Corti viventi, come una piccola cosa verde e buona

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Corti viventi, come una piccola cosa verde e buona

Bella, eh?
Io la trovo bellissima.
Questo è l’anno del verde, per me, e avere la copertina dei Corti – Terza stagione di quel verde lì, che spara, ed è tra i miei verdi preferiti, mi fa piacere.
I Diramazioni, che poi son quelli che hanno fatto il banner del blog là sopra, sono sempre bravi, e anzi, dovrebbero fare più copertine.
Fategliele fare!
Comunque, è sabato, è mattina, è piovoso, ho dormito poco, come sasso dentro fiume..
Ho deciso che sistemo un po’ di cose e che vi scrivo questo post, mentre lo faccio.
Lo so da me che non si fa, e quando una cosa non si fa andrebbe fatta tre volte. 
Così aggiorno tre volte il blog. O meglio, li aggiorno tutti e tre, contemporaneamente.
Sono pazzo?
No, solo stereofonico.
E comunque, se li leggete, fatevi voi un esame di conoscenza. 🙂
Per farla breve, farò una chiacchierata con voi, e vi avverto subito che non sarà uno di quei post di reclame, tanto per dire che esce questo libro e lo dovete comprare o altre minchiate simili. Diciamo che è uno di quei post un po’ obliqui, riflessivi e con di tutto un po’, dentro.
Come dovrebbe essere un buon cervello, insomma.
E adesso vado a portar di sopra la tazzina del caffè, a lavarmi la faccia e mettere le lenti a contatto.
Eccomi qua.
Avete visto che hanno dato il Nobel per la letteratura, l’altro ieri?
Io sono contento che l’han dato a un cinese, uno vero. E mi piace anche quella cosa che sia riuscito ad emergere, in qualche modo, anche attraverso la censura. Un dire non-dicendo che ho sempre trovato bello, nella letteratura. Ma non è di cineserie, che vi volevo parlare.
Parliamo di traiettorie, piuttosto.
Mercoledì pioveva. Di sera, uscendo alle otto, dopo una lezione volante, pioveva.
E io, andando alla macchina, ascoltavo, per caso, questa canzone, degli Insane clown posse.
Provate ad ascoltarla dài, se potete. E immaginatevi stanchi che andate al parcheggio dell’auto al buio come se foste voi a dover portare i passi e non viceversa.
Ecco. Questa canzone è quanto di più lontano io immagini dalla pioggia e mi ha fatto una sensazione strana, un po’ melanconica e un po’ no, ma che alla fine si univa in una sorta di sensazione positiva.
Ecco perché poi, subito dopo, ho skippato fino a questa.
Una canzone che fa fischiettare.
No, ripeto, è una canzone che fa fischiettare, non fare finta di, e di brutto.
E l’ho fatto anche io, di fischiettare, e me ne sono sbattuto se qualche tizia, in cammino verso il parcheggio, davanti a me, pensava fischiettassi per le sue grazie (o disgrazie, visto il fisico conico di un paio).
E comunque, anche questa canzone, sotto la pioggia assume un certo valore. Un valore diverso.
Rallegra le gocce, se vogliamo.
Ora invece, che è mattina, sto riprovando a riascoltare il nuovo Muse. Che dire… meglio che non dica niente va. Stanno entrando nella categoria dei “preferivamo ricordarli così”.
Tipo così, per dire:
Voi che dite? Che mi alzo e vado a lavare due piatti, tra cui quelli dei wurstel con birra dell’una e mezza o giù di lì, che lo so che non fa bene, ma tant’è…
Eccomi.
Che poi, oggi son contento per aver verificato che il mio giornalaio ha i poteri. 
L’altro ieri avevo portato la vecchia a pedalare nella bicicletta adatta al parco. E io mentre aspetto approfitto per correre e poi mi metto lì vicino, a leggere qualcosa, e mi ero portato via la Woolf, dei racconti d’autore, che poi ne avevo letto uno e l’altro, il secondo, che aveva come protagonista la signora Dalloway, ero tipo a metà. E insomma, fatto sta che andandocene, come mio solito, ho appoggiato sul tetto dell’auto il libro e VIA, verso nuovi e futuri orizzonti, disperdendo il libretto in giro per Udine. E la cosa mi indispettì assai, perché li ho tutti, i racconti d’autore, e son 70 e passa, ormai, e non mi va di perderne uno, ed è la seconda volta che succede. L’altra, con la Munro, me la risolse Gloria (gloria a te, o Gloria) regalandomi la sua copia. 
Comunque, simpatica cosa, proprio ieri è venuto un tizio sul blog a chiedermi (ormai mi trattano coem se lavorassi per il Sole 24 ore) se è possibile sapere quale sarà l’uscita della settimana successiva… e io, sì, okay, gli dico, sì che lo puoi sapere, e te lo direi anche, ché è scritta sull’aletta del libro prima, peccato che… l’ho perso!
Comunque, per lui e per tutti, e ora glielo vado a scrivere, domani con il Sole 24 ore trovate “Bicchiere pieno e altri racconti” di John Updike. Io no so nulla di lui, e l’ho sentito nominare solo in una canzone dei Marlene Kuntz, quando già cominciavano a fare schifo, ora ve la cerco… eccola, Ricordo, in senza peso. Non era male. Me la riascolto, ma poi torno subito a riascoltare quello che secondo me è il più bel disco italiano del 2012, Il teatro degli orrori.
Mentre ti fai la barba, è l’ideale, anche se tutte sono un po’ tristi… in fin dei conti. Ma in questo 2012 lo siamo tutti. E allora suvvia, mutiamo la tristezza in bellezza, che serve anche una consonante in meno!
Eccomi di nuovo,
Fatto la barba e lavato una padella. Ascoltati tutti gli orrori, compreso quello nuovo, del ragazzo autistico trattato come spacciatore a Verona. Ma io non è di questo che vi volevo parlare.
Prima vi dicevo delle cose giuste non fatte.
E l’altra sera pensavo che alla fine, in questo anno nefasto, almeno una cosa l’ho portata a termine. Una piccola cosa buona, come direbbe Carver, ed è proprio aver curato i Corti.
Non vi sto a spiegare cosa sono, come sono nati e altre coglionate simili.
Magari, quando sono un po’ più marketing oriented, faccio un post per loro più serio, per chiedervi se li volete comprare, magari per fare un regalo di Halloween, che vi costa 5.90euri, anche perché dovrei averli cartaceamente in mano proprio a fine mese.
Per ora vi dico solo che sono contento, di essere arrivato alla fine e di aver dato un successore ai Corti Seconda stagione, e di aver reso questa raccolta un prodotto editoriale degno. Niente di meraviglioso, o sconvolgente, ma comunque qualcosa di gradevole, di leggibile e tutto sommato, un simpatico libro da regalare, di quelli che li leggi in bagno, un po’ alla volta, o in autobus o treno, o camminando per la città, che tanto, ti sta in una tasca.
Che altro dire? 
Che son stato a vedere Picasso a Milano ed è una bella mostra.
Che ho messo delle immagini a casaccio, e ne scoprite qualcosa leggendo gli altri due post sugli altri blog.
Che ho creato la pagina facebook del blog di gelo, anche se ne darò apertura ufficiale, magari, con la prossima gelofigata, ma intanto piacetela pure, che mi fa piacere.

E’ tutto, cari.
Buon sabato!

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qui il post sui Pensieri di gelo
qui il post sul Salvadeat

Comments

  • 13 Ottobre 2012

    Finalmente un nuovo libro della XII. 🙂
    E' una bella notizia.

    reply
  • Noé
    14 Ottobre 2012

    …ma che sei bellino su quella lumaca!
    ^_^

    reply

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