"La ragazza che guardava l'acqua" di Giorgio Faletti*(*)
Ultimamente ho un problema con la lettura nel letto prima di dormire. Devono assolutamente inventare un elfo, un robottino, o mi accontento anche di un topo o un acaro gigante che mi tolga gli occhiali, mi prenda il libro e mi spenga la luce.
Anche perché poi io non dormo, ma entro in catalessi e resto praticamente semisveglio fino alle 6 di mattina quando riesco a spegnere la lucina ikea, a staccarmi dalla schiena gli occhiali e ficcare la testa sotto il cuscino e farmi quella mezzora o poco più di sonno serio.
Per finire questo libretto dei Corti di Carta che avevo cominciato domenica sera ho impiegato tre sere… tre sere per leggere 10 pagine! e attenzione, qui il carattere è circa 14-15 e una pagina ha più o meno dieci righe, e ogni volta, viggiuro, ero sveglissimo, cominciavo, qualche parola, e… taaaac, sei di mattina.
Poi, il quarto giorno, invece di mettere la testa sotto il cuscino ho preso il libretto e in venti minuti l’ho letto tutto.
Ma non è di questo che volevo parlarvi. Volevo dirvi che, quando ho trovato questo Corto di carta, di cui a breve farò il post appost, con tutti i libricini, ecco, dicevo che ero gioioso, perché insomma… non so se leggerò o meno Faletti, più no che sì, ma non si può mai dire, visto chi Io uccido è là sul mio scaffalone delle cosa che chissà. Però, un raccontino, magari mi fa capire se è giusto parlare sempre così male di Faletti o meno, se è uno scrittore valido o meno. Ebbene… posso essere sincero?
Questo è un racconto brutto!
Ma brutto di quella bruttezza dovuta alla banalità del plot, a una storia che ti irrita via via, a una serie di incongruenze che ci puoi riempire una borsa degli occhi di un gigante insonne… una dabbenaggine, poi, che insomma, nemmeno l’avesse tirato fuori da un cassetto dove lo aveva riposto all’eà di 15-20 anni.
Vi spiego.
Parla e racconta un mostro. Il mostro del lago.
Il mostro del lago ci racconta la storia, dal suo (e ripeto, dal suo) punto di vista.
Ora, la cosa non mi dispiace mica eh. anzi, già lo sapete quanto mi piacciono i mostri. 🙂
Però è inutile che ‘sto mostro – chiaramente solo, buono, tenero, sensibilissimo, stucchevolmente osservatore degli umani e quanta più schifosa retorica ci volete mettere mettetecela – mi dica cose come la ragazza fa uscire acqua dagli occhi e ha il colore dei capelli come le foglie che stanno per cadere, dandomi da intendere che lui non può conoscere cose degli umani, e poi invece, racconta concetti come girare a destra e sinistra, o caverna, o praticamente tutto il modo in cui parla e percepisce il mondo che sono umani e solo umani. Insomma… a ogni riga si viene sparati fuori dalla finzione, e io già solo mi immagino quanto avremmo massacrato uno scrittorucolo esordiente se si fosse permesso di farci leggere un raccontino simile.
Ammesso che ci vada bene la stucchevolezza e l’assoluta irrealtà della prima persona mostresca (perché ovviamente si dirà che il mostro è solo un simbolo, una icona, che è un racconto simbolico e bla bla bla) c’è poi la trama. Definirla banale è un complimento.
Insomma, la chiudo qua. Il libretto si legge, nel senso che lo legge con occhio bonario, come se stessi leggendo un tema di tuo nipotino che non è smaliziato e ti racconta una storia che per lui è bellissima e originalissima ma che invece si sa bene che tra qualche lettura e qualche anno farà cagare anche a lui. 🙂
Quindi non so, mi viene anche da ridere a leggere che da qualche parte una storia così viene elogiata… vi accenno solo al plot. Il mostro vede da dentro il lago la ragazza che piange e percepisce vibrazioni diverse da tutti gli altri, come le sue, la sente affine. Il mostro – una sorta di loch ness – assiste all’innamoramento della ragazza con un baldo gentiluomo, delicato e che le vuole tanto bene, ma lei non gli confessa il suo segreto. Cosa la rende così triste? O meglio, chi? Ed ecco arrivare, un giorno, il chi, la rende tanto triste e sottomessa. Che sia un magnaccia? Ma… lascio a voi completare la storia e scommetto che indovinerete il finale! 🙂
E ora, a proposito di mostri, vi lascio con questa tavola di Sendak, non sia mai che siete nelle vicinanze e volete venire a vedere la mostra che vi metto sotto. O magari a venire a sentirmi raccontare le storie di mostri in friulano per i bambini. 🙂
Eddy M.
Lascia stare Io uccido, credimi. Uno dei pochi libri che non sono riuscito a finire… 😉