"Lettori si cresce" di Giusi Marchetta**
Allora.
Oggi sapete cosa farò? Rimetterò via tutti i settordici libri che ho cominciato a prendere in mano senza leggerli e ne prenderò uno nuovo, con l’idea di cominciare, seriamente, i miei progetti di lettura per quando la smetterò di fare quattro lavori.
In realtà non so se la smetterò.
Ma voi direte, perché lo fai? Possibile che non puoi lavorare 6-8 ore al giorno come tutti? e non 12-14? Eh, si, mi piacerebbe. Ma Boh, tipo che quando ti dicono “ah sai, la società per cui lavori è in liquidazione e il 12-1-2-3 che prima erano in ritardo ora non te li diamo proprio, per ora” e quindi tu pensi delle cose con molti porco e cane, dentro, e sei costretto a pigliarti un altro lavoro che ti fa lavorare pure nelle ultime ore libere che avevi e adesso sono passati i mesi 2-3-4 e diciamo metà del 5 e ancora un euro manco lho visto, e allora, siccome avanzano dei buchi e ti vuoi comprare la birra buona, e non la Karpakye, ecco che nei buchi ci metti le ripetizioni, e insomma, resta che io, quest’estate, voglio leggere.
E voglio leggere i libri che ho sullo scaffale, che sono a decine, e molto sono belli, o comunque ho voglia di. E allora, tutto sto preambolo, per dirvi che ho deciso di non finire questo libro, Lettori si cresce. Un libro nuovo, di quest’anno, che ho fatto arrivare in biblioteca perché ne avevo letto bene, su non so quale articolo, di non so chi.
E allora ho detto “Mettilo in ordine” e quando è arrivato hanno pensato che lo avessi chiesto per me, ma invece no, non mi interessava, più di tanto, però, siccome fare leggere i miei pargoli è una delle cose che cerco di fare, quando spiego saggi articoli e analisi del testo, non sono riuscito a metterlo giù e me lo sono preso. Sono arrivato a pagina 106, di 166, ma ho saltato qualche riga, lo ammetto. perché proprio non la combinavo.
Mi annoiava. E per un libro che deve ispirare i non lettori, e il curatori di non lettori (curatori nel senso di taumaturghi, diciamo) a trasformarli in lettori, forse non è un bene.
Ma chiariamo.
Questo è un buon libro, scritto molto bene e da una persona che è adoratrice coscienziosa di libri, nel senso del contenuto, (e forse anche dell’oggetto) e usa un mix tra saggio e aneddottica personale per dirci quando, per lei, e per quelli come lei, tipo anche io eh, è bello leggere, e per cercare di spiegarsi come mai per altri, ciò non sia.
Il problema che ho avuto, a parte la scelta del nome del ragazzo a cui, in tutto il libro, si rivolgeva (Polito!!!, diocristo, non ho mai conosciuto uno con un nome così, né mai lo conoscerò, e ogni volta che leggevo Polito venivo sparato fuori dalla pagina, perché non lo trovavo realistico)
è che bene o male, per uno che sa che il problema della non lettura, posto così, è mal inquadrato, sentirsi dire il perché e il percome diventano una lunga serie di cose che sa, e mi dicevo, “si okay” “si okay” va bene… e a questo punto, mi aspettavo solo che mi si dicesse che non esiste più la mezza stagione e sono sempre i migliori che se ne vanno.
Intendo dire che oramai, con la lettura, siamo arrivati a una banalità di secondo grado. La prima è che leggere fa bene, la seconda è che non bisogna leggere per forza, o non bisogna obbligare a leggere, ecc ecc. Sono cose che vanno prendendo una forma fissa, riconosciuta, a cui tutti danno valore, ma non senso. Oramai bisogna passare a un senso più ampio, che trascende la lettura e la allinea a una misera goccia nel mare della cultura, che è fatta di film, videogiochi e centinaia di altre cose fino ad arrivare ai post su facebook, e temo siano soprattutto queste ultime ad aver bisogno di tutela culturale, visto la deriva che vanno prendendo.
E insomma. taglio corto. Mi annoiavo.
E leggevo cose che so e continuavo a pensare che, se fossi stato Polito, non solo mi sarei annoiato, ma davvero… avrei cercato di fare le peggio cose, piuttosto che leggere. Leggere in fine è un modo di assimilare le cose, un po’ come la differenza tra il mangiare e il bere, e tipo a volte dev’essere, per qualcuno, (e in questo libro sembra non si consideri mai, almeno nelle pagine che ho letto io, nè chi ha problemi di dsa e simili, né il come le nuove tecnologie degli e reader agiscono in questo caso, e in generale) come assumere una grigliata con una flebo.
Dai, la chiudo qui, anche perché non avendo letto tutto ma solo due terzi, non posso giudicare oltre. Scritto bene è scritto bene. Interessante anche. Ma se mi ha annoiato qualcosa che non va ci dev’essere.
Poi, metterò via anche un libro in friulano che è il vincitore del Sant Simon, che ci ho provato già un paio di volte a cominciarlo ma proprio non vado avanti. Un libro di racconti di Istvan Orkeny, brevissimi, che però ho deciso lo metterò in bagno al posto delle fiabe dei fratelli grimm, quando le finirò (sono a pagine 400 e ce n’è 600 °_°) e metto via anche Magris, che ho deciso che smetterò di leggere. Ma di quello parleremo, dai.
buon sabato!