"Le metamorfosi" di Apuleio****
Gente che ti capita tra capo e collo e ti dice: “Ehi tu, che ti credi tanto uno scrittore del fantastico, ma questo l’hai letto?”
E io, che sono un mentecatto che non ha letto un cazzo, di quelle cose che “si deve” leggere”, ovviamente Apuleio, con le sue Metamorfosi, non l’ho letto.
E così la gente cattiva, se ne approfitta, e mi dice: “Ecco, ti regalo questo libro da 766 pagine, con testo latino a fronte.”
E insomma, io devo balbettare un grazie, perché la gente cattiva di questo tipo va ringraziata sempre, anche quando non ti regala niente, e poi scusarmi, ché io lo leggerò solo più avanti, un libro di tutte queste pagine.
E più avanti, per me, significa d’estate.
E adesso, se non ve ne siete accorti, è estate piena.
Apuleio. Dicevamo.
Quello di Amore e Psiche, pagina che ancora ricordo dal sussidiario delle elementari. O se non altro dalla scultura, quella famosa.
Ti fa un effetto strano, questo libro. Un effetto che infine mi ha convinto a dargli quattro stelline, benché sotto certi punti di vista, gliene potrei dare anche due.
Tanto per cominciare, semmai a qualcuno di voi stuzzicasse l’idea di leggerlo, per poter fare i fighi con le patate e gli gnocchi che conoscerete a qualche sagra dell’asino, vi rassicuro subito sul numero delle pagine.
Toglietene 100 di introduzione, che potete anche non leggere. Poi toglietene, di quelle che restano, la metà, dedicata alla versione latina, che non dovete leggere, se, come me, non conoscete il latino (io per buona parte l’ho fatto, ma perché sono coione). Tenete conto, anche, di molte zone con note a piè pagina, che però, fa bene leggere, sia quelle esplicative, sia quelle traduttive.
Detto questo, va a finire che il libro è composto da più o meno 300 pagine di fiabe e racconti.
(eccovi un bel pdf con riassunto, se per caso vi interessa)
Un discorso preliminare e lunghissimo andrebbe fatto sulla traduzione e sugli obiettivi di questo libro, così come sulla poetica di Apuleio e dei latino-grecoidi in generale. Io non ho nè le competenze, nè le palle per fare qualcosa di simile, e voi non avete le palle di ascoltarmi.
Vi lascio solo un paio di indicazioni sulle idee che mi sono fatto, leggendo le note e leggendo la versione in latino.
La prima riguarda la monumentalità del lavoro del traduttore (traduttrice, in questo caso). Non è solo una questione di “versione” corretta, ma anche, e soprattutto, un’opera di ricostruzione e narrativizzazione dello scritto. Mi sono reso conto di come, nelle parti che ci sono giunte corrotte (stiamo parlando di uno scritto del IIsec. dc) una lettera soltanto, interpretata in modo diverso, cambia completamente tono e significato al periodo o addirittura all’intero scritto. Certo, non sempre, ma abbastanza di frequente. Lo si scopre leggendo le note traduttive. E’ una cosa affascinante. Davvero.
La seconda nota riguarda la scorrevolezza della narrazione in italiano. Riuscire a portare uno scritto latino (un romanzo, in questo caso) a un livello di leggibilità quotidiana è un’opera di tutto rispetto. Non solo devi immergerti completamente nel tono e negli obiettivi dell’autore, ma devi farlo anche come lettore. Insomma, se lo leggete come un qualunque libro di narrativa, correte il rischio di mollare dopo venti pagine chiedendovi cos’è quella bruttura. Ma è ovvio, se lo fate, il vostro cervello sarebbe una bruttura!
Insomma, tante parole per introdurvi stocazzo di Apuleio, che tutti i liceali conosceranno già, per esserselo studiato a scuola. Perdonateme dai, sono un ragioniere, e queste belle cose non me le raccontavano.
Due parole veloci per farvi capire perché questa lettura potrebbe essere interessante.
Tanto per cominciare perché un bel romanzo fantastico che mescola horror, ironia, erotismo, critica sociale e, soprattutto, intrattenimento. Anzi, è proprio l’intrattenimento che fa da collante e lenisce tutti i buchi e gli scarti della trama. Vi dico la storia-pretesto, che così mi capite meglio. Lucio, ovvero il narratore/autore, ci racconta con una prima persona in 11 libri di come egli, per un esperimento di magia sbagliata, si sia mutato in asino e abbia intrapreso una serie di peripezie che lo hanno portato, tra l’altro, ad ascoltare moltissime storie, fino alla redenzione finale. Per come è strutturato e per come è gestito, è impossibile non trovarlo un romanzo bizzarro. Le prime persone si alternano continuamente in una sorta di gioco a incastro che ti fa dimenticare chi sia, veramente, il narratore in un certo momento dell’opera. Lucio incontra un brigante e ci racconta di quel che lui ha raccontato, poi lo fa con un viandante, con una vecchia, con uno sconosciuto qualunque… insomma, tutti hanno la loro storia da raccontare, e quali orecchie migliori di quelle di un asino per cogliere e riferire?
E poco importa se si salta di palo in frasca, poco importa se nei libri centrali, quelli in Apuleio è asino, il lettore viene fatto girovagare senza meta per lunghissimi tratti, fino a dimenticarsi di essere dov’è (Amore e Psiche ne è l’esempio lampante, essendo un mini romanzo inscritto in questo romanzo)
L’importante è intrattenere, e quindi ecco spiegati, credo, i numerosissimi riferimenti sessuali, i doppi sensi, i giochi di parole, gli adulteri puniti e non, le prese in giro.
Il mondo che circonda l’asino Lucio è un mondo di cornuti, donnacce, avidi, ingiusti, sciocchi e sfigati. E quale miglior contorno per raccontare storie e divertire?
Poi certo, il perché complessivo dell’opera dovrebbe essere il viaggio spirituale dell’autore, raccontato per metafore, verso il culto di Iside. Ma l’ultimo libro, quello dove appunto c’è la retro-metamorfosi e poi la conversione, è la più noiosa e fumose del libro.
Che altro dire? Beh. Vi posso dire l’effetto che fa il libro rispetto alle vostre letture in generale. Cominciate a pensare che gente come Boccaccio sono dei copioni schifosi, ma poi, sapendo che questo “Asino d’oro” non è nient’altro che un plagio latinizzato da un autore greco precedente, vi fate l’idea che nulla si inventa e che l’umanità è da millenni che si racconta le stesse identiche storie, tutte, inevitabilmente, basate sul sesso e la lotta per il predominio. L’essenza della specie, insomma.
Concludo, perché ci sarebbero milioni di cose da dire (per esempio mi riesce difficile trattenermi dal raccontarmi del rapporto sessuale zoofilo di Lucio-asino con un sultanone di donna… e delle sue sciocche preoccupazioni sulle dimensioni eccessive…), ma non posso passare la mattina intera su questo post. E’ un libro formativo, davvero. Un libro che fa bene, a livello di background letterario. Non che ti insegni grandi cose dal punto di vista di stile, struttura o contenuti di un romanzo. Questo no. Però ti insegna a mettere in una diversa luce la narrativa fantastica in generale e tutto ciò che viene dopo e prima di questo romanzo. Un’ottima lettura, insomma. E dopo questo post chissà la gente cattiva di cui sopra come vorrà punirmi… chissà… perché mi punirà, vero?
Il Satyricon quante pagine ha? 🙂
Ferruccio gianola
Be' io sono perito e ne capisco ancora meno, però tu ti smazzi con estrema classe per incentivare la gente a leggere. Certo che Apuleio in spiaggia ti fa cuccare come un alano in estro eh:-))
Simone Corà
E adesso voglio la recensione della Bibbia!
gian_74
Mmm interessante… Hai mai letto "alla ricerca del tempo perduto" di Proust? Sono circa 2500 pagine e io mi sono fermato alla decima. Se vuoi te lo spedisco per posta. 😉
gelostellato
@ferru
non ho cuccato uncazz
mi guardavano solo come uno sfigato 🙂
@pir8
la bibbia mi sono fermato dopo duecento pagine, mi stavo annoiando. e cominciava già a ripetersi
@gian
facciamo che mi spedisci solo le dieci pagine che hai letto
il resto me lo mandi via via che lo leggi anche tu 😛
Noe
E ora se non le hai lette leggiti "Le metamorfosi" di Ovidio che sono magnifiche <3 <3 <3
Anonymous
Amico mio, sei er mejo! Magari avessi avuto io amici/nemici di tal fatta quand'ero… lunga vita a Gelo allora, e alla sua meta-che… non sarà che non ti riconoscerò più?
Frank Spada
Nick
scommetto però che mentre tutti ti guardavano come uno sfigato,tu invece dentro di te godevi come un riccio perchè ti sentivi superiore intellettualmente.:):):)
La prossima volta al mare consiglio L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE di Kundera.Io l'ho fatto in estate e mai la mia autostima è stata così alta.Gli altri però cuccavano….
Val.
certa gente cattiva desidera punirti a prescindere
🙂
comunque 280 circa
ti piacerà
vedrai
gelostellato
@ val
280 pagine? mmm sembra bello, in effetti 🙂
@noè
Ovidio no, per ora, non son fatto per quelle cose così troppo da intellettuale io. In questo almeno si trombava dall'inizio alla fine. 😉
@frank
mi riconoscerai, mi riconoerai…
cattivo e abbronzato, non puoi sbagliare. 🙂
@nick
Ne ho proprio una copia, vecchia rilegatura, titolo scritto in grande, sullo scaffale dei libri perduti, vicino a un paio di pasolini e agli Eco.
Li tengo lì per le emergenze-gnocca 😉
Luca Filippi
Caro Gelo,
concordo in pieno sul valore "formativo" di questo libro. Io l'ho letto al liceo, la prima volta, anche se la prof. riteneva che fosse troppo licenzioso. Ogni tanto lo riprendo e lo sfoglio. Mi ricorda, e ci ricorda, che la vita è proprio sospesa tra la materia (la carne, il sesso, gli istinti) e il sogno. Solo la sublimazione senza la parte più "bassa", ma non meno importante, non basta a rendere completo l'uomo. Se non rammento male, infatti, la figlia di Amore e Psiche è proprio Voluttà. Il piacere vero.
Ciao!
gelostellato
Ricordi benissimo caro
è proprio quella trottola di Voluttà!
🙂