"Biglietto scaduto" di Romain Gary****
Mi chiedo sempre se il libro che sto leggendo sarà l’ultimo.
Non leggo quasi più. Quando c’è il tempo manca la testa e viceversa. Più spesso entrambe.
Ma comincio ancora libri. Ne ho così tanti.
Questo l’ho preso dalla libreria assurda.
La libreria assurda è una libreria che ho costruito rubando i libri dalle donazioni quando lavoravo in biblio. Ci sono libri belli, che so essere belli, che tutte le librerie dovrebbero avere.
Intendo Calvino, Borges… roba così. Ma ci sono per lo più libri assurdi.
Che ne so… la biografia di Casanova, 4 volumi da oltre mille pagine ognuno.
O la storia della Cina, un tomo che pesa quasi tre kg.
Oppure libri strani, che ne so, sugli Apache, sul culo flaccido delle donne dai tre occhi.
(è evidente che quest’ultimo l’ho inventato, ma oramai là fuori credono a tutto…)
Ebbene. Ci sono anche libri in edizioni vecchierrime, di autori che ho letto ma conosco pochissimo.
E questo è il caso di Biglietto scaduto di Romain Gary.
Dopo i successi post-mortem del suicida Gary, ora questo libro è stato riedito dalla Neri Pozza, ma io ho l’edizione che vedete nella foto.
Sono edizioni che ha volte ti lasciano anche sorprese, nelle introduzioni o nelle post fazioni, ma stavolta io non le ho lette.
Non è, certo, il meraviglioso La vita davanti a sè. Quello è un gioiello totale.
Ma vi dico subito che è un bellissimo libro, con un bellissimo inatteso finale, e che nel suo politically scorrect è una grande, grandissima storia d’amore.
Ma vi dico anche che potrebbe causare dei problemi, se siete maschi di una certa età.
Come me.
Come me che mentre lo leggevo mi sentivo impotente.
E parlo di cazzo, non di cose in senso figurato.
Perché è un libro che parla di impotenza, quella di un cinquantanovenne e oltre che è abituato a vincere. Imprenditore, viveur, ricco, abituato ad avere tutto. Eppure, dentro, e lo so che la cosa stride un po’, estremamente poetico. Nel vivere. Nel parlare.
Nelle cose fatte, nel trasporto.
E’ un bellissimo personaggio, Jacques Rainier, anche se è in crisi, anche se lotta con la sua prostata, anche se sta affondando, nella crisi che investe la vecchia europa. Ce la farà?
Non si sa, non ve lo dico.
Ma il suo lottare, il suo non arrendersi all’età in modo sciocco, fa tenerezza.
Ti viene da tifare per lui eppure no. Ti viene da dirgli dai, non mollare, ma no, non fare così, arrenditi!
L’età… con l’età non si lotta. Non sullo stesso piano, per lo meno. Non con le armi della forza, del fisico, del sesso, della bellezza. E lo capisci tu, stando fuori, ma ti rendi conto che tu non sei lui, non sei potente, non sei uomo di soldi, e non ha molta della sua cultura.
E soprattutto non hai lei. Una brasiliana di vent’anni che ti ama e che ami. Laura… un altro personaggio molto bello. Che vaga fra la ricca superficiale e la folle passionale giovinezza. Che ne sarà di questo amore? Ovvio… arriva la morte. O meglio, non arriva, ma quando uno non può amare la chiama a sè, ed è quello che fa Jacques, ex militare di seconda guerra che una liberazione così, da Normandia, non la dimentica. Il coraggio e la voglia di libertà ti resta dentro, sembra. E può esplodere.
A volte è il caso, a metterti nei casini, a volte una puttana può salvarti.
Ecco… insomma. Della storia vi ho detto anche troppo.
E’ un libro a suo modo coraggioso, che parla del tempo, direbbero in molti, dell’invecchiare. Ma in realtà parla dell’invecchiare del cazzo, altro che balle. E’ un libro per uomini, quelli che non mollano, e dovrebbero, e per donne, quelle che amano le storie d’amore non convenzionali. Ed una lettura strana, sghemba, a suo modo.
Vi fanno pena, questi ricchi, a tratti, ma continuerete a invidiarli e comunque siamo in uno spiraglio che vi mostra un mondo che disprezzerete (Dooley e un americano che provoca un senso di amore e odio, bello come il sole e superficiale come la merda, eppure vincente, a suo modo, e tutti zitti gli altri).
Poi? Che altro?
Ah non so… E’ uscito il disco dei QOTSA ieri, lo sto ascoltando, e non sembra male, anche se solo nove canzoni. Io fossi in voi mi guarderei piuttosto questo sudatissimo live, che è bello bello. ah no, niente, tolto da youtube… uff. allora non so, guardatevi… qua, anche se è roba vecchia.
Io adesso scrivo una storia per bambini, la protagonista sarà una banananana!
Ah, vediamo se vi copio qualche pezzo bello di libro…. ma solo se apro a caso e lo trovo eh.
Trovato! un pezzo di dialogo con un urologo molto simpatico. E un po’ folle.
Ve lo copio finché mi stufo.
– Quali sono le sue attuali capacità?– Una o due volte alla settimana… con tranquillità di spirito. Al di là…– Al di là?– E’ l’ignoto.– Ha già avuto dei fallimenti?– No…. Non veramente. Ma non sono più lo stesso… Dovrei dire: non sono più io stesso. Un senso di… di spoliazione.– L’impressione che il mondo le sfugga…– Esattamente.– Bisognerebbe sapere cosa lei intende per “mondo” e di quali…. ricchezze si tratta, dato che parla di spoliazione.– Una donna che si ama.– AhFece un piccolo gesto di approvazione e parve soddisfatto, quasi rassicurato. Aveva una bella faccia dolce in cui si ritrovavano i ricordi dei sapienti di Giulio Verne e le certezze interiori tranquille che nulla può scuotere.– Una donna che si ama, sì, certo… ma, talvolta, si ama una donna… dolorosamente, come uno strumento di possesso del mondo. Un violino di potenza da cui si cavano accordi stridenti… Mi scusi, sono molto vecchio e confesso di avere con la potenza ei rapporti… ironici. Lei si osserva molto, naturalmente?– Sempre. Diventa un’ossessione. Mi riesce sempre più difficile dimenticarmi. Quando si sa di amare per l’ultima volta e che forse è anche la prima…. non so nemmeno se è un’apprensione di perdita sessuale o un presentimento più…– … mortale?– Se vuole. Vivo con un presentimento oscuro di fine del mondo e siccome non credo che il mondo stia per finire…– Sì, l’attaccamento alla vita è una delle grandi malefatte dell’amore.
Ecco. A me piaceva, a voi no so.
E sostanzialmente me ne frego 🙂