"Io sono il messaggero" di Markus Zusak**

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"Io sono il messaggero" di Markus Zusak**

Noemi mi odia.
Un sacco di volte. Mi odia per via dei pokemon, perché io ne ho un sacco, mi escono gli Snorlax in giardino e lei no.
E da questo post mi odierà anche per un altro motivo, forse.
Quando ero malato e la febbre finalmente mi è passata ho deciso che potevo tentare di leggere un libro grosso.
Una volta li leggevo i libri grossi.
Ora, per me, grosso può voler dire anche solo misere 400 pagine, come questo della Frassinelli, fatto anche benino, direi, senza lucrare troppo sugli spazi.
Ecco… il titolo è Io sono il messaggero, che poi sembra un po’ come se uno dichiarasse di essere un giornale.
Però il titolo precedente dell’Edizione Mondadori era peggio, fidatevi, perché faceva da spoiler.
Ma torniamo a Noemi. E’ lei che mi ha regalato questo libro, perché a lei è piaciuto. Beh, ecco, a me no.
Ci ho pure pensato, riconosco pure che un’idea interessante da sfruttare c’è, ma poi, arrivato alla fine, mi sono detto “Bah”
E poi… ma non prendermi per il cool, Zusak.
Ah, sì, perché questo libro è di Markus Zusak, che tutti conoscono non per questo libro ma per “l’autore di Storia di una ladra di libri” che sinceramente ho meno voglia di leggere, adesso.
Non è un libro disonesto, eh. Non voglio dare da intendere questo. Potrebbe essere, tuttavia, un po’ ingenuo. Il libro originale è del 2002 e Zusak non è che aveva scritti tanti, a quella data, e ci sta tutto che insomma… forse si poteva gestire meglio, questa storia.
Ma di che parla, questa storia. La copertina è fuorviante, tanto per cominciare. Il ragazzo bello e figo che pare un supereroe è tutto tranne il protagonista del libro che è sfigato e inutile, con un fisichetto caghetto e insomma, l’essenza dell’anonimato umano dicianovenne in Australia.
Ah, già, perché il libro è ambientato nella terra dell’autore, e chiaramente i riferimenti sono australiani, tipo che là anche per i giovani le fighe devono ancora assomigliare a Cindy Crawford o roba così. Ma non usciamo dal seminato.
L’idea di fondo del libro è proprio il contrario di quella copertina. L’idea è questa:
Una persona normale, quasi inutile, potrebbe fare grandi cose se lo volesse. E le grandi cose sono piccole cose a volte, ma per altri sono grandi. E come si fa a far fare a qualcuno grandi cose?
Mettendole di fronte a cose brutte, e dandogli idee e mezzi per risolvere.
Vi faccio un esempio.
Anzi due.
Uno riuscito, e uno no.
Quello riuscito è una vecchietta andata di testa che aspetta ancora suo marito che non tornerà più. Ma andare, entrare, accettare il suo delirio e farle compagnia, vederla felice, felicissima per questa scintilla di bontà e compagnia che entra nella sua galassia di oscura e folle solitudine, ecco… questa è una grande cosa. E si può far fare, è abbastanza credibile. Certo… qua una vecchietta così sarebbe già stata internata, derubata o finita in ospizio e figuriamo che se un giovanotto che entra ed esce da casa sua non gli rompevano le palle perché “oh che ci vai a fare dalla vecchia pazza tu”. Insomma… non è proprio così facile che a uno gli dai un indirizzo e lui va lì e diventa supereroe di bontà. Tipo, se andavo io dalla vecchietta con istruzioni di un misterioso personaggio che mi fa pure picchiare può essere che le rubavo tutto solo per far dispetto al mio mandante e poi filavo dritto dai carabinieri. Ma questo sono io, e non Ed Kennedy, il protagonista, che è tanto buono e tanto bravo e va dalla vecchietta a leggerle Ragione e sentimento, o quel che è.
Ma poi c’è tipo la ragazzina che corre scalza. Bellissima. Più che bellissima. E il ragazzetto 19 la vede una bambina, mentre questa ne ha finiti 15… ma suvvia, non è credibile. Se la sarebbe trombata o quasi, anche perché l’altra era super ben disposta. (Ma lui è innamorato della sua amica del cuore che non lo caga perché ha il cuore duro per storiacce passate, come nei più classici dei cliché, che sapete già come va a finire) Così come non è credibile far correre gli 800 o i 400 scalzi sulla terra rossa. Avete presente cosa diventano i vostri piedi? carne maciullata, ve lo dico io, dopo mezzo giro di pista prendono fuoco. Eh no, non vincete le gare. E nemmeno secondi arrivate. Non è una maratona, o un 5000 dove questo potrebbe anche succedere. Così come è ridicolo che questa va a fare footing scalza per la città. Avrebbe dei calli che nemmeno bigfoot senza contare le ferite e i vetri ecc. Ecco… qua mi dava quasi fastidio. Se io non ti credo, non ti credo. Inutile.
Poi figuriamoci se mi danno una pistola…. no, non mi comporterei come Ed. O la uso o nemmeno la tocco. Punto. Che poi… chi sono io per dire cosa è giusto e cosa no? Il messaggio del messaggero, che arrivava indiziato dalle carte di ramino, conteneva già un giudizio... un buono e un cattivo. E’ pieno di stereotipi, di farci pensare che la ragazzina che corre scalza è buona. Quella sua avversaria spocchiosa e montata è, appunto, spocchiosa e montata. La vecchietta è buona, il prete di periferia è buono. Il marito che picchia e violenta la moglie è cattivo, cattivissimo, merita il peggio di tutto. Nessun grigio, o quasi, in questo libro. Anche gli amici… se hanno difetti è perché poverini, hanno un segreto da nascondere.
Poi sì, è scorrevole, si legge velocemente, ma anche se il mistero costruito, ovvero un non si sa chi che consegna carte a Ed con indizi di cose da fare, diciamo, per migliorare il mondo, ecco, nonostante questo, non è che poi si riesca a essere soddisfatti. Anche la rivelazione finale, alla quale uno dovrebbe fare oh, è un po’ telefonata, essendo in puro stile “10piccolindiani”, e quindi insomma, boh, cosa resta? A me, personalmente, questa idea che tutti noi possiamo fare cose incredibili, se lo vogliamo veramente, non ha convinto per nulla. Anzi… mi ha quasi fatto l’effetto contrario.
Di bello, dentro all’idea, ci sarebbe stata un’altra costruzione, che però è rimasta in nuce, nascosta.
L‘idea che mi sarebbe piaciuta era quella di mettere di fronte una persona normale a un’altra dicendole: aiutala! Non è felice… aiutala. E vedere se si riusciva a. 
E invece qui si sa già tutto. Il “come aiutarla” è già guidato. Se tu mi metti di fronte a una donna che viene violentata e picchiata dal marito ogni giorno c’è ben poco da capire se e come devo aiutarla. 
Idem la vecchietta che necessita compagnia
Idem la ragazza madre poverissima che necessita di un soldo
Ecc.
Ecco… mi dava fastidio questa cosa che il mandante aveva già visto e previsto tutto, analizzato e indagato le situazioni familiari di costoro e li abbia usati come cavie, sebbene a fin di bene
Ma ora io la finisco. 
Oggi è sabato. 
C’è il sole. 
Devo andare a fare una corsa perché Runtastic mi sta dicendo che non ce la farò mai a fare 100km al mese, avendo saltato un mese.
Ma io lo voglio contraddire.
Devo passare in biblioteca a regalare dei libri di XII. A proposito, siete una associazione? Volete una donazione di qualche libro? Mailatemi.
Sto ascoltando il disco nuovo di Father John Misty, e mi piace. No, non il disco. Lui, lo trovo affascinantissimo. 
E trovo tristissima e vergognosissima la posizione a favore di questa feccia umana che chiude in gabbia le persone. Ma non mi voglio tediare. Né voglio tediare voi. 
Prenderò dei libri per bambini, e così magari riaggiorno Il mostro sul comodino.
E vediamo… vi lascio con qualche bella canzone. 
Anzi no. Con la canzone più triste dei Radiohead che ha anche il video nuovo.
Ma io sono d’accordo quasi del tutto, con l’algoritmo.

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