaciuti entrambi e di entrambi non mi era piaciuta la fine!
    ^_^

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  • 28 Settembre 2010

    La fine, purtroppo, sputtana il resto. Certo, se nel film l'hanno fatto uguale sono idioti, spero l'abbiano un po' modificata…

    poi se ci penso certe cose potevano avere un gran potenziale, ma son state sottoutilizzate.

    Boh..
    Ciao!

    reply
  • 2 Ottobre 2010

    Ciao, Gelo.

    In questo post ci saranno degli spoiler, siete tutti avvisati.

    Ho letto "Il profumo" in tempi non sospetti e mi era piaciuto.
    Siamo d'accordo che nessun essere umano sarebbe in grado di distinguere gli odori a quel modo, ma non trovo che questo rovini la godibilità della storia (dove la mettiamo la sospensione dell'incredulità?). Anzi, a me ha affascinato proprio la costruzione del personaggio, la sua crescita interiore, e la storia basata su profumi e odori…
    …che ovviamente nella trasposizione cinematografica non potevano essere resi come sulla carta. Anche se il film non è poi così malaccio.
    Molto meglio il libro, comunque, certo.

    Il fatto che diventi serial killer non è poi così strano: J.B.G. riconosce qualsiasi odore, anche infinitesimo (ed è proprio per questo che, spruzzando un profumo, ne distingue le componenti: in pratica sente cosa c'è di diverso rispetto a prima) ma non ne ha uno suo. lui non ha odore, e questa cosa lo fa sclerare. va alla ricerca dell'odore perfetto e, ricordando di averlo annusato sul corpo di una fanciulla, lo cerca per tutta la vita. lui non è un omicida, come hanno semplificato nel sottotitolo del film (sottotitolo che mi fece decidere di non andare al cinema), lui cerca l'odore perfetto, l'odore dell'amore che non ha mai provato.
    Per me è comprensibile che diventi un serial killer.

    Ah, e il finale, quello effettivo e di cui giustamente non parli, a me è piaciuto. Non poteva concludersi in modo migliore… 🙂

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  • 2 Ottobre 2010

    Ma guarda… tanto per fare SPOILER anche io, sul finale, non è che mi riferisco alla sostanza, che è corretta. Anzi, buona l'idea di un profumo che porti a dominare gli altri, di una miscela perfetta alla stregua di una pozione magica.
    Ma quello che mi ha irritato fortemente sono i buchi e l'approssimozione.

    Lo spogliano, lo picchiano, lo torturano., lo lasciano nudo e lui, sul patibolo, tira fuori il suo magico profumo??!
    ma dove, chi come quando!
    dove lo ha tenuto, nel culo?
    :)))
    e questo è solo il buco grosso, ma sempre nella parte finale ce ne sono diversi.
    Anche tutte le migliaia (MIGLIAIA!) di persone che improvvisamente vorrebbero fargli un budine e lo lasciano andar via perdendo il tempo a trombarsi l'un l'altra… beh, è lui che ha il naso fino, mica i bifolchi del popolo che assistono anche da molto lontano all'esecuzione? col cavolo che sentono gli odori quelli.

    Idem per la sospensione dell'incredulità.
    Per me, uno che con una tirata di naso distingue 50 sostanze diverse nelle rispettive percentuali è già Incredibile, e se per caso sbaglia dicendo "ci va mezza foglia di salvia" solo perché quella mattina Baldini ha, per caso, calpestato mezza foglia di salvia, beh… lì sì che stupisco il lettore e mi crede. La perfezione invece è troppo rotonda, troppo scenica, da film e stupore popolare. Ovvio, qui credo che la pensiamo solo in modi diversi, perché io preferisco che mi stupiscano in modo credibile. 😉
    comunque se il film è un po' peggio del libro… Naaaa. non fa per me allora. 🙂

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  • 2 Ottobre 2010

    Ooook! Spoiler a go-gò, STO PER SCRIVERE COME FINISCE IL ROMANZO!

    TU, che devi ancora leggere il libro… VATTENE! SMETTI DI LEGGERE QUESTO POST!

    ecco… 😛

    Gelo, ma io per finale intendo il finale-finale, ovvero il fatto che J.B.G., libero, si rovescia addosso tutto il restante profumo per fare in modo che clochard &c lo divorino (se non ricordo male, proprio nel quartiere dove lui è nato).

    La questione della mega orgia secondo me ha senso perché noi, comuni esseri umani (chiaramente J.B.G. ha una capacità non umana, e pure coi sentimenti ha discreti problemi), inaliamo qualsiasi cosa senza per questo rendercene conto, a meno che gli odori siano particolarmente forti o bizzarri.
    In questo caso, Jean ha trovato il "profumo perfetto", l'odore dell'amore, quindi versandosene una gran quantità addosso funziona a mo' di feromone e scatena la passione più… come dire… animale, in chi lo inala (non accorgendosene, quindi pure se sono bifolchi funziona).

    Vero, c'è da chiedersi dove avesse nascosto la boccetta. Al momento non ricordo quel particolare, ma se dici che non è spiegato, e che è quindi un bucone, mi fido di te.

    Io non l'ho mai considerato un romanzo verosimile, sarà per questo che non ne sono rimasta delusa e, anzi, m'è piaciuto.

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  • 2 Ottobre 2010

    ah sì, okay
    il divoramento finale feromonico anche io l'avevo gradito, anche perché non poteva finire in altro modo
    anche se
    anche qui
    per giustificarlo avrebbe dovuto lasciarmi un minimo di umanità maggiore a Grenouille che invece non c'è mai. Anzi, non umanità… emotività. Mi sarebbe andata bene anche la cattiveria. Comunque sì…
    L'idea di feromone che agisce al di là del profumo, tipo inalazione, okay, hai ragione, ottimo, come gli animali, geniale e perfetto. però non l'ha posta così, ci ha rimarcato con dovizia di particolari come l'effetto orgia sia dovuto alla perfezione dell'odore, che tra l'altro lui, povero, ha cercato per tutto il romanzo.
    Comunque parlandone mi fai solo pensare come effettivamente questi siano tutti lati potenzialmente positivi, ma gestiti in modo non ottimale, e a volte secondo me nemmeno sufficiente.
    Poi si sa
    i gusti son gusti 😉

    Ciao!

    reply
  • 4 Ottobre 2010

    "però non l'ha posta così, ci ha rimarcato con dovizia di particolari come l'effetto orgia sia dovuto alla perfezione dell'odore"

    …Sai che non colgo bene la differenza?
    Dovrò andare a rileggere quel passaggio, appena la mia amica a cui l'ho prestato me lo restituisce.

    Comunque sia… eh sì, i gusti son gusti, concordo. 😛

    Ciao ciao! 🙂

    reply

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