Cuore di cane – M. A. Bulgakov ****

9788817016131g-9716264

Cuore di cane – M. A. Bulgakov ****

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Non posso negare di avere un debole per Bulgakov.

Sì, lo so di non essere l’unico, anzi; ma nella mia ricerca di radici letterarie è indubbiamente uno di quegli autori che mi ha dato più soddisfazioni e piacere.
Il suo mescolare reale e fantastico (o fantascientifico), mantenendo un senso della meraviglia pari a quello di quotidianità della storia, è un qualcosa che mi appaga e mi stimola.
Certo. Il Maestro e Margherita è una vetta che Cuore di Cane non raggiunge, ma questo è un piccolo romanzo che ha senza dubbio altre mire e altri geni generatori, e quindi sarebbe profondamente ingiusto tentare un confronto.
Aggiungiamoci anche che qui, Bulgakov, è “meno bravo” a scrivere e che la storia ha una complessità ancora più ridotta delle “Uova Fatali“, beh, si capisce ancor di più perché non siamo di fronte a un capolavoro, bensì a un piccolo gioiello letterario a cui restare affezionati.
Cuore di cane è datato 1928, e usando tale data come filtro è ovvio che appare tutto il suo potenziale satirico, anti N.E.P., piuttosto che quello fantascientifico.
A ogni modo parliamo del libro.
Il “Cane” protagonista del libro è un randagio, che brancolando tra stenti e angherie dei bassifondi di Mosca, pensa (e parla in prima persona) lasciandoci una soggettiva canina che forse è la parte meno riuscita del libro. Dal momento in cui il “cane” incontra il professor Filipp Filippovic Preobrazenskij il libro prende quota, e toccando tanto l’ilarità, quanto una celata piccola malinconia, si lascia leggere di filato fino alla fine, lasciando un senso di appagamento, di soddisfazione finale.
Preobrazenskij, infatti, altro non è che un valente endocrinologo (piuttosto “impegnato”) che trapianta addosso a Pallino, ipofisi e testicoli umani, (un’operazione fatta un po’ alla cazzo di cane insomma ;). Pallino, invece di crepare, si trasforma velocemente in “umano”, con conseguenze che… beh, non potete immaginare, perlomeno non tutte.
Se immaginabile, per esempio, è il fatto che Pallino cerchi di trombarsi la cuoca e la governante, e tutte le donne del palazzo, praticamente ad ogni piccola distrazione, è un po’ meno immaginabile che il buon Poligraf Poligrafovic Pallini (così si fa chiamare all’anagrafe russa) si faccia intortare dalle chiacchiere “proletarie” e cominci a propugnare strane idee mutuate da Marx e da Engel, che il professore non mostra certo di gradire.
Per non parlare poi di quando Pallino… vede un gatto.
Insomma, basta così che sennò ve lo rovino 🙂

Aggiungo altre cose:

  • Il libro pare vada parecchio “di mode” in fatto di ristampe, e lo trovate in vari formati e versioni. Tenete conto che ha 170 pagine o poco meno che si leggono in un lampo, quindi vi consiglio, se vi capita in mano, di beccare questa, che costa cinque miseri euri (più sconti, visto che è targata 2007) e che è il prezzo giusto.
  • E’ un libro che si presta a vari livelli di lettura, ma potete tranquillamente godervelo anche se non sapete un cazzo di storia russa di inizio ‘900, non sapete cos’è la NEP e non avete voglia di wikipediare l’impossibile. Anzi, credo addirittura che uno se lo possa godere anche di più assaporando solo la parte goliardico-fantascientifica del romanzo, depurata da quella satirica
  • Se vi capita di leggerlo vi consiglio di prestare particolare attenzione ad alcuni personaggi solo apparentemente secondari. Uno è l’aiutante del professore, Bormental, che è spalla e parte razionale del grande medico, nonchè parte più attiva. Un’altra figura è Svonder, il proprietario dello stabile dovo alloggia il professore, che riesce a intortare Pallino (senza per altro ottenere nulla). Altri due ruoli sono le due donne di casa, Zina e Dar’ja, che sono qualcosa di più che semplici comprimari.
  • Esiste anche un film ispirato a questo romanzo di Lattuada del ’76 con Cochi Ponzoni nella parte del cane Pallino.

Vabbè, che altro, niente direi. Se vi capita di vederlo in libbraria e non l’avete letto compratelo. Merita, se non altro perchè bisogna riconoscerlo come un piccolo antenato di una certa letteratura comica che mescola la mutazione uomo-animale.

Un saluto a tutti i cuori canini in ascolto.

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