"Cane rabbioso" di Angelo Petrella***
Giusto il bestemmione suino dopo 2-3 pagine scuote un po’ la coscienza e ho apprezzato che non sia stato messo a mo’ di richiamo ma perché ci stava, e anche quando poi lo si ritrova, è perché ci sta anche lì.
E allora cos’è che non va? Ma in realtà è la parte delle droghe. Vi do un’idea di trama. Si parte in media res, il nostro protagonista sta facendo fuori una troia e un poliziotto, senza pietà. Si scoprirà poi, alla fine, chi sono i due, ma è una scoperta eclatante. Sono tutti corrotti e drogati o droganti.
Ebbene… il nostro protagonista (che poi è cane rabbioso sì, ma anche piuttosto irascibile, più che altro, ed estremamente fuori controllo, a giudicare da quanto è incauto) si fa in continuazione. Strisce, pere, spade, mdma, tavor, Prozac e tutto quello che gli capita a tiro. A giudicare dalle pause – la vicenda si svolge in 2-3 giorni – ha un ciclo di astinenza di meno di 4-5 ore e io sono rimasto un po’ così… nel senso. Spara, ammazza, picchia, ferisce, tutto in piena efficienza. Niente brividi, niente diarrea, poco vomito… e invece non so, non sono un esperto, ma per quel poco, col cavolo che hai la mira giusta dopo tutte quelle droghe, e col cavolo che prendi a pugni tutti… o meglio qualcuno che ti fa il culo lo becchi e sei fortunato che non ti ficchi una pallottola nei pondoli…
Ecco. A parte questo, resta una lettura godibile, ambientata in una Napoli in cui di giusto e legale non c’è assolutamente nulla, e la città è una sorta di giungla, dove una manciata di sgherri – poliziotti, sisdi, caramba, ecc – fa il bello e il brutto, con complotti volti alla pura e semplice soddisfazione della propria sete di droghe, potere, sesso, violenza e denaro. Più o meno, insomma… per certi versi, quindi, ha anche del coraggio, questa novella e la promuovo. Anche perché credo che l’eccesso di droghe e violenza sia proprio voluto, quasi una esagerazione, un estremizzare un personaggio che – va detto – a molti, o almeno a me – ricorda i crimini della Uno bianca, giusto per dire che se uno pensa “ma non è possibile”, invece è stato possibile e probabilmente chissà quanto pulotti corrotti fatti e cattivi ci sono in giro. Chiudo con un altro merito: sono 90 pagine, e il prezzo è adeguato e anzi, rispetto ad altre minchiate che leggo lunghe uguali ma vicino al deca, questo, coi suoi 6 tarì, è un prodotto competitivo. bene… ci ho messo molto più del lecito.
Ah, una curiosità, è il primo scrittore italiano della collana noir di Meridianozero, anche se secondo me, in quella collana, leggendo i nomi, molti sono pseudonimi e non di gente anglofona, ma è solo una curiosità 🙂