"La strada di Winnie Puh" di Alan Alexander Milne****

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"La strada di Winnie Puh" di Alan Alexander Milne****

Detto fatto.

Vi dissi, con ampiezza di entusiasmo, quanto bellerrimo era il libro di Milne, con l’arciconosciuto e disneyanamente abusato Orso Winnie. Vi dissi che ne esisteva il seguito.
E ho letto, rubandolo a Giorgia questo La strada di Winnie Puh (okay, okay… gliel’ho regalato io solo ed esclusivamente perché volevo leggerlo io, sono egoista, e allora?) e poi, tra l’altro, comprandone copia sia del primo che di questo, da dare a Santa Lucia per portarlo alle nipoti, che insomma, comincino leggendo cose sane, piuttosto che conoscerle dai cartoni animali. Insomma… diciamo pure che mi sono una bella sbandata per questo orsetto di Peluche, proprità di Christofer Robin, il figlio di Milne.
C’era il rischio, benché in questo secondo volume compaia il personaggio più amato, che il libro fosse meno bello.
Non lo è.
Cioè… ci sono dei momenti di stanca, certo. Uno o due capitoli hanno un pochetto di noia, ma Tigro, è lui il vip, arriva e travolge. Mette insieme le qualità feline, superiori a qualunque altro personaggio, e forse solo Porcelletto (quello che i disneyani hanno tradotto con Pimpi) riesce a tenergli testa, in simpatia.
Vi devo, assolutamente, riportare un pezzo della presentazione di tigro, che già quando arriva a casa di Winnie, in piena notte, e fa “gorra gorra gorra” ti fa pisciare dal ridere, almeno a me.
Comunque, siamo nel capitolo due, Nel quale Tigro arriva nella Foresta e fa colazione, e lui arriva, in piena notte, mentre Puh dorme, e la mattina dopo, mentre il povero Puh gli sta spiegando cos’è uno specchio, succede questo:

“Scusa un secondo, c’è qualcosa che si sta arrampicando sul tuo tavolo” e con un altisonante Gorragorragorragorragorragorra balzò su un capo della tovaglia, la tirò per terra, ci si avvolse tre volte, rotolò dall’altro lato della stanza e, riuscì a estrarre la testa e domandò con voce allegra: “Ho vinto?”.
“E’ la mia tovaglia” spiegò Puh, cominciando a srotolare Tigro.
“Mi stavo proprio domandando che cosa fosse” disse Tigro.
“Si mette sul tavolo e ci posano sopra le cose.
“E allora perché ha cercato di mordermi mentre non stavo guardando?”
“Non credo che l’abbia fatto” obbiettò Puh.
“Ci ha provato” rispose Tigro “Ma io sono stato troppo veloce per lei.”

Non è favoloso? Un presentazione splendida, secondo me, di un personaggio candido che farà della sua balzosità la sua forza e che andrà d’accordissimo con Guro, il figlio di Kan.
In ogni caso, non di solo Tigro vivono questi secondi dieci capitoli dell’orsetto Puh. Anzi, da un’occhiata ai titoli, per farvi un’idea, mentre io mi ricordo i pezzi più belli.
Nel Cap. 1, nel quale viene costruita una casa per Isaia nella Strada Puh. (spassosissimo)
Nel 3 si organizza una Ricerca e per poco Porcelletto non incontra di nuovo un Effalumpo.
Poi si dimostra che i Tigri non scalano gli alberi.
Subito dopo Coniglio ha una giornata intensa e noi scopriamo che cosa fa Christopher Robin la mattina.
Il capitolo 6, stupendo, nel quale Puh inventa un nuovo gioco e Isaia si unisce alla Compagnia.
Nel 7 Tigro è sbalzato e nell’8 Porcelletto compie un’Impresa Eroica.
Poi Isaia trova la Cuferia e Gufo ci entra.
Capitolo Decimo, nel quale Christopher Robin e Puh vanno in un Posto Incantato e li lasciamo lì, che è tristissimo ma giusto, come finale.
Ah sì, perché questo è il secondo e ultimo libro di Puh, e delle sue storie, e non è una di quelle serie, tipo Oz, in cui i libri si moltiplicano (e in fin dei conti è bello così).
Che altro dirvi?
Ma anche niente, alla fine, le avventure del nostro Orso Puh sono piccole novelle intrise di buone cose ma senza dimenticare che siamo fatti anche di cattive cose. Bellissimo, per esempio, il capitolo in cui Tigro è troppo balzoso e tutti gli altri, chi più chi meno convinto, lo voglio abbandonare a se stesso in mezzo alla Foresta. 
Vi posso dire, anche, che Isaia, l’asino piagnone e lagnone, pur rimanendo tale, si riscatta un po’ e non è antipatico com’era nell’altro libro. Vi posso dire anche, che ho un po’ riabilitato questa collana cartonata della Salani. 
Diciamo che l’astio che mi provocò, ai tempi, il non trovare una versione della fabbrica di Cioccolato come quelle vecchie, in brossura, è stato lenito dalla lettura di questi due libri, usciti per la collana degli Istrici d’Oro (a proposito, vogliamo parlare del plagio Umpa Lumpa Effalumpi? No, meglio di no). Diciamo che si adatta parecchio ai contenuti, la rigidità della copertina, vuoi perché ci puoi giocare un po’, tipo facendo del male con gli spigoli, come tipicamente fanno i bambini, sia perché sai che Puh, e Porcelletto, e Gufo, e Isaia, e Tigro, e Coniglio non ti scapperanno tanto facilmente, una volta che gli sei amico.
Dimenticavo. Se siete odiatori di Puh, come lo ero io, con questo libro, vi ricrederete. E son belli, come sempre, i disegni.
E’ tutto, cari Tigri e Porcelletti che state là fuori. 
Alla prossima! (Che forse, perché no, potrebbe essere L’ascensore di cristallo)

Comments

  • Noè
    15 Dicembre 2012

    …nooo!!!
    Tigro pensa la vita esattamente come Zumpi.
    :-/
    Ok. Leggerò anche questo!
    Grazie!

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  • 16 Dicembre 2012

    Ho capito. Allora leggerò l'orsetto Puh come prima cosa digitale. Appena la moglie toglie le grinfie dal kindle nuovo. E appena avrò finito di leggere quel che sto leggendo e altri 2 libri che ho già preso. Maya permettendo, ovviamente. Che dici… permetteranno?

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    • 17 Dicembre 2012

      leggitelo in inglese! sarà pure gratis… è degli anni '20 🙂

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  • Anonymous
    17 Dicembre 2012

    Anna, la maggiore, 8 anni, sta leggendo il primo – recuperato in biblioteca.
    Appena terminato le procuro anche questo.
    Anch'io odiavo Puh e i suoi amici.
    E anch'io ho dovuto ricredermi dopo la lettura di questo.
    Grazie della dritta.
    Marina

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    • 17 Dicembre 2012

      Adiriture! Robononis… Inutil, Puh al è un figo 😉

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  • 19 Dicembre 2012

    Non so se lo leggerò, ma mi sa che lo regalo alle mie nipotine 🙂
    Sembra un libro onesto, scritto per essere carino e non per "imparare giocando".

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