"Bisest" di Raffaele Serafini****
Non so cosa mi è passato per la testa, ma ho deciso di autorecensirmi. Qualche problema? Io no. Allora. Come già per altre 4 volte è successo, ho scritto un libro, ma voi non potete leggerlo. Non potete leggerlo perché non è in
"Baita dei pini" di Susanna Tamaro**(*)
Ho venti minuti, per aggiornare, ma non me ne servono di più. Aspettate che metto la musica. Questa. Ascoltatela anche voi. Allora. Vi ricordate i Corti di Carta? Ecco. Ieri ne ho trovato uno, come al solito, al Banco Libe(r)o, dove era da tanto che
"Ferengi" di Carlo Lucarelli***
Ferengi, se lo pronunciate Ferenghi, è un'altra cosa e no, non c'entra un cats con il ferengi di questa novella di Lucarelli. I Ferengi sono un popolo alieno umanoide di star trek. Non me li ricordo. All'epoca non mi piaceva, star
“Le notti difficili” di Dino Buzzati***(*)
Ieri c'era la luna. Quella grande, piena, pure con l'eclissi in nuce, ma che fino alle 9, 9 e qualcosa, quando ancora le nuvole non avevano cominciato a ballare il valzer, era bellissima. Poche cose, pensavo, come la luna piena, il plenilunio,
“Oscure Regioni Vol. 2” di Luigi Musolino**(*)
E mi sono letto anche il Volume 2, sì, con la mia bella dedica dei giorni oscuri che dice che il friulano è un dialetto per la quale a gigi andrebbero spezzate le falangette con martello pneumatico. Ma io lo
“Oscure regioni Vol. 1” di Luigi Musolino***
Vi rompo sempre il cats che non leggo mai un cats ma invece no, non è vero, perché un mesetto, un mese e mezzo fa, questo libro di Gigi lo avevo letto. Lo avevo letto perché erano racconti, perché è di
"Il mio romanzo viola profumato" di Ian McEwan****
Ho pochi minuti perché ho voglia di avere pochi minuti. Perché subito vado sul fiume, a cercare di leggere qualche pagina di Meneghello. Perché domani vado a Milano per vedere i National venerdì. E anche i Franz. E anche Umberto Maria Moltheni
AAVV – Roald Dahl – Il libro delle storie di fantasmi***
Sono le 7.58 e ho già capito che non riuscirò ad aggiornare il blog entro le 8 e mezza, ora per andare al lavoro. Una volta lo facevo e boh, forse ce la farò. Ora vado a prendermi il caffè e bevo
Altris contis di famee. La vostra copia.
Altris contis di famee Cjolti la tô copie Prenditi la tua copia Ma sì, lu savevi za. Lu savevi che non varès plui let nuie, e che no varès plui inzornât chest blog. Di libris gnûfs o ai plene cjase, une colone sul comodin cun
“Il ballo” di Irene Nemirovsky***
E' una giornata partita piovosa. Ieri un sole che spaccava ma non potevo andare a prenderlo, oggi che potevo niente. In realtà non ne ho nessuna voglia. Dovrei fare delle cose, delle cose che dovrei, ora che lo spettacolo cinquecentesco