
“Ucronie impure” di AAVV**(*)
Dunque, chiariamo subito una cosa.
Anzi due.
Io, probabilmente, sarò una voce fuori dal coro.
La seconda è che io ho la massima stima e rispetto, per questo progetto, e quindi non voglio sentire lagnanze idiote, magari da qualcuno degli autori o amici di che non mi conosce.
Dico questo perché a me, contrariamente – penso – che ad altri, Ucronie impure (in epub, eh) non è piaciuto granché, o comunque non del tutto.
Ecco, ecco, già vi sento,,,
Ma stai zitto, ciglione, che tu fino a questo ebook non sapevi nemmeno cosa fossero i racconti ucronici!
oppure
Ma stai zitto, minchiofante, che tu leggi poca fantascienza e non ci capisci una mazza di ucronia..
o ancora
Tiè, eccolo qua un figlio di bacca invidioso perché non è entrato nella raccolta e quindi ora ne parla male.
Dunque.
La prima è vera, ma questo non è un motivo valido per non giudicare.
La seconda è vera in parte, e comunque qui non siamo in racconti di fantascienza.
La terza non è vera, anche se avrei voluto tanto partecipare perché il progetto era bellissimo, ma mi sono reso conto che non avrei mai prodotto qualcosa di ottimo come avrei dovuto, perché scrivere racconti ucronici non è una cosa che si improvvisa, e quindi poi, non l’ho fatto.
E poi, soprattutto, non ne voglio parlar male. 🙂
Ucronie impure è una raccolta che si può leggere, ci sono spunti interessanti e almeno 3-4 racconti discreti. E’ che forse, non so perché, mi aspettavo di più. Tanto per cominciare forse un pochino di editing in più, a certi racconti, avrebbe fatto bene. E seconda cosa, di ucronico vero, c’era a malapena metà.
Il racconto ucronico, per come lo intendevo io, è qualcosa di molto complesso, che parte da una profondissima ricerca storica e pesca dal mare magno dei particolare una metastoria, trasformandola in narrativa, e quindi facilitando l’aspetto fiction, pur mantenendosi nella piena verità e possibilità storica.
La verosimiglianza, per come la vedo io, dev’essere molto… molto forte.
E ci sono, tra l’altro, almeno due strade che mi sarebbe piaciuto vedere.
La prima è una deviazione dal percorso storico reale che poi, però, ritorna a proseguire la strada che si è realmente verificata. Un what if che non muta la storia, ma ci racconta una verità potenziale.
Il secondo approccio è più difficile, eppure è quello che quasi tutti hanno seguito: un what if che porta a un mondo ipotetico, un mondo diverso. Ecco… creare mondi, l’ho sempre detto, è difficile, ed è tanto più difficile se il mondo che vuoi creare è simile a quello esistente, perché le cose non sono diverse, sono simili, e a ogni parola c’è il rischio di compiere un errore, una imprecisione, un’approsimazione non tollerabile.
E quanto più questo accade, quanto più il lettore, soprattutto se ha una discreta conoscenza storica, storce il naso. E io, un po’ di volte, ho storto il naso, perché alcune cose mi hanno scaraventato fuori dal racconto per mandarmi nel pianeta del dubbio che prende il nome di “Mah…”
E allora, proprio adesso che è appena cominciato il successore di Ucronie Impure, ecco che vi dico cosa mi è piaciuto e cosa no.
Dunque. Senza rancore, eh.
Non mi è piaciuto granchè “Alla corte del Monaco nero“, soprattutto per uno stile ancora acerbo e didascalico e un’idea – un Rasputin che ottiene con successo la morte di Hitler – che potrebbe essere carina ma è sviluppata così così, e alla fine non mi ha lasciato molto.
Non sono andato pazzo nemmeno per “Aria” che partiva dalla teorizzazione di una privatizzazione dell’aria e che, come idea, porta un bagaglio di variazioni molto complesso, per non dire immenso, che ha bisogno più di un romanzo, che di un racconto, per essere sviluppato, soprattutto tenendo conto che si teorizza il non passaggio di Roosvelt a Hoover, e insomma… qui forse è colpa mia, perché da buon insegnante di Storia economica diciamo che ho una conoscenza un po’ più vasta della media, e quindi sono stato più a rischio, come lettore. Per tutto il racconto ho avuto la sensazione latente che – con l’aria privatizzata – il mondo non poteva essere come quello descritto.
Mi è piaciuto di più, anzi è carino, Il millenario Regno d’Italia, che vi consiglio, soprattutto per com’è strutturato e perché, sapientemente, lascia da parte le macrovariazioni concentrandosi su una ucronia più… “letteraria”.
Non ho digerito del tutto, invece, il vincitore, Kalokagathia, che ci racconta la famosa battaglia dei 300 spartani, mettendo sotto accusa il potere dei capi, della nobiltà greca e dando un volto a chi solitamente non ce l’ha. Ecco, diciamo che ho faticato soprattutto ad andare avanti, perché il racconto è a tratti appesantito dai troppi nomi e particolare e la ricerca storica, alla fine, molto approfondita, gli fa da zavorra, e ho faticato un po’. Comunque racconto sufficiente e leggibile.
Purtroppo non m’è piaciuto di nuovo La fine della Diaspora, che non mi ha lasciato niente e anzi, direi che ancor ancora un po’ che vedevo continuare a ripetere decine di volte i nomi del protagonisti cominciavo a graffiare l’ereader per grattarli via 🙂
Molto, molto bello, invece, La regina dei Pirati di Atlantide, a mio avviso il migliore, e anche lontano dagli altri, perché a) ha un ottimo stile b) è davvero ucronico, in quanto riesce a creare un mondo senza incongruenze e tacendo dove potrebbero esserci c) non è mai didascalico, e costruisce un racconto, una storia, una fiction, senza mettere la narrativa sotto il piano della storia. Davvero consigliato. Leggetelo!
Più ombre che luci, poi, in Reliquie, che è ancora acerbo e con qualche imprecisione e che forse fa il passo più lungo della gamba, cercando di descrivere una guerra mondiale in cui i Templari sono uno degli eserciti in lotta… ovvero, un mondo completamente e politicamente diverso.
Non mi mi è dispiaciuto affatto, invece, il racconto Rintocchi, molto breve, ma che giocando sul paradosso della macchina del tempo riesce a rendere il tutto molto simpatico, una sorta di lunga barzelletta narrativa che sembra banale ma non lo è. Non sarà un pezzone, ma anche questo, soprattutto per la lunghezza – di più avrebbe stufato – ve lo potete leggere, prendendolo per divertissement.
Poi c’è Squali contro Alieni, un racconto di fantascienza ironica che di ucronico non ha assolutamente nulla, visto che è praticamente ambientato in una sorta di quasi futuro, dove siamo stati invasi dagli alieni. Gradevole e scorrevole, e con uno stile, ma ripeto, non c’entra nulla con il tema della raccolta, mi sa.
Chiude, e non mi è dispiaciuto, Tlaloc verrà, che è un buon racconto, gestito bene e con uno stile superiore alla media. Si legge volentieri e teorizza una invasione del portogallo da parte dei popoli indios, stuzzicati dai conquistadores, che invece di sterminarli si sono visti rincorrere per tutto l’oceano fino a casa. Da un lato, però, anche qui nascono i perché: come mai gli indios, così abili naviganti, non hanno attraversato l’oceano prima? e come hanno fatto a partire di un botto e ad avere le navi già pronte per l’invasione di un intero continente? Ed è davvero possibile che l’Europa tolleri tutto ciò senza forze per reagire? Le risposte si possono costruire, ovvio, ma qui non ci sono e quindi, io, per tutta la storia ho pensato che “tanto è solo narrativa”. Comunque anche questo pezzo è consigliato, perché è un racconto gradevole. Basta che non vi facciate tante domande 😉
E’ tutto, cari. Progetto davvero figo, questo, a livello di idea, e tanto di cappello ad Alessandro Girola, che ci è stato dietro e ha tenuto le fila di tutto. Scaricatelo e leggetelo, magari a partire dai racconti che vi ho consigliato, e poi vedrete che vi leggete tutto. 🙂
Simone
Nella puntata dei Griffin di ieri, c'era Peter che metteva la benzina dell'aereoplano nella macchina e allora la macchina volava insieme ai Top Gun.
Cioè l'ucronia ci stava tutta, ma sta cosa che Peter vola e decolla senza radar e niente… cioè non ha nemmeno una mappa degli aereoporti e vola a caso?!
Peccato, sulla carta i Griffin avevano buone potenzialità.
Comunque era per scherzare, penso che le tue opinioni (a parte quelle su qualsiasi cosa abbia mai scritto io) siano generalmente condivisibili! ^^
Simone
Nick
Da giudice di quel concorso accetto le tue critiche, anzi ti ringrazio molto per aver parlato di UCRONIE IMPURE.
Ciao brotha.
SteamDave
Cosa posso dire… grazie della recensione positiva alla mia storia, specie considerando la severità con cui hai valutato gli altri racconti.
Non condivido, in effetti, alcuni dei tuoi giudizi, ma nel momento in cui la storia è scritta e pubblicata, il resto appartiene al lettore, e quindi a ciascuno il suo.
L'idea è quella di fare comunque meglio la prossima volta.
Il processo di apprendimento è continuo.
gelostellato
Ma nn ero così critico come dite 🙂
è che forse mi aspettavo di più 😀
mi piaceva così tanto quel progetto e magari i miei desideri erano "alti"
comunque sui disaccordi, essendo un ignoranto ucronico, avrete sicuramente mille ragioni (a parte simone, lui no ^^), comunque alla fine è venuto bene, e bisogna, nevvero, migliorare ^^
o però se si chiacchiera sul cosa ho cannato non mi dispiace eh. 😉
Mitvisier
Sicuramente scrivere un'ucronia è difficilissimo. E' anche vero che le possibilità di declinarla sono talmente tante (almeno per me) che nel genere ci può stare un po' di tutto. Mi fa piacere comunque che un parere fuori dal coro possa essere argomentato puntualmente come hai fatto tu, anche se non lo condivido del tutto, riconoscendo al progetto del Girola una certa grandezza sia nelle ambizioni che nel risultato finale. Ma per fortuna che c'è questa varietà di vedute che rende un buon servizio a tutti, a chi legge e a chi scrive. Ciao!
gelostellato
Epperò siete tutti pigri 🙂 dovete dirmi dove sbaglio, perché una ucronia la voglio scrivere anche io, prima o poi, e voi dovete aiutarmi! 😀
Amos Gitai
Augurandoti un sereno Natale e un felice anno nuovo, invito te e i tuoi visitatori a votare i migliori film e attori del 2011.
I MIGLIORI FILM DEL 2011
gelostellato
amos
a) non sono religioso
b) non è un blog che parla di cinema, mi pare. o nemmeno l'hai guardato?
e allora una volta passi, ma la seconda basta spam, per di più con le buone feste allegate che mi sembri quelli che chiedono l'elemosina fuori dall'ospedale.
comunque un risultato l'hai ottenuto, mi segno mentalmente il sito di cui spammi per non visitarlo mai, nemmeno per errore.
Simone Corà
Ma il mio è ambientato negli anni '50, zuzzurellone, manco l'hai capito! 😉
gelostellato
questo gli causa numerosi, numerosi problemi di coerenza…
non puoi ambientare una cosa negli anni cinquanta e far parlare i personaggi come quelli del giorno d'oggi, tanto per cominciare…
sommobuta
Non mi è sembrata così cattiva come recensione. Mi sono sembrati tutti pareri più che spassionati e onesti.
Grazie per il parere sul mio racconto, nonostante "l'indigestione" e la fatica. Però più che spartani, i miei sono achei e troiani. XD
Simone Corà
Ahahah, ma non puoi chiedere coerenza al mio racconto, allora dimmi anche che non avevano la tecnologia per costruire un robot, o per lanciare la bomba-neve, o addirittura che gli alieni non esistono XD
gelostellato
cosa c'entra la tecnologia con i fattori linguistici? ci vogliono 3-400anni per modificazioni linguistiche e se tu le acceleri in quel modo dovresti giustificare, no?
e dicendomi che è tutto inventato, quindi, mi stai dicendo che non è ucronia? 🙂
Frank Spada
Ho interpretato il gioco di Michela in questo modo: un clic per ciascuno e Buon 2012!
Alessandro Forlani
Scopro questo blog solo ora. Grazie per la recensione, condivido subito urbi et orbi.
E tornerò a leggerti spesso. 🙂
gelostellato
Benvenuto tra i Bambimi di gelo… 😀
Anonymous
Purtroppo sono tra quelli stroncaati, ma nulla da dire, nel mio caso le critiche ci stanno tutte, perchè lo stile del mio racconto è effettivamente parecchiotraballante. Sul didascalico, vero anche quello: non so gli altri autori ma nel mio caso la difficoltà era di inserire una marea di fatti storici ben noti, con un limite di caratteri ben definito con la conseguenza che ho cercato di farci star tutto in poche righe appesantendo il tutto. Cercherò di trarre spunto dalle critiche nella speranza di migliorare 😉
Cristian Leonardi
Ferruccio gianola
aha, vero 🙂
gelostellato
Oh, Christian, ti apprezzo e ti stimo!
Alla prossima lettura!