“Voci e altre storie” di Junji Ito****

“Voci e altre storie” di Junji Ito****

Oggi è lunedì, sono le 22, e dopo un anno esatto di pausa, sto mettendo mano a questo sito per fare ciò che facevo una volta. Parlare dei cazzi miei parlando di un libro. Solo che non lo sto facendo pià sul blog  di gelo, oramai abbandonato nelle lande sconfidesolate di blogspot, ma lo sto facendo su un sito. Il mio. Che raccoglie tutto. Ah, okay, ma di queste cose leggerete nel messaggio di benvenuto che devo ancora scrivere. Adesso è meglio tornare alle vacchie abitudini e parlare dei cazzi miei. Diffondere cose, almeno, come facevo un tempo. Del resto diffondere cose belle costringe a trovare e scoprire cose belle, o per lo meno a scartare quelle brutte.

Da dove partiamo? Da Martin Gore, quello dei Depeche. Avevo sempre cagato poco le sue poche cose soliste, ma venerdì è uscito un EP e dopo essermi accorto – qualche tempo fa – che le cose vecchie soliste non mi dispiacevano affatto, ora me lo sto ascoltando. L’EP si chiama… aspettate va che vedo, The third chimpanzee… 5 pezzi per poco più di 20 minuti. Per stare qui a scrivere direi che fa più che bene: sembrano dei depesce un po’ più aspri, e senza gli arrotondamenti pop. Ma io vi devo parlare del libro… anzi, del manga. Perché?

Perché non è mia! E’ di Luca, me l’ha prestata prima di Natale, e io non gliela sto rendendo per poter aggiornare il sito. Eh lo so… i tempi si sono dilatati, ma finalmente eccola, la recinzione di questo manga bello grosso fatto di… 8 storie horror. Sono racconti, ve lo dico subito, e se siete qui perché eravate del gruppo scrittori horror-weird con cui si facevano le garette un tempo che fu, be’… : dovete conoscere Junji Ito e i suoi lavori.Oddio… probabilmente lo conoscerete già, e l’ignorante sono io, visto che nell’ambiente manga horror è, se non erro, uno dei top player, ma insomma… qualche volta le bolle non si mescolano, e io sono contento che mi sia capitato per le mani. Anche perché se non hai tempo di leggere, almeno a guardare le figure ci riesci.. e infatti ci sono riuscito.

Dunque. Otto storie. Qualcuna è decisamente disturbante e gestita davvero bene; un paio hanno qualche difetto, nel senso che sembrano avere un gran potenziale, ma che poi è stato poco sfruttato. Ma nel complesso questo è davvero un manga coi fiocchi. Non vi dico molto, ma titoli come “La città delle lapidi” o “La ragazza lumaca” sono di per sé parecchio evocativi e le storie lasciano il segno. Idem “Allucinazioni” e “Orrore color carne”. Sì, davvero inquietanti, ma tutte con un velo di tristezza, oltre al raccapriccio. E soprattutto ben gestite a livello grafico, con le tavole al posto giusto e un buon equilibrio tra testo e disegno, senza eccedere in alcuno. Poi okay, il racconto dello scarico è troppo lungo e soprattutto con inserimenti nella trama che non c’entravano molto, e “Voci” il racconto con la modella brutta (no, non quella che va di moda adesso) è forse un po’ troppe volte che ritorna e non ha poi questa idea forte alla base, anche se lei è davvero una figata. Anzi, vi lascio qui una tavola.

Poi? Ah, boh… non è il primo Junji Ito che leggo. Un altro è mio e ve ne parlerò più avanti, (Fragments of horror) visto che Luca me l’ha regalato per il compleanno e non lo devo restituire. L’altro che ho letto forse era brivido, e anche lì, storie molto belle. E comunque ce ne sono un fottio, di Junji Iti pubblicati in Italia.

Ma vediamo di chiuderlo, questo primo post. Ecco potrei dirvi che venerdì è uscito un super disco bello, e che ora lo ascolto di nuovo. Arlo Parks. Una ragazzetta al primo disco che se questo è l’inizio non so che dire. Provateci, dai, che vi fa bene. Il disco è Collapse in sunbeams. Ma che ve lo dico a fare, che tanto poi non andate a. meglio se vi linko un video va. Questo per esempio è super.

Ma se volete il trash di classe guardatevi la moglie di Robert Fripp, anche se oramai l’hanno vista tutti, ma è sempre una botta di vita. Non vi piace nemmeno questa? Ecchecazz… Allora Glen Hansard che canta per strada, in Sicilia, lo scorso autunno, e non lo caga nessuno? Nemmeno quello? Vabbè… ho capito, vi metto un altra tavola di Junji Ito e la chiudiamo in bellezza. 😀

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