
"La casa dei sette ponti" di Mauro Corona***
Vi dico un paio di cose che ho pensato.
L’intaglio lungo il quale si snoda la strada è sempre ombroso, stretto fra pareti alte e ripide, infiorate di alberi ritorti e stentati, sorretti da ciuffi di zolle nervose come calci di capra. Ogni tanto rocce verde scuro pencolanti e sgretolate appaiono qua e là, incombono da una parte e dall’altra come minacce. Sembrano sul punto di cadere, ma non cadono. Rimangono lassù, aggrappate al nulla, come un alpinista incrodato. Forse vogliono ricordare al viandante la precarietà dell’esistenza.
Giù in fondo, con la stessa pazienza dei pendii, scorre un torrente dall’aspetto inaccessibile, di colore scuro come la valle che lo tiene in grembo. Solo ogni tanto, nelle balze più ostiche e nei salti, l’acqua si illumina di sorrisi con bagliori lucenti e occhi d’oro. D’autunno, i funghi rotolano in basso perché la valle trema di nostalgia e silenzio, mentre le poiane fanno i loro giri, a controllare che tutto rimanga segreto.
Quella valle è uno sbrego torturato e duro, dieci chilometri lungo i quali i bordi sembrano abbracciare gli automobilisti e tirarli su, a respirare più in alto, dove c’è aria e sole. Da quei pendii scabri, sospesi sul vuoto, piccoli alberi ritorti e pieni di tristezza guardano verso un punto lontano, dove fratelli più fortunati godono un rigoglio unico in un posto meraviglioso: l’Abetone. E allora piangono. Spesso singhiozzano di dolore per essere stati confinati lassù, all’eterna penitenza, da qualche spirito invidioso e malvagio. Piangono e bagnano la strada: gli automobilisti, ignari, pensano che stia piovendo, e imprecano contro quella valle umida, disagevole e piovosa.
Se vi interessa si compra anche qui su libreria universitaria.
Elisa Sala
Spesso leggo, ma per la poca voglia non commento.
Oggi sì. Da anni non leggo Corona e forse ho sbagliato.
Questo tuo commento mi incuriosisce per la forza che lo scrittore dà a tutte le forme di vita che gli girano intorno. Io un po' ci vivo di questo.
Grazie
gelo stellato
ma, sai, io ogni tanto trovo gente che crede che in Corona si trovi ancora quello scrittore acerbo che raccontava la montagna nei primi libri. letti uno letti tutti, quelli. Io non so, con gli altri, questi libri qua sono un po' roba per la massa, per il marketing, però non mi è dispiaciuto. Però libri come Storia di neve, che ancora adesso ho dentro, son pieni di idee, di meraviglia. uno scrittore scafato ce ne faceva cinque, di libri, con le idee che ha messo in quello li.
Riccardo Sartori
Ma Corona dovrei leggerlo anch'io. Mia moglie ha letto Storia di Neve, me l'ha rraccontato, mi ha detto che piacerebbe anche a me, ma non ho voglia di iniziare a leggere un autore da un volume di quelle dimensioni… Prendo nota di questo, grazie di averlo condiviso.
gelo stellato
e fa bene a fartelo leggere, storia di neve! 😀