Ottobre 2008

E ci crediamo giovaniperché mettiamo in relazioneCarta, basta e acquaE le coccoleLe chiamiamo anabole.Lo crediamo perché disprezziamoIl riflesso azzurrino dietro una finestra buiaMentre corriamo troppoSenza avere fretta.Crediamo di noMa è la pauraChe ci soffia le candeleE lo sgabello al bar.

Batte e s'imbatte fra pezze e ciabatte, ritaglio di ambasce e non liete ganasce, poi sbatte, preciso, su riva e su scoglio, sicuro e deciso, come la bugia con l'imbroglio, e non esce, ma pasce di riso e risacca ogni

Guido come se le stradeFossero il sesso spalancato delle cittàSfioro lento i marciapiediE ascolto la lussuriaNel fruscio della pioggiaCurve e buche mi tolgono il fiatoI semafori me lo rendonoHo vissuto già mille schiantiOrfani d'ogni tipo di ferita