Uno scritto d’amore – Amore ti scrivo
Oh, questo sito era nato anche per essere un sito di uno scrittore. Lo sono, alla fin fine. Ma non ci scrivo mai le cose di scrittura. C’è gente che ci scrive cose tipo “ah sto scrivendo questo, sto scrivendo quell’altro, parteciparò a ‘sta cosa, eccovi ‘sto incipit, e blablabla” e io boh, a parte che se comincio a fare così vi autorizzo a venire a spararmi, e avete la mia benedizione, e vi faccio trovare anche la pistola carica, ma il problema è che non scrivo nemmeno le cose che faccio. Quelle vere, intendo. Mi dimentico, più che altro. Oppure, come diceva qualche mio amico non ricordo chi, O scrivi, o vivi.
Mi sono completamente dimenticato di dirvi che c’era uno spettacolo su Cryptofriûl, giovedì scorso, nientemento che in biblioteca guarneriana a San Daniele, ed è pure stato bello e andato bene. E tra l’altro è una figata e spero di fare la seconda parte. E mi dimenticherò, ma magari no, dai, di dirvi che l’11 agosto c’è una presentazione semiseria del libro a Sclaunicco, assieme ad altri due autori.
Allora oggi, prima di mettermi in pausa per una settimana, vedo almeno di ricordarmi di questa news, scritta nel titolo. Ho vinto qualcosa, ‘sto giro. La genesi è questa: era gennaio, e io ero un po’ avvilito dalla mancanza di cose creative. Lavorare a scuola è contro l’arte, non hai mai tempo. Mai. Ci sono mille cose da fare, tutte burocratiche e nessuna didattica, e non hai nessun pomeriggio libero e io che non avevo liberi nemmeno i week end figuriamoci, lavorando fino all’una di sabato. Insomma… Cose creative zero. E io mi deprimo se non scrivo dipingo ecc. Non ho scritto nulla fino a maggio e ho ricominciato solo a Giugno, approfittando dei tempi. Però c’era questo concorso… a cui vi invito a partecipare, visto che è già pronto il bando per il prossimo anno. E’ un concorso semplice, nel senso che non è fatto di fuochi d’artificio e sensazionalismo, ma ha tre sezioni, e a me due interessavano parecchio. Una era per gli haiku. E già lo sapete che sono una mia direzione. L’altra per poesia in lingue minoritarie. E per gli haiku, si vinceva la grappa. Ecco, non l’ho vinta. Ed era bellissima! Una edizione di lusso della Pagura dedicata a PPP con le poesie sull’etichetta, che si sfogliano. Vale la pena che sappiate esistono queste cose belle. Insomma… peccato. Anche perché ci sono andato vicino, con una segnalazione, ma l’haiku di Stefano Lombardi era troppo bello. Quello non ve lo posso scrivere, ma il mio ve lo lascio. A me piaceva molto, eh. Si basa che l’idea che il pianto, gli occhi lucidi, facciano tremolare lo sguardo, e quindi anche le stelle, se le guardi, e a scuotere qualcosa, tipo il firmamento, può essere di far cadere qualcosa, tipo una stella. Vabbè, non era difficile metterlo in forma di haiku, ammetto.
Voi tal scûr, lustris.
Sbaziât il firmament
Cole la stele.
Traduzione: Occhi nel buio, lucidi./ Agitato il firmamento/ la stella cade.
Ammetto anche che il kigo era davvero labile, affidandosi al buio, che simboleggia l’inverno. Ma non volevo perdermi il senso doppio di Voi, (vado) ribaltato dal “lustris” (lucidi, quindi non “vado” ma “occhi”). Forse avrei potuto metterne uno più diretto, e togliere quella virgola, e non affidarmi alla divisione in sillabe melodica, nel primo verso, ma oh… uno ci pensa sempre dopo, a queste cose, e io ci ho lavorato, a questi due componimenti, nei due giorni prima della scadenza.
Con la poesia, però, è andata benissimo. Lo sapete già come la penso con le poesie. Quelle che trovate sul sito, le quasi-poesie, anche se sono più di mille, sono solo una grande massa di suggestioni da cui si può distillare poesia ma non lo faccio mai. Ci vuole tempo, abilità e disposizione d’animo. In contemporanea. E io non le avevo. Ma in quelle due sere le ho trovate e usando un materiale che avevo ho tirato fuori una cosa difficile, ma che a me piaceva molto. In due parti melodiche. La prima metà era spezzata, come il respiro, e si apriva a qualcosa che poteva essere addirittura erotico. Ma era malinconico, dell’amore che passa, della resa. La seconda metà invece si apriva in versi lunghi, armonici, veloci. Ed era fatta di suggestioni a richiamare la vecchiaia e quello che diventa l’amore quando si è avanti con glia anni e alla fine si saluta in pace. Okay… non è una poesia allegra. Lo ammetto. Ma era una poesia bella. Mi piaceva molto. Ma io vi metto anche questa, dai. E sono anche molto contento che sia piaciuta a Giacomo Vit. E tra le altre cose della giornata, che è stata segnalata anche la poesia di Agnul Furlan e devo andare a consegnargli il suo attestato. Ma eccovi la poesia.
Tasìn
O sai di te
che tu sâs
di me…
Savôrs, un timp, cumò
magari
cussì no, o nin
ducj inaltrò, e intant
nadìn
tal cjadin cidin
di ce che plui no vin.
E no vin
vin
di là, ma di là
o vin di lâ,
sì che
fermiti, ferminsi, tasìn:
il nestri volêsi ben nol è
che un scjaldâsi i pîts fruiâts sot dal bleon;
un jevâsi imbramîts cricant sui vues di veri;
un sfantâsi dai acents, il dislidisi dai sens;
il to judâmi cui vistîts, il gno judâti cui botons;
il nestri sparagnâ flât, fâ dai dîs rosari.
Sì che
Ferminsi, tasìn,
timp o tart il timp
al tarde e nô
cun lui
o saludìn.
Traduzione: RESTIAMO IN SILENZIO. So di te/ che sai (conosci-hai il sapore)/ di me…/Sapori, un tempo, ora/ purtroppo/ andiamo/ tutti altrove, e nel frattempo/ nuotiamo/ nel silente catino/ di ciò che più non abbiamo./ E non c’è/ vino/ di là, ma di là/ andar dobbiamo/ perciò/ fermati, fermiamoci, restiamo in silenzio:/ il nostro volerci bene non è/ che scaldarsi i piedi logori sotto le lenzuola/ alzarsi aggranchiti scricchiolando su ossa di vetro;/ un affievolirsi di accenti, lo sciogliersi dei sensi;/ il tuo aiuto coi vestiti, il mio con i bottoni;/ il nostro risparmiar respiro, far dei giorni rosario./ Perciò/ fermiamoci, tacciamo,/ prima o poi il tempo/ tarda e noi/ salutiamo.
Il pomeriggio della premiazione è stato bello. Impegnativo, visto che alle sedici ci si scioglie e anche raggiungere la chiesta di Sant Antonio, in pieno centro a San Daniele, è stata un’impresa (sia per i miei, sia per la mia 500) ma appagante. Era previsto un duo Arpa-Fisarmonica, ma l’arpista ha pensato bene di schiantarsi una rotula sulle colline di Nimis (in bocca al lupo va!) e ci è rimasto il fisarmonicista… e sticazzi! Bravo! Ve lo segnalo pure lui: Nicola Milan, ha pure uscito da poco il disco. Seguite pure lui se vi va.
E cosa ho vinto? UN QUADRO! e piaccia o meno, vincere un quadro, un’opera d’arte, soprattutto a chi ogni tanto dipinge, è sempre una bella cosa. Ho vinto quest’opera di Viviano Di Bella, seguitelo, e guardate le altre, che alcune davvero meritano. Va detto che Giorgia me lo ha già “rubato”, con la scusa che non si adatta ai miei gusti artistici di casa (okay, fiori e mostri non van d’accordo) e mi sa che finirà su qualche muro di casa sua, ma resta mio. E ne sono molto fiero. Ed era bello anche il quadro di Roberto Da Cevraja, che ha vinto Olga (Cossaro, con un racconto dedicato a Bartolini, bello!)
Insomma… mi pare di aver segnalato tutto. Forse dovrei fare un articolo anche prima che le cose accadano, ma non me ne frega un cats. E questo è. 🙂
Vi lascio con un quadro Di Bella.
zorz
e je bielece in cheste malinconie fate poesie…
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