“L’inferno degli specchi” di Edogawa Ranpo****

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“L’inferno degli specchi” di Edogawa Ranpo****

Sapete come mi arrivò questo libro? Con la gelotteria! Vi ricordate?
Lo so… non l’avevo vinto io, ma la donzella che vinse il doppio libro mi disse tienilo pure tu, che non mi interessa più di tanto, e io, che sinceramente temevo L’inferno di specchi fosse una cosa di fantascienza, visto che è uscito nella collana Urania, per un pelo feci la cazzata di non tenerlo.
Invece…
Invece questa raccolta di racconti di Edogawa Ranpo, autore nipponico fan di E.A.Poe, vale la lettura giù dopo la lettura del primo brano.
La sedia umana” infatti, è un racconto che riesce in un duplice risultato:
rendere credibile un racconto che ha tra protagonisti uno scrittore esordiente e una scrittrice affermata e – seconda cosa – non farsi dimenticare.
Se lo leggete, fidatevi, ogni vi basterà sentirne il titolo per ricordarvi improvvisamente l’intero racconto e ricordarvi che vi era piaciuto.
E gli altri racconti? Tutti belli!
Certo, non vi possono piacere tutti, perché non hanno proprio tutti lo stesso mood.
Si va dal poliziesco puro, come il delitto perfetto del secondo racconto (Un test psicologico), al racconto grottesco, a quello nero, e a quello con forti inserti di fantastico.
In tutti i racconti, però, è piuttosto forte la componente psicologica, che lega e sostiene azione e controazioni dei personaggi.
Vi faccio qualche esempio.
Nel racconto “Il bruco” il protagonista è un militare nipponico che, a causa della guerra, ha subito l’amputazione degli arti. Gli resta solo lo sguardo, per comunicare con la sua giovane, bellissima moglie. Lo sguardo e una matita in bocca per scrivere qualcosa. Ovviamente il carattere dei due comincia a cambiare, e alla fine, benché vi siano tutti i presupposti per riuscire a provare pena, per questi due, il racconto riesce solo a comunicarti la crudeltà in cui muta la solitudine. Un ottimo pezzo, anche questo.
Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, invece, usciamo dalla realtà, narrando di un appassionato di specchi che culla la chimera di un meccanismo folle, per ridurre le dimensioni e oltre. Il folle, però, è proprio lui, e si capisce ben presto la deriva d’orrore che può prendere la storia.
Anche nel racconto “Il viaggiatore col quadro di stoffa” per esempio, siamo in clima fantastico, e devo dire che non si ha una resa minore di quello poliziesco a tinte gialle.

Forse, meno riusciti, o se non altro, diversi, sono i racconti “La rupe” e “I gemelli“, uno messo in forma teatrale, l’altro figlio di una storia abbastanza classica, quando si tira in ballo le coppie di questo genere. In ogni caso, comunque, racconti che male non fanno, a leggerli, e ben oltre la sufficienza.
Tra l’altro, forse è bene sottolinearlo, stiamo parlando di racconti che vengono dalle Japanese tales of mistery and imagination del 1956, e non propiro roba scritta ieri l’altro. (Edogawa è vissuto fino al 1965, per dire).
Insomma, chiudiamola qui, ché essendo un libro poco diffuso e un autore di nicchia, non è che vi possa/voglia tediare più di tanto. Io stesso non è che domani andrò alla ricerca disperata di altri libri di Edogawa. Però è un narratore di valore, questo sì, e se magari lo trovate su una bancarella, questo vecchio Urania, aspettate prima di non dargli mezza tacca… vale la lettura.

Comments

  • 7 Dicembre 2011

    mi pareva strano che tu leggessi urania!

    io l'ho letto il mese scorso, e anche se appunto di fantascienza non c'è praticamente nulla devo dire che mi è piaciuto, atmosfere e temi un po' superati ma affascinanti. un horror/mistery di vecchia scuola, che mai mi sarei aspettato da un autore giapponese.

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  • 7 Dicembre 2011

    Non conoscevi Ranpo?
    Ahi ahi ahi!
    A questo punto devi scriverlo sul serio il tuo post sul 7 links projects. Tiè! LOL

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  • marco
    7 Dicembre 2011

    e io, che sinceramente temevo L'inferno di specchi fosse una cosa di fantascienza, visto che è uscito nella collana Urania, per un pelo feci la cazzata di non tenerlo.

    Ti stava bene, uomo pieno di pregiudizi blah blah Russ, Tiptree Jr,Disch,Delany, Crowley, MJ Harrison Ballard blah blah vergogna.

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  • 7 Dicembre 2011

    @Piscu
    sì, vero. gli Urania non li leggo da una vita. Io comunque da un autore giappo mi aspetto di tutto, però non mi sarei mai aspettato questa freschezza da un autore della prima metà del secolo. Con pochi riferimenti sarebbero tutti racconti molto moderni.

    @Nick
    non ci provare con me, sei solo chiacchiere e detersivi!
    Comunque il problema è che non ho roprio testa per pensare a cose che ho scritto sul blog. Non mi guardo mai indietro, faccio una fatica bestia 🙂

    @Marco
    maddai su… oramai lo hai pur capito che sono onnivoro, ma fingo di essere un pregiudizioso 😉
    (e non toccarmi ballard!) 🙂

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  • 8 Dicembre 2011

    Ma letto un Ranpo, devo rimediare!

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  • Frank Spada
    8 Dicembre 2011

    Gelo – se mi dai in cambio il Bartolini che mi devi, per Natale ti regalo Hirai dopo aver visto cosa fa davanti a uno specchio – ci stai?

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  • 8 Dicembre 2011

    No, tedia tedia, che questo è un autore di alto livello!
    Mi sono piaciuti TUTTI i racconti, chi più chi meno, e La sedia umana è strabiliante!
    Avevo letto prima i romanzi, consigliati anche quelli, anche se non da strapparsi i capelli.
    Ed anche i film tratti dalle sue opere!

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  • 8 Dicembre 2011

    @Corà!
    be' sì, penso che ti piace, edogawarnapo

    @Frank
    c'è qualcosa che mi sfugge… mmm
    secondo me mi stai fregando, ma siccome è per ricevere un regalo, credo mi farà fregare 😀

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  • 8 Dicembre 2011

    @occhio
    ah bene! almeno non sono solo ad aver pensato, dopo la sedia umana, "Ah… macchèfigata!" 🙂

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  • Frank Spada
    8 Dicembre 2011

    @ Gelo – farà farò senza imbrogliare – affare fatto.
    ps – atu viodut che l'agnul vie pe gnot? Ce meravee!

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  • 8 Dicembre 2011

    doman lu cjali miôr e magari i fâs une foto!

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