Il drago in bicicletta – Scarabucì **

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Il drago in bicicletta – Scarabucì **

Facevo le mie solite googlate in rete, tale e quale a un surfista da mare calmo, per scoprire qualcosa di più sul libro, e soprattutto per trovare l’immagine di copertina.
Non l’ho trovata. Quella che vedete in fianco l’ho dovuta scannerizzare.
Poco male. Non vi sbattete più di tanto, perché il libro non lo potete comprare. Cioè magari si, non so. Su ibs c’è. Ma diciamo pure che la casa editrice non c’è più. Chiusa. Da qualche mese. Se proprio lo volete credo lo possiate chiedere all’autore stesso, Fabio Larcher, anche perchè era il factotum di suddetta casa editrice.
Scarabucì è uno pseudonimo.

Scartabellando fra le onde della rete (bella frase eh?) ho trovato questa intervista di Fabio, di qualche tempo addietro, quando ancora non prospettava la chiusura. Dice cose molto vere, amare e crude. Se siete scrittori in erba, leggetele. Se siete lettori di libri solo quelli che li trovi in libreria, leggetela. Certe parti possono far bene.
Tra l’altro dei libri della Larcher vi parlerò ancora, perché ne ho letti tre sotto le feste, e altri tre ne ho da leggere. Anzi, appena finisco Melodia, comincio il fantasy dei boschi della luna.
Comunque torniamo a noi. A me cioè, e ai tanti libri della Larcher che ho da leggere. Come mai? Perché quando ha chiuso li dava via per nulla e io da brutto approfittatore quale sono ho approfittato. Sono una merda vero? Può essere. Il fatto è che due o tre mi interessavano davvero parecchio (Arona e Teodorani, ad es.) e probabilmente, li avrei presi. Vabbè. Almeno io li ho letti e ve ne parlo dai.
Diciamo di sto drago in bicicletta. E’ un fantasy surreale fatto di racconti che però alla fine sono un concept album. Seguono tutti le vicende, a volte chiaramente e a volte implicitamete, di un unico personaggio. Il libro ha un retrogusto amaro, soprattutto alla fine. Ci sono i draghi, molti orchi, i maghi, i cavalieri… tutti descritti in modo post-moderno o naif, in ogni caso surreale. Si mescola l’attualità, la politica, qualche ventata di umorismo simil-satirico. Beh, per dirla tutta, questi ultimi momenti sono i meno riusciti. Il libro, non me ne voglia l’autore, non mi è piaciuto chissacchè, benchè non posso negare vi siano degli spunti interessanti.
Alcuni dialoghi, alcune avventure, sono davvero godibili. Ma le buone idee rimangono in nuce.
Le parti che richiamano personaggi famosi (l’Umberto, il Silvio…) sono ormai obsolete e non divertono più. (ma è normale che sia così, perchè erano troppo legate al loro tempo). Altre parti sembrano concludersi troppo velocemente, senza sviluppare a sufficienza l’intimità dei personaggi. Non a caso il momento più avvincente è il racconto più lungo.
Insomma, nonostante si veda che chi scrive ha una buona dimestichezza con le tecniche di scrittura, questo rimane un libro acerbo, a tratti sperimentale e sicuramente coraggioso. Tra l’altro, piaciuto o meno, da questo ho preso un’idea che adesso costruisco gelosamente nella cartellina delle “cose da scrivere”.

Titolo: Il drago in bicicletta
Casa editrice: Larcher (ma tanto il dominio non c’è più e in cambio vi sorride una troietta giuliva che cerca di mandarvi su altre case editrici)
Autore: Scarabucì
pag. 127
codice ISBN: non ce lha
prezzo furono 7euri, ma adesso non potete comprarlo.

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