Vivere o morire
Non è nemmeno l’una e il sonno ha braccia forti e un cazzo in tiro che manco nelle canzoni trap. Ma resta che l’una sarà tra pochi minuti e io ho braccia forti contro il sonno, che prendono muscoli dalle canzoni, dai disegni, dalle poesie, dalla notte che mi guarda occhieggiando con aria spavalda, ma soprattutto dal mio black russian, lui sì che ha braccia forti. E non ho di cui dire, in queste righe. Ve le tenete così, piene di condivisioni. Se volete, entrate, se no restate fuori.
Oggi è martedì. Martedì è il mio libero giorno da arbitrare. Ma me ne resta poco, ma di quel poco faccio scintille e falene da bruciare. E allora… cominciamo.
Janelle Monae, per cominciare. E’ uscita con un pezzo nuovo. Ma io non posso fare a meno di tornare indietro. Una delle tante cose che mi lega a Elvis. Ne parlammo. Ci dicemmo che lei era fatta per cose grandi. E lo penso ancora, e se lui potesse ancora pensare lo penserebbe ancora. Ma poi lei ci ha un po’ tradito. Ha fatto l’attrice. E pure brava, coi premi. ma un discone come quello là non ce lo ha fatto più. Però ora voi cliccate quel link, e ascoltate la canzone inutile, ma guardate il video suvvia, e assieme a me che lo penso ora, pensate le seguenti cose:
- quanto cazzo è bella Janelle?! Cioè… lei aveva fatto quel video con un primo piano tenuto per tutto il video ed era meravigliosa, ma adesso ci spinge addirittura a pensare la seconda cosa…
- Ma che tette meravigliose ha Janelle? Okay… innegabile.
Che poi, vale la pena riascoltare la canzone che ci faceva dare di matto, e che metteva una asticella, anni fa, su questa Janelle che era l’erede naturale di Erikah Baduh… e lo è ancora, credo, e in effetti come lei si è un po’ sperduta. E insomma… andiamo avanti.
Il mio black russian è già finito. Ma non so se farmene un altro. E’ stata una giornata piena. E’ martedì, vi dissi. E io quando libero le cose ho problemi e meraviglie. Stamane, dalle 11, mi sono accorto che mi ero perso. Eppure ormai ho la convivenza con quel perdermi. Nel senso… mi ero messo a fare cose. E per me fare cose vuol dire farne tante, contemporaneamente, riuscendo a essere spesso inconcludente. Ve le elenco, ad cazzum: Allora…
- toglievo le erbacce dal cortile
- dipingevo un fake banksy sul pannello del mio contatore esterno della corrente
- tagliavo la tovaglia nuova per le botti della mia area griglia
- sistemavo il mio alberello di kumquot
- sistemavo gli spray, buttando vuoti e riciclando pippoletti da spruzzo
- bagnavo le botti perchè non si sfaldassero
- dipingevo per il pannello
- davo di spray ai gechi per finire i semivuoti
- buttavo carriole di melma nell’orto
- ascoltavo canzoni per correre per aggiornare la playlist
- mandavo foto ad cazzum a gente a cats
- facevo foto ad cazzum
- trapiantavo la menta per i mojiti
- annaffiavo i lamponi
- scopavo l’area griglia
- lavavo la griglia e tutti i suoi dintorni
- E bruciavo cartoni vecchi, e buttavo immondizie, e …
e bon, basta, non è finita ma non ricordo. Il problema è che fare tutto contemporaneamente skippando da una cosa all’altra non è rilassante. Ma io vivo così. E adesso sto ascoltando una canzone di Daniele Luppi e Danger Mouse, ché poi quel disco l’ho snobbato alla grande… chissà, magari lo riprendo in mano, più avanti. Aver fatto spoti è comodo per riprendere in mano dischi dimenticati. Ho beccato canzoni belle…. e ripreso in mano altre cose. Tipo che ne so, oggi parlando di Jared Letho con Giulia mi sono accorto che sul mio spotify era partita proprio Hurricane e io all’epoca boh, non la cagavo, poi è diventata la mia canzone preferita di quelle mezze seghe dei thirty seconds… ed era un caso bello, riprenderla. Non me la ricordavo, ma poi, il fatto era che Jared è proprio bello, ma non è bello come Janelle. Lui è un bello sistemato, lei è bella sempre e comunque. Ma anche questo è un discorso molto lungo che no. Non facciamolo.
Vi voglio far vedere, invece, il mio Banksy apocrifo, che da oggi copre il contatore della corrente, sotto il portone. Ora me lo invio e lo metto qua. Ma intanto mi faccio un altro black e merda alla salute. Ah, sì, perché questo post parla di vivere e di morire. (come la canzone di Motta, sì) Che alla fin fine non si fa fatica a fare nessuna delle due cose anche se ci si convince del contrario. Sono entrambe cose inevitabili. Ma io vi dovevo parlare di cose, giusto? Tipo la prima canzone del disco nuovo dei National, che è tutto un bel disco, pur pur senza le meraviglie vecchie fatte con la semplicità del genio. Ma la prima, quella che apre, quella con Sufjan, ecco… è meravigliosa. Once upon a poolside. Ma poi ci sono anche altre cose, da dirvi. Tipo Daniela Pes. Con un pezzo coi Sinth di iosonouncane, che la produce, che stocazzo che atmosfera riesce a creare… Ascoltate Carme dai.
Ma poi, da dire, che ho dei concerti davanti al naso… E ci ho speso un sacco di soldi, io e gjate, e forse troppi, ma insomma… i Verdena, il Marra, i Baustelle, i Franz… spero che meritino. Che poi resta in sospeso Madame, Clementine, LP…. che fare? Ma poi, oggi, fra le cose dell’elenco di prima, dovete aggiungere che sono stato quasi investito dai carabinieri, mentre ero a tentare di correre sotto la pioggia, e anche che ho guardato la champions in ospedale, e la cose fa strano.
E scopro, rispondendo alle canzoni di Luca, che Daniela Pes ha a che fare con Danger Mouse, e niente… fa strano. E che stavo dicendo? Ah sì, che oggi stavo per essere investito dai carabinieri. E non ero io nel posto sbagliato, eh. Ero in mezzo ai campi. E anche loro. E poi ho bisogno che James Blake esca con qualcosa di nuovo, e se non lui, Justin Vernon, o se non lui, Kiwanuka… perché non so perché, ma questo è.
E direi basta. Vado a dormire. Sono passate due ore e mentre aggiornavo il sito con queste righe per la testa sono passate mille altre cose. Ma come dice la canzone dei National, you’re mind is not your friend… e così sia. Buonanotte.