Resti senza
Le parole, strani animali di pelle
Trasparente e code d’aquilone.
Le parole che frullano via,
L’occhio forastico,
Le gambe stanche e il broncio
Accennato.
Ed ero girato,
Voltato,
Tra un brutto voto e una sala d’attesa,
Tra un ascensore e un treno,
Tra un paio di mutande sporche
E mani anche troppo pulite,
E loro
Non c’erano più.
E io
A ritmare il passo
Battere le dita
Sui numeri e sulla plastica
Vederle addormentarsi piano, nel mio letto,
Dietro un vetro lucente sul mio cuscino di perle
E al mattiino
Non ritrovarle,
Nè poterne rincorrere il profumo.
Resti senza,
Come il fiato, le idee, i soldi, la pazienza.
Resti senza e ti accorgi che hanno fatto posto
Lasciato spazio,
Raccolto inviti che non potevano declinare.
A te resta il silenzio,
Una canzone, un libro
Le parole di chi ne ha ancora, ma ti accorgi
Che sono quelli di cui ti sei sempre
Liberato.
Melinda
"A te resta il silenzio,
Una canzone, un libro"
In pratica ti resta il meglio 🙂
gelostellato
Sì, a volte può essere, ma come dice il mio mister quando dice di giocare con i compagni
"soli si sta bene solo a cagare" :)))
serve chi lo scrive
e chi compone, quindi :))))
Melinda
Il tuo mister è un filosofo 😉