"Il reggimento parte all'alba" di Dino Buzzati****
Non è che lui sia militare di mestiere. a tutti senza eccezione nella sua città e anche fuori nelle campagne, valli, rive del mare, per quanto è esteso il mondo, tutti in certo modo appartengono a un reggimento e i reggimenti sono innumerevoli, nessuno sa quanti sono, e nessuno sa neanche quale sia il suo reggimento, eppure i reggimenti sono accantonati qui intorno, anche nel cuore della città, benché nessuno se ne accorga e ci pensi. Però quando un reggimento parte, chi gli appartiene, pure lui deve partire.
Altri dicono invece che si tratta di navi. Ciascuno è iscritto come passeggero di una nave, senza sapere dove sia né il nome. E sono navi strane, capaci di salpare dal centro di un arido deserto o dalla precipitosa gola di una montagna. Ma reggimento o bastimento è lo stesso, il fatto è che un bel giorno ciascuno di noi deve partire.
L’avviso arriva a tutti, con maggiore o minore anticipo, che talora è di ore, o di giorni, talora è di mesi o addirittura di anni: eccezioni non esistono.
Senonché quasi nessuno se ne rende conto. Questo perché nella maggioranza dei casi l’annunzio non consiste in un modulo esplicito come la chiamata alle armi bensì in piccoli segni che facilmente si possono scambiare per fenomeni casuali del tutto indifferenti.
Mi ha fatto pensare, questa raccolta di racconti dipinti sulla medesima tela, al contorno della lettura. Ieri era una giornata un po’ così… e ho scelto di leggermeli nei prati, in compagnia di una birra fresca, la frutta, le farfalle e margherite stranamente simili, culo sull’erba e schiena sulla portiera dell’auto. Anche la musica, avevo a tratti, ma era un dettaglio indifferente. In quell’ora e mezza di lettura, prima che qualche goccia paffuta mi scacciasse fino a confondermi al fottio di pescatori che festeggiava indegnamente l’apertura della stagione, ecco, ho letto in un certo modo, con una certa pace che era difficile non si mescolasse alle righe.
maxciti
Ho letto Buzzati da giovinotto, traendone un certo, inafferrabile senso di transitorietà dell'esistente e del reale. Che paroloni, eh? Il problema è che fatico a trovarne di diversi. Diciamo un dubbio inestirpabile che la realtà quotidiana e condivisa sia un semplice, innocente e terribile gioco? Forse va un po' meglio. In ogni caso ho un gigantesco rispetto per questo gelido e appassionato scrittore. Che non mi ha mai abbandonato.
gelo stellato
urca, se da giovinatto mi avessero attaccato "inafferrabile senso di transitorietà dell'esistente e del reale" credo che sarei andato subito dal medico… per capire come si fa a non guarire, più che altro.
Per il resto, continuo a condividere il tuo rispetto e non sono nemmeno del tutto dispiaciuto di averlo letto da "grande", il Dino.
Anonymous
un grandissimo autore, ahimè, ancora poco conosciuto, specialmente per i suoi meravigliosi racconti, più o meno brevi.
consiglio, tra i molti letti… I giorni perduti e Dolce notte (un vero "Splatter/Horror in miniatura….)
gelo stellato
questi due mi mancano, ma immagino e credo siano nella raccoltona che ho qua nei paraggi 😀
Anonymous
Cercavo notizie su il Reggimento parte all'alba e mi trovo in casa tua. Bella scoperta la mia. Non è mia abitudine dopo aver scorso quello che cercavo, di fermarmi e scrivere.
Ma qui non ho potuto passare oltre.
Amo Dino Buzzati, ebbi anche la fortuna di conoscerlo molto tempo fa, nel tempo suo migliore: fine anni cinquanta. Lo amo perché lasciando sulla terra i suoi libri, per me è vivo.
Ha fatto un bel lavoro portare in visione questo libro poco conosciuto, ma così…non ho parole, solo lei con due righe:
C'è una prosa a tratti rabbiosa, che in Buzzati non avevo mai visto, e a tratti carica, aggettivata, che non perde in semplicità ma che è intensa e piena di colori.
E c'è tanta poesia, dentro a queste parole, che lasciano il piacere
della rilettura…
Grazie
Elisa Sala Borin
ps. A proposito i due titoli citati, il primo fa parte di un racconto che si trova su "Notti difficili" e il secondo credo sia su i "Sessanta racconti.
gelo stellato
Beh, mi hai fatto rileggere il post e in effetti, penso ancora tutte le cose che ho scritto
che non è cosa scontata
e quindi grazie per l'apprezzamento e per le notizie buzzatiane
di cui oramai sono fan, e ammiratore, e capisco l'esserne fan…
Averlo conosciuto, poi… Ohhh.
Pensa che poi, intro più tre quattro di questi racconti, li ho persino dati ai ragazzini delle superiori a cui faccio tecniche di scrittura, anche se dubito abbiano apprezzato del tutto, ma insomma… se non si semina fiori, inutile lamentarsi se poi crescono erbacce 😀