“Queen Anne’s Resurrection” di AAVV**

“Queen Anne’s Resurrection” di AAVV**

Vediamo di aggiornare il blog, carissimi.
In questo venerdì 17 piovosissimo e umiderrimo, direi che la cosa migliore è parlarvi dell’ultima lettura in digitale che ho fatto, vecchia di un anno e mezzo, e che fu edita aggratis dal Posto Nero del prode Manzetti.
E’ un ebook di vari autori, ottimi nomi, dedicato al mare, o meglio ancora a uno dei suoi misteri, le navi dei cattivi, che a volte scompaiono o che, ancor meglio, si ritrovano vuote, senza una traccia dell’equipaggio (leggevi il saggio di Girola per saperne di più). 
I misteri del mare sono belli, e ricordo, all’epoca dell’uscita, di essere partito subito a leggere, ma poi mi sono interrotto, non so perché.
Adesso, questa pubblicazione, la potete trovare sempre dal prode Manzetti, ma sulla effervescente casa editrice digitale Mezzotints, che ha ormai messo nel carniere un po’ di nomi di tutto rilievo, da Arona alla Teodorani, da Marolla a Tonani, che ho fatto pure le rime. Insomma, guardate voi qua nel catalogo se vi interessa qualcosa o comunque scaricatevi, se ancora non l’avete fatto, Arkana, che a me piacque molterrimo e che ancora reputo un ottima lettura di genere, gratuita, da provare in digitale per assaggiare un po’ d’autori.
Ma veniamo all’ebook. 
Non so, ma vi dico subito che non mi ha soddisfatto appieno.
Mi piace il progetto, l’idea, la grafica, la gestione. Mi piace tutto e si merita di essere scaricato e letto, ma ora, a distanza di meno di un mese, continuo a ricordarmi un solo racconto
Uno, quello di Marolla, che mi piacque tanto tanto tantissimo, e trovo a tema perfetto con l’ebook.
Altri, invece, ricordo che non mi erano dispiaciuti, mentre altri ancora, invece, mi avevano lasciato piuttosto indifferente. Alcuni, poi, ricordo di aver pensato che non erano a tema, o comunque mi sembravano staccati, buttati lì dall’autore con l’ottica di “sì, ti do questo” e non “sì, scrivo per te questo”. Quindi, se per caso siete qui a voler scoprire queste pubblicazione, vi consiglio prima Arkana, e poi Queen Anne’s. Oppure compratevi Tonani che son due bei pezzi. Il resto li devo ancora leggere, quindi non so. Vi dirò…
Ma veniamo all’ebook. 
Non vorrei dilungarmi e quindi facciamo che lo apro e lo rivedo via via assieme a voi. Se ho qualcosa da dirvi, ve lo dico, così magari vi sono utile e potete farvi una lettura ragionata e mirata senza leggere tutto.
Pronti? Via!
Allora, tanto per cominciare c’è la prefazione di Edoardo Rosati, breve breve come piacciono a me, che vi dice che la Queen Anne’s Revenge è

l’imbarcazione, cioè, che ha portato a zonzo per il Mar dei Caraibi il celeberrimo pirata britannico Edward Teach, alias Barbanera. Il vascello riposa oggi nella sua tomba sottomarina, sul fondo dell’Atlantico, al largo delle coste della Carolina del Nord

cosa che non è mai male sapere.
Poi c’è l’introduzione di Manzetti, curatore e ideatore del progetto, che ha il grande merito di utilizzare questo genere di pubblicazioni come ariete per tradurre e far conoscere autori anglosassoni di genere e autori dell’underground letterario italiano. Nell’introduzione ci dice i nomi e io vi dico anche che i racconti sono divisi in sezioni: Gli abissi e il Kraken, Sirene e Vampiri a bordo, Isole fantasma, Anomalie e voci del mare.
Poi si parte con il botto.
La cosa sulla Queen Anne’s Resurrection è un pezzone, un racconto horror, di mare, dedicato a una mostruosità che senza motivo compare e si scatena, un finale barkeriano, un inizio in media res bruciante. Volete sapere come scrivere un buon horror? Leggetevelo. Io non l’avevo finito, a dicembre, quando lo cominciai, so solo che riprendendolo me lo sono trovato davanti tutto, come se fossero passati due giorni da quando avevo interrotto la lettura. Vi dico che li avrei voluti tutti così, i racconti. Anzi, mi permetto di lasciarvi un bel pezzone d’incipit… vi verrà voglia di leggerlo!

La nebbia, fuori, era una nube grigio fosforescente.
  Le Bay si lanciò sul ponte dall’imbocco delle scale; Black Moon era subito dietro di lui. Fuori esplose un secondo urlo, qualcosa che non aveva nulla di umano; Le Bay lo avvertì nel cuore come una coltellata.
  Sul ponte, la nebbia li colpì come uno straccio bagnato; odorava di sale, di fango e di gamberi marci. «Ma chi ha gridato?» strillò Le Bay, rendendosi conto, nella concitazione, di essere disarmato. «Moon, per carità di Dio, che cosa».
  «Tu guarda!» urlò l’africano, indicando la bruma.
  Una sagoma nera si contorceva verso prua; un terzo urlo scaturì da quella direzione.
  Altri marinai erano intanto arrivati alle loro spalle. Tenevano lampade e archibugi pronti, ma nessuno aveva il coraggio di oltrepassare una linea invisibile. Solo Le Bay e Black Moon si fecero avanti.
  La foschia era velenosa e infida; infradiciava i vestiti, rendeva gelida la pelle, un gelo che era come le vampate di un fuoco, l’acqua salata che bruciava sulla bocca e sugli occhi; Le Bay si strinse nel giaccone e, tenendo Black Moon per una spalla, si fece forza e venne ancora avanti; i contorni della silhouette divennero più nitidi, presero forma e colore, mentre i due uomini avanzavano paurosamente nella nebbia, rivelando, infine, la loro vera natura: Finn, il giovanissimo mozzo di cucina, accasciato contro una botte di rum, il volto imperlato di nebbia e di sangue mescolati insieme, un braccio appeso con le ultime forze a una gomena di canapa, l’altro orribilmente straziato, squarciato dal gomito al polso, le dita impastate in un amalgama viola, il sangue spruzzato intorno nel diametro di due metri, una scheggia d’osso, bianca e grigia, che fuoriusciva dall’avambraccio come una strana decorazione.

In profondità, di Allyson Bird, è un racconto brevissimo. Non mi è dispiaciuto, potete leggerlo. Ha il difetto di essere un po’ scontato e melò, ma perdonabile.
Poi non mi è dispiaciuto Terrore in superficie di Tim Waggoner, un brano breve, in seconda persona, che gioca sulla profondità misteriosa delle superfici calme, le pozzanghere, in questo caso. Un critica? E’ un pezzo buttato lì, che con la Queen Anne’s e il mare in generale c’entra poco, ma da leggere.
Poi non ho trovato pezzi degni di nota, almeno per me, fino al breve ma ben tradotto “Su di un’isola” di Michael Laimo, che vi consiglio (questione di 5-7 minuti). Leggibile anche il zaratanesco pezzo di Marzano, Terra Nova, mentro per arrivare a un altro pezzo che vi consiglio dovete arrivare a Sonny, di Nicola Lombardi, che mi è piaciuto e rivedendolo l’ho subito ricordato con piacere.
Poi non so… sono scivolato via piuttosto liscio fino al racconto di Bonfanti, che però, a parte la sensazione di conoscere i personaggi 🙂 non è brutto ma non è nemmeno bello, e parla di… montagna!
Insomma… lo dico perché io mi aspettavo di più. 
Questa raccolta di racconti (20 in tutto) è sufficiente, non è che posso dire che lascia insoddisfatti, però non posso nemmeno dire che mi abbia lasciato un senso di soddisfazione come quello provato per la gemella Arkana, dove i racconti sono – in media – migliori.
E’ tutto, cari.
Per oggi vi accontentate di questo post che voleva essere più breve ma alla fine mi sono dilungato. 
Però vi voglio salutare con le foto dei gatti, che sono sempre fighe!

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