
"Finzioni" di Jorge Luis Borges****
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Direi che vi può interessare che sono 8 + 6 racconti in 149 pagine, tradotti da Franco Lucentini. 9 euri e mezzo, ma li vale tutti. |
Dicevo, dunque, che questo è il mio secondo Borges.
Lo so, è una vergogna, ma è anche una cosa bella, sapere che ci saranno ancora così tante letture da apprezzare.
Del libro che dire?
Come vi dissi dell’Aleph, il troppo, l‘immensità e la densità dei contenuti, difficilmente permette a un non borgesiano quale me, di esprimere qualcosa di sensato.
Posso dirvi cose banali, soprattutto per chi non lo conosce o per chi, semplicemente, ha il piacere di ricordare. In effetti, non so a voi, ma di questo libro si ricorda la bellezza, senza sapere ripescare con precisione da dove essa scaturisse.
Mi spiego.
Se mi chiedete di raccontarvi i racconti, ora, non lo so fare. Non ricordo nomi, trame, contenuti. O per lo meno non a sufficienza da poterveli raccontare. Però vi so dire che sono bellissimi, avvolgono.
Vi so dire che ci sono moltissimi libri inventati, che però sono così veri, così nitidi, da farti pensare che sia più inventato il libro che ha tra le mani, piuttosto che i lavori che vengono descritti.
Poi basta qualche riga.
Uno sguardo soltanto a qualche pagina, ed ecco che emerge il racconto, coi suoi ritmi, con le sue emozioni.
Ed è così che farò.
Rivedrò qualche racconto, cercherò quelli che mi sono piaciuti di più, rileggerò qualche parte.
Magari sarà un post di cui godrò solo io, ma tanto è il mio blog, noh? 🙂
Che poi Ficciones è composto di due parti, ma mica riesco a distinguerle, col senno di poi.
La prima si chiama “Il giardino dei sentieri che si biforcano”ed è composta da 8 racconti, 7 del fantastico e un poliziesco, che tra l’altro da il titolo alla parte.
Vediamoli dài, almeno qualcuno.
Ecco, lo sapevo.
Già il primo mi ha segato le gambe. Tlön. L’enciclopedia dell’immenso. E’ impossibile da spiegare, ed è complesso. Trasude cultura da ogni riga. Però il senso ve lo posso dire. Immaginate di trovarvi di fronte e due volumi di enciclopedia in cui in uno, e solo in uno, compare una parola, un luogo, che è Uqbar. Da questo indizio partite per ricostruire l’esistenza di qualcosa di parallelo e immenso, che esiste ma è quasi inimmaginabile. Come dire… immaginate di scoprire un fossile con su scritto “modello n° 6546322899127853198831863246129653”.
Poi vi potrei dire del Chisciotte di Menard.
Geniale. Borges ci parla di un tizio che riscrive il Chisciotte di Cervantes. Anzi due capitoli e mezzo. E immaginate che sono identici a quello originale. Riga per riga, virgola per virgola. Eppure ogni lettera è uguale ma ha un significato diverso. Ogni virgola ha un significato diverso. Non ve la dò a bere eh? Avete ragione, io no. Ma Jorge Luis sì! Leggere per credere.
E poi ci sono i due su Babilonia.
Mi è bastato leggere i titoli per vederli riemergere. Qualche riga a caso e già mi avevano conquistato.
Ne La lotteria di Babilonia si parla proprio di quello; di una lotteria. Però si può vincere, ma si può anche perdere. Anche la vita. Giochereste? Sì, dopo aver letto questo racconto, credo di sì.
L’altro, credo sia forse il mio preferito di tutta questa prima parte. Mescolate la matematica e la letteratura. Usate una per attraversare l’altra. Bene, in questo racconto si arriva non solo all’attraversamento, ma addirittura alla conquista: può una biblioteche contenere tutto ciò che è stato scritto e sarà scritto? Sì, può. La trovate in questo racconto: La biblioteca di Babilonia.
Bene. Ora prima che crediate che questo libro sia la perfezione, che è tutto stupenderrimo, vi dico anche che non è proprio così. No, difetti non ce ne sono, forse in uno dei due polizieschi, non ricordo quale, il finale era telefonato e un tantinino pleonastico, ma di sicuro si voleva raggiungere qualche obbiettivo che io ignoro.
Più che altro, vi dicevo, non è un libro che può piacere a tutti. E’ una sua caratteristica intrinseca.
Se intendete la letterature come svago, e basta. Beh, non vi avvicinate nemmeno, ci mancherebbe.
Il libro, tra l’altro, ha il difetto/pregio di farti venire voglia, ogni tre righe, di buttarti su Wikipedia per sapere se quel nome è vero o è finzione. E’ questa la magia, certo, è da qui che si pesca la grande meraviglia. Ma posso capire che a qualcuno, questa visione del fantastico, potrebbe anche stare sul cazzo.
A ogni riga si ha la netta sensazione che l’autore, che stia inventando o meno, ne sappia più di te. Anzi, che ne sappia più anche di quello che tu, povero lettore, potresti mai sapere in futuro. E si fa fatica, a tratti, e se non si è dello spirito giusto, beh… posso capire anche un bello sbuffo e un abbandono momentaneo.
Però, è lampante la grandezza. Questo è indiscutibile.
A fine libro, ti chiedi: ma uno che scrive, che si propone di scrivere, e magari di temi fantastici, come può non conoscere questo autore? E magari pure pensa di essere qualcuno. Sarebbe un po’ come fare un torneo di calcio tra i 22 abitanti maschi dell’isola di Tuquabaqam (non wikipediate, l’ho inventata) e che i vincitori cominciassero a gridare “Campioni del mondo! Campioni del mondo!”
Quindi, insomma, sì, è da ammettere: ci si sente molto, molto più colti, dopo aver letto Ficciones.
Ah, visto che il post è già chilometrico, finisce qui.
Della seconda parte non vi parlo.
Vi posso solo chiedere, se ne sapete più di me, quale prossimo Borges mi consigliate per il 2011. 🙂
Ferruccio gianola
Bravo, bravo, bravo!
dici delle cose proprio giuste
io lo avevo letto questo libro e se non avessi letto qualche altro scrittore avrei rinunciato a scrivere.
Borges è… e ho detto tutto come direbbe Peppino de Filippo.
Possiedo altri suoi libri e non mi stanco mai di leggerli:-)
PS Io digito sempre Ginaola invece di Gianola:D
Cybsix
Io invece Borges non l'ho mai letto e porca miseria ogni volta che ne scrivi mi dico che sono proprio ebete!
Sono proprio ebete!
Anonymous
E' stata anche la mia ultima lettura dell'estate
Borges è magnifico, aveva quella che si può definire potenza delle parole… che ne so, un'espressione come "autobiografie degli arcangeli" apre da sola almeno mille universi, mille storie da raccontare.
Bo non sono bravo a consigliare libri, a me piace sempre tutto…
Prova con La storia dell'eternità. E' un libro che non si capisce bene se sia un saggio, un romanzo o un trattato di filosofia… Metaletteratura pura
Buon supplemento d'estate!
Andrea Piras
a pesca nei blog
"Fossi in Filipuzzi e mi mancasse il coraggio di spararmi un colpo di pistola alla tempia, imposterei la mia difesa in tribunale (perché qualcuno ce lo trascinerà, in tribunale, l'uomo: e giustamente, dico io) sul Menard di Borges.
Signor giudice, ha presente Finzioni di Jorge Luis Borges? Ecco, vede, in Finzioni c'è un racconto che ha per titolo…"
http://tic-talkischeap.blogspot.com
/2010/09/di-plagi-e-finzioni.html
marco
Potresti prendere l'antologia di letteratura fantastica che Borges ha compilato, 75 racconti e quai 600 pagine che spaziano da James Joyce a Arthur Machen, con in mezzo Bradbury, Ballard, Chuang Tzu…
http://www.ibs.it/code/9788806186357/borges-jorge-l-/antologia-della-letteratura.html
Luigi Acerbi
Wow, grande Gelo! Concordo in tutto.
Devo trovare da un sacco di tempo "Il libro di sabbia" ma i vari spostamenti mi hanno rallentato, e probabilmente mi toccherà leggerlo in inglese.
Anche di questo ne ho sentito parlare bene e ho letto un paio di racconti promettenti. Però è più affidabile se passa qualcuno che lo ha letto…
gelostellato
@Kadath! che ci fai sul mio blogghe, mica starai anche aspettando il fun cool pure tu? 🙂
comunque sì, youright!
@apescaneiblog
certo che se riuscisse a impostare una difesa simile ed efficace diventerbbe il mio idolo.
🙂
ma lui è filipuzzi… non è borges.
@marco
figa quella cosa dell'antologia
ho visto
anche si mi hai fatto venire in mente che anche il manuale di zoologia fantastica mi ispirava molto…
@Emiurgo
il libro di sabbia in effetti mai lo vidi in giro… che bel titolo però…