Fiume giallo
Il fiume ingiallisce
Segnato dai topinambour.
Cicatrizzato l’ondeggiare del vento
Sul volto della nostra disattenzione
Diradiamo gli affetti
Discerniamo il prezioso dal futile
Perdiamo sempre meno tempo
Non avendone più.
Siamo noi, quelli che non invecchiano
Noi quelli che ricordano.
Falene inattendibili quanto il loro volo
Abbiamo comodità che non funzionano
Mai bene
E madri senza scampo, trascurate,
Figlie incatenate ai telefoni che non sanno usare
E a una sedia, sempre la stessa,
Della cucina che non odora più di torta o fritto.
Siamo piedi dominati dalle ginocchia
Distratte dagli scricchiolii,
Il domani, come il giallo nel fiume,
Ha la faccia di una primavera
Che sappiamo benissimo non tornerà più e ci chiediamo
Se mai è stata e se sì
Com’era il viso, il cuore, il funerale.