"NonNonBâ. Storie di fantasmi giapponesi" di Shigeru Mizuki****

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"NonNonBâ. Storie di fantasmi giapponesi" di Shigeru Mizuki****

Ecco. Avrei altri libri di cui parlare. 
Che ho letto quando riuscivo a, qualche settimana fa.
Ma no. Ora liquido questo.
Questo che non è un libro, ma un fumetto. E pure di uno famoso, che io conosco senza conoscere.
I suoi disegni, i disegni di Shigeru Mizuki, sono quelli a cui spesso mi sono ispirato per i miei Yokai.
I suoi, yokai, in questo caso.
Ma andiamo per ordine.
Questo è il mio regalo di compleanno. Uno dei miei tre, diciamo. 
Ed è il regalo, in ritardo secondo lei ma secondo me giustissimo, di Noemi. Che una cosa la bisogna dire. Quando ti vedi arrivare un pacco, per posta, è una gioia grande, sempre. Soprattutto quando non ti aspetti niente e vedi che è un libro.
Chissà chi, cosa, come, perché. Ti chiedi.
E questa cosa, questa gioia della sorpresa attesa meraviglia postale, l’abbiamo persa. Non ci spediamo più niente che non sia un pacco amazon et similia, che di poetico meraviglioso hanno ben poco. 
Ci spediamo la preoccupazione che l’oggetto sia intatto, corretto, funzionante e altre parole brutte di questa epoca per abrutiti. Invece questo libro, ops, fumetto, era una cosa grossa. Grosso perché son tante pagine, è pesa, ed è cosa che ha il suo peso, nel leggerlo.
Dicevo. Chi è Shigeru Mizuki, oltre che quello che disegna gli yokai che io piglio. E’ il papà di Kitaro dei cimiteri, che a questo punto non posso continuare a ignorare. Ed è l’autore dell’enciclopedia dei mostri giappo. Che possiedo e non ho trovato ancora il tempo di leggere. Ed è anche biografo, scrittore, e altre cose belle che ha scritto e soprattutto non ha scritto, essendo pigro, e quindi non molto prolifico. 
E qui, in questo fumetto, dove è protagonista bambino, Shigeru ci racconta la sua infanzia. (è del 1922, lui) nel paesotto periferico e rurale di Sakaiminato, che pian piano impari a conoscere. Così come i suoi genitori, la figura splendida, filosofica quasi, del padre, sognatore, e quella più prosaica di sua madre. Ma soprattutto impari a conoscere nonnonba, la nonna, ché è lei che ci fa conoscere i demoni giapponesi, uno per ogni storia, compreso quello che è l’amico di Shigeru, con cui lui – la sua fantasia – parla. Un lanciatore di fagioli che ci offre massime di saggezza da demone. 
C’è l’infanzia di inizio secolo in giappone, c’è il cambiamento verso un’epoca che non crede e vede più i fantasmi, che poi sono la memoria, la morale, la bontà, il ricordo, il rispetto per le cose.
Ci sono i disegni, che all’inizio ho faticato ad abituarmi a leggere, in quell’ordine per noi rovescio ma per loro no. Ecco. Insomma… avevo bisogno di un fumetto. Di qualcosa che fosse al tempo stesso bello, e leggero, profondo e scorrevole. Il racconto autobiografico di Shigeru, il fratellone, lo è.
Lo è anche quando affronta la morte, cosa quasi normale (per tbc, per esempio) per l’epoca, che viene vissuta e metabolizzata in modo sano, molto orientale, così come la povertà. Soprattutto la povertà. E persino il traffico di bambini ha un tono diverso, sincero, lontano anni luce dai toni indignati che si utilizzano oggiogiorno per ogni cazzodicosa. L’indignazione… oh, che triste valore, privato di compagni come la saggezza e l’integrità morale. 
Ecco. Insomma… è un bellissimo librone, questo. E io sono contento di averlo. 
E serve per imparare gli yokai, che alcuni li conoscevo, ma altri li ho scoperti da qui. 
E devo vedere di pubblicare le mie storie, che son belle. Devo scrivere a Samuel. Ora gli scrivo.
A voi lascio, se le trovo, delle tavole rubate a internet, del nostro Shigeru. Non sono bellissime?

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