Le dita, le rondini
Ho dimenticato le dita tra le tue gambe.
C’era un tesoro, lá
Un guizzo formidabile
Di vibrazioni e
Ho pagato pegno
Per frugare
E trovarle,
Per disegnare le traiettorie meno arcuate,
I sospiri non ancora nati,
E adesso
Che non le ho rivolute indietro
È complesso fare il caffè,
Aprire le finestre,
Chiudere l’orgasmo in una scatola di labbra serrate.
Le rondini
oggi che sta piovendo
Non tornano ai soliti nidi.