Lo penso ancora

Lo penso ancora

Domenica.
Sarebbe bello svegliarsi tardi.
Alle otto. Otto e 14 magari.
Con la sveglia che non funziona, ma
Se avesse funzionato
Avrebbe passato i Counting Crows
Con il loro disco.
Il loro disco bellissimo.
D’agosto e di tutto quello che viene dopo.
Sarebbe bello svegliarsi tra i seni nudi di una donna
La luce dalle tapparelle che sputa sui vetri
Delle finestre
I calici da risciacquare
Il telefono carico
Mille cose da fare senza voglia di farle
Una madre che scrive biglietti da lasciarti sul tavolo
Con gli errori d’ortografia
Corretti d’amore
Il libro, comprato, del Sole 24 ore
Il giornale comprato anche
ma non letto, tutte bugie, distorsioni,
Calamite per la cattiveria, l’ignoranza, la vergogna del cuore
Sarebbe bello salutare i cani, i gatti, la tartaruga,
I conigli, le oche, le galline,
Le cimici e le zanzare
Prima d’andarle ad ammazzare
Salutare la pioggia, che cambia i programmi al mondo
E il mondo che non mette in programma la pioggia.
Domenica.
Sarebbe bello mettere Polly Jean, quella cattiva,
Bellissima
Asciutta
Cantare prima in macchina a squarciagola
Di un viaggio senza vento e di sangue
Impazzito
Farsi il caffè, la barba, una sega,
Rifiutare il pranzo familiare
E una scopata a cui nessuno frega
Saltare il pranzo, con biscotti e caffè,
Correre per schiudere le uova,
Ma per guardarle camminare.
Domenica.
Aggrappati alle cose,
Con le unghie appena tagliate
E con le scarpe slacciate, bagnate,
Piene di cose amate calpestate.
Non è giornata, per le discussioni,
Potete morire tutti
Lo dico sempre,
Lo penso ancora.

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