
Frittelle per le vostre bancarelle
Ehi, ma sapete che oggi scade il 300 parole?
Ah sì?
Ah già!
E tu, partecipi?
Io no
nemmeno io
Io sì.
Ah sì?
Sì sì, il racconto è già pronto, lo invio stasera.
Ah figo, e di che parla.
Castagne.
Ah, castagne, figo, dài dài racconta!
[…]
Ehi sentite, che figata! Dài, scriviamolo anche noi, uguale al suo.
Sì, sì, dai. Sputtaniamolo!
Ehi no, non vale.
Anzi dài, scriviamolo simile!
Ma come?
Sì, sì, dài! Simile, tipo che ne so, tu ne scrivi uno con la trama identica ma con lo zuccherò filato al posto delle castagne.
Ah figo, e tu?
Io? Mmm, boh, cosa resta? Ah sì… FRITTELLE!
Ah sì, figo.
Beh, no, zucchero filato è molto meglio, comunque okay dài, vada per frittelle!
Carlotta comincia a vomitare, davanti alla bancarella della frutta esotica.
Giorgia, in fianco a lei, con gli ultimi graffi di zucchero filato sulle guance, non fa nemmeno in tempo a spostarsi.
L’amica si volta: una tumefazione grande quanto una mela risale il collo, lenta. Appena sotto il mento, la pelle non regge e si spacca, liberando una massa grumosa e biancastra, lucida di saliva. Gli occhi della bambina scavalcano le orbite, come se volessero buttarsi. L’impasto scivola sulla pelle: un’entità serpentiforme, ruvida di cibo masticato, striscia via dalla carne
Armida dosa la farina, mischiata a polvere d’argento, la scioglie in acqua e lacrime. Ha grattato anche le unghie, che amalgama al tuorlo d’uovo.
Per graffiare, pensa, ne basterà un pizzico.
Emanuela si accascia davanti a un imbonitore di stoviglie.
Lo osservava tagliare una lattina con un coltello, e un crampo le ha scosso il ventre.
Pochi istanti e il grumo si allontana, lasciando una scia di feci.
Lo zucchero è fondamentale, le è stato detto.
Per ottenere il suo, servono mesi: ha cristalli come formiche scintillanti, nasce da erbe ormai introvabili.
La dolcezza riunisce, pensa, restituisce il frutto al ventre.
Gabriele ne ha mangiata mezza: bocconi troppo deboli per scavare le viscere.
Luca invece ne ha mangiate due e lo squarcio nella pancia è largo quanto un pugno.
Decine di frittelle, masticate o quasi digerite, devastano gli stomaci e lacerano la pelle.
Convergono strisciando verso un unico punto.
Armida, dietro la sua bancarella di frittelle, aggiunge il latte all’impasto e pronuncia le parole udite in sogno.
Lacrime di gioia, rigano un volto sfigurato dalla pazzia.
Non ne ha mai potuti avere, ma adesso, spera, i bambini verranno da lei.
Luigi Musolino
Muauau, ho letto i vostri racconti prima di leggere questo post e immaginavo che le genesi fosse stata più o meno quella che hai descritto! 😀
Belli entrambi comunque! Ciaunz!
gelostellato
ehi, non vale… tu hai indovinato solo perché sai che siamo dei cazzobubboli! 😀
Val.
epperò
se per una volta riuscissi a distinguere quando scherzate da quando fate lo scherzo sul serio!
diavolo!
lo zucchero filato reclama vendetta
presto
Anonymous
Be', devo dire che anch'io partecipo al 300 parole per motivi affettivi.
Non so se sono il concorrente con maggiori partecipazioni, ma potrei quasi scommettere che è così.
La prima volta che che ho partecipato conoscevo solo di sfuggita il sito di Scheletri, ed ero nella fase che mandavo i racconti un po' a casaccio per vedre se me li pubblicavano o per vedere L'effeto che facevano, e quando uscirono i risultati io me ne ero completamente dimenticato, e solo a distanza di mesi scopri di essere arrivato quarto nella classifica finale.
Ho partecipato anche a questa edizione, e dopo aver visto The horde volevo scrivere una storia piena di sangue, di sbudellamenti e di morti ammazzati, ché ho sempre avuto l'impressione di essere un po' troppo domestico e intimista come aspirante scrittore di horror e fantastico, ma trecento parole mi sembravano poche. Allora ho avuto la brillante idea di prendere il racconto di 2500 parole su cui stavo lavorando, e di mutilarlato e sciancarlo fino a farlo rientrare nelle 300 parole canoniche, e l'ho inviato al concorso lo stesso giorno in cui ho partecipato al Fun Cul, così non ci pensavo più.
Adesso mi sogno la notte il mio racconto che striscia silenziosamente di notte sui moncherini fino al mio letto e che per farmela pagare mi stacca la giugulare a morsi.
Confermo. Sia Castagne che Bancarelle sono entrambi due buoni racconti.
Ciao,
Maybe
gelostellato
@Val
Non è così, difficile.
Quando Silente scherza, scherza.
Quando io scherzo, non scherzo.
🙂
(la vedi la faccina che ti dovrebbe far pensare che sto scherzando?)
@Maybe
Già, tu sei una affezzzzionato!
Io non ho letto ancora gnulla dell'edizione, a parte castagngne
ma aspetterò la classifica e mi leggerò i primi, stavolta… 🙂
Simone Corà
Copione!!!
gelo
dimostralo!
Nick
Porca miseria,proprio domenica ero ad una bancarella di dolciumi.
Adesso mi fai pure venire i dubbi su quello che ho mangiato.
Però da me le frittelle si fanno a Carnevale,dai per qualche altro mese mi salvo.
gelostellato
da me invece siamo proprio a ridosso del giorno delle frittelle per eccellenza: Santa Caterina!
(anche se però io da anni lho trasformato nella festa del panino-cipolla-peperone-salsiccia)
🙂
marco
Mmmm…Frittelle!
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